L’opera del Santo Padre 1978 1979 1986 1990 1993 1999 2000 2004 2005
per la custodia del Deposito della Fede
e la preservazione della Disciplina Ecclesiastica
• Il primo documento ufficiale “ad extra” del nuovo Pontefice è una lettera del 2 dicembre 1978 al segretario generale dell’Onu, Kurt Waldheim, in occasione del 30° anniversario della firma della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il Pontefice chiede alle Nazioni Unite e a tutti gli Stati di garantire e difendere in ogni modo i diritti umani e, in particolare, la libertà religiosa. E’ l’alba di un grandissimo Pontificato, che – come cercheremo di evidenziare attraverso alcuni degli interventi di Giovanni Paolo II – non si limiterà soltanto all’evangelizzazione agli “uomini di buona volontà”, ma vedrà anche un notevolissimo sforzo di conservazione del Deposito della Fede e della disciplina interna alla Chiesa. Presentiamo di seguito un elenco commentato dei principali di questi aspetti lasciati artatamente in ombra dal mondo mediatico. Si tratta di un elenco che, per ragioni di spazio, non è certamente completo ma che, per finalità proposte, può essere considerato significativo.
• Intervenendo il 28 gennaio, a Puebla (Messico), alla III Conferenza generale dell’episcopato latino-americano, il Papa condanna una certa “teologia della liberazione“, ossia una diffusissima eresia di stampo socialistico che si va espandendo particolarmente nella Chiesa latino-americana: “[…] è un errore affermare che la liberazione politica, economica e sociale coincide con la salvezza in Gesù Cristo; che il “Regnum Dei” si identifica con il “Regnum hominis”. Si ingenera, in alcuni casi, un atteggiamento di sfiducia verso la Chiesa “istituzionale” o “ufficiale”, qualificata come alienante, e alla quale si opporrebbe un’altra Chiesa “popolare”, “che nasce dal popolo” e si concreta nei poveri“.
• Il Santo Padre nomina l’arcivescovo colombiano Mons. López Trujillo (nel 1972 segretario generale e attualmente presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia), presidente del Celam, la Conferenza Episcopale Latino-Americana. Il prelato sarà un fedelissimo esecutore del mandato Pontificio, in particolare per la drammatica situazione infra ecclesiale dovuta alla diffusione di una certa Teologia della liberazione.
• Il redentorista tedesco Bernhard Haering, per anni docente all’Accademia alfonsiana di Roma, uno dei teologi più alla moda del post-Concilio, viene convocato (27 febbraio) dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (d’ora in poi, Cdf) che gli chiede l’impegno solenne di non criticare più l’Humanae vitae – l’enciclica con cui, nel 1968, Paolo VI aveva ripetuto l’immoralità della contraccezione. Haering, purtroppo, rifiuta.
• La Cdf proibisce al teologo domenicano francese Jacques Pohier di presiedere assemblee liturgiche e di insegnare pubblicamente. Su Dio, e sull’Eucaristia, il teologo aveva espresso in pubblico le proprie elucubrazioni ambigue e fuorvianti. Dopo il Concilio Vaticano II, è la prima volta che la Sede Apostolica sanziona con questa misura chi propugna errori conto la fede e i costumi
• Il Santo Padre, pellegrino negli USA, reitera la dottrina cattolica in occasione di una richiesta della rappresentante delle suore statunitensi intesa a permettere l’accesso delle donne “a tutti i ministeri nella Chiesa“. Al contrario, a Washington, il 7 ottobre, il Papa ricorda che “la fedeltà a Cristo, soprattutto nella vita religiosa, non può essere mai separata dalla fedeltà alla Chiesa […] non è da sottovalutare il fatto che la vostra consacrazione a Dio deve manifestarsi nel segno esteriore permanente di un semplice e idoneo abito religioso“.
• In dicembre, il famoso teologo olandese Edward Schillebeeckx viene ascoltato a Roma dalla Cdf. Si tratta di una prima verifica delle proposizioni più ambigue del teologo che, purtroppo, non porterà mai lo Schillebeeckx a una piena riabilitazione.
• La Cdf il 15 dicembre dichiara: “Il professor Hans Küng [svizzero-tedesco] è venuto meno, nei suoi scritti, all’integrità della verità della fede cattolica, e pertanto non può più essere considerato teologo cattolico né può, come tale, esercitare il compito di insegnare“. Il teologo, forse il più alla moda del periodo post conciliare, aveva messo in discussione il dogma dell’infallibilità papale, erroneamente contrapponendolo a quello dell’indefettibilità della Chiesa.
1980
• In gennaio, in un Sinodo particolare dedicato all’Olanda, il Papa corregge alcune ambiguità ed esagerazioni del c.d. “Concilio” pastorale olandese (1966-1970), diffuse da alcuni centri di propaganda negli anni precedenti. Alla conclusione i vescovi olandesi adottano risoluzioni concernenti il sacerdozio ministeriale, la vita religiosa, la partecipazione del laicato alla missione della Chiesa, i sacramenti, l’Eucaristia e la confessione, la liturgia, la catechesi e l’ecumenismo in linea con l’insegnamento di Cristo. Al termine viene appositamente costituito un Consiglio sinodale per promuovere e coordinare l’applicazione delle risoluzioni sinodali.
• La Cdf, con la Lettera Circolare “La dispensa dal celibato sacerdotale“, del 14 ottobre, ristabilisce le norme riguardanti la dispensa dal celibato e la riduzione allo stato laicale dei sacerdoti che abbandonano il ministero.
• Il prefetto della Cdf, card. Franjo Seper, il 20 novembre scrive al p. Edward Schillebbeckx per ripetere che i chiarimenti teologici da lui forniti anche a Roma “non sono sufficienti per eliminare le ambiguità (cristologiche)” dei suoi scritti.
1981
• Il 17 febbraio la CdF interviene per una rettifica circa alcune troppo benevole interpretazioni contenute, tra l’altro, nella “Dichiarazione della Conferenza dei Vescovi della Germania”, del 12-5-1980. Il vecchio Codice (can. 2335), sotto pena di scomunica, proibiva ai cattolici di iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo. Nel 1974, pur ribadendo la stessa norma, la Congregazione per la dottrina della fede specificava che la condanna riguarda «soltanto quei cattolici che si iscrivono ad associazioni le quali di fatto operano contro la Chiesa». Nella Dichiarazione del 1981 la stessa Congregazione interveniva affermando che «non è stata cambiata in nessuna forma l’attuale disciplina canonica che prosegue nel suo totale vigore […] non è stata abrogata la scomunica né le altre pene previste» e specificava che il documento del 1974 intendeva essere «un richiamo ai principi generali […] per la soluzione dei casi di singole persone che possono essere sottoposti al giudizio degli ordinari», senza demandare agli Ordinari o alla Conferenze Episcopali questioni di natura dottrinale non di loro competenza.
• In ottobre il Papa nomina un suo delegato di fiducia per aiutare nel discernimento e soccorrere la Compagnia di Gesù nell’adempimento del suo carisma originario. Si tratta di un’attenzione pastorale della quale non si hanno precedenti riscontri.
• Nell’esortazione apostolica postsinodale Familiaris consortio (22 novembre) il Papa ribadisce che i divorziati cristiani risposati non possono accedere all’Eucaristia, e che debbono vivere come fratello e sorella.
1982
• Il 27 marzo la Cdf interviene per rettificare alcune ambiguità e lacune in tema di ecumenismo, contenute nel Rapporto finale della Commissione Internazionale Anglicana Romano-Cattolica.
• Il 29 giugno il Papa scrive ai vescovi del Nicaragua per condannare la “Chiesa popolare” (cioè quella collegata alle Comunità “di base” e a una certa Teologia della Liberazione).
• Il 23 agosto la Sede Apostolica – suscitando l’entusiasmo di decine di vescovi e milioni di fedeli – erige la “Prelatura personale di Santa Croce e Opus Dei“.
1983
• Il 25 gennaio il Papa promulga il nuovo Codice di diritto canonico; una guida pastorale nella quale spicca una rinnovata, fermissima carità disciplinare, permeata da profondo spirito pastorale e attenzione alla situazione della Chiesa nel mondo.
• A Managua, nel corso della visita pastorale in Nicaragua, governata da un feroce regime socialista, in marzo, il Papa rimprovera coraggiosamente e pubblicamente padre Ernesto Cardenal, che ha accettato di entrare a far parte del governo sandinista. Alla Santa Messa, resiste impavido all’organizzata contestazione di sedicenti ”madri della rivoluzione”, che sacrilegamente gridano fino a coprire la voce del Papa; riprendendo la parola il Santo Padre ripete la ferma condanna della c.d. “Chiesa popolare” e del “falso ecumenismo” dei cristiani impegnati nel locale processo rivoluzionario.
• La Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari ottiene che suor Agnes Mary Mansour, delle “Sorelle della misericordia”, abbandoni l’Istituto. La suora non aveva accettato di interrompere la sua attività di direttrice presso i servizi sociali dello stato del Michigan (USA) preposti al rimborso delle spese delle donne che abortiscono. E’ il primo di una lunghissima serie di abbandoni di religiose lasciatesi irretire dalla modernità.
• Verifica delle posizioni espresse pubblicamente da mons. Raymond Hunthausen, arcivescovo di Seattle, a favore del disarmo e dell’obiezione fiscale. La visita ispettiva, su incarico della Santa Sede, è condotta da mons. James Hickey, arcivescovo di Washington
• Il 26 novembre, a fronte di alcune maliziose interpretazioni del Nuovo Codice di Diritto Canonico, che non contiene più il termine “massoneria”, la CdF risponde a un quesito ribadendo che “Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione. Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito”. Due anni dopo, perdurando i tentativi di sminuire la portata della plurisecolare condanna della massoneria, la CdF tornerà ad intervenire sull’argomento con un sintetico ma efficace testo comparso su L’Osservatore Romano del 23-2-1985, nel quale si spiega che la principale ragione dell’inconciliabilità tra cattolicesimo e massoneria è costituita dall’impossibilità di essere indifferente alla distinzione tra la sola verità e le innumerevoli forme di errore.
1984
• La Cdf pone sotto verifica alcune opere del teologo “della liberazione” peruviano Gustavo Gutierrez perché in esse si teme “l’influenza del marxismo“.
• Il 13 giugno la Cdf chiede ancora una volta a P. Schillebeeckx l’adesione alla dottrina cattolica sul sacerdozio, questa volta manifestando adesione alla lettera “Sacerdotium ministeriale” dell’anno precedente.
• Con l’Istruzione Libertatis nuntius del 6 agosto, la Cdf condanna “una certa Teologia della liberazione” di stampo socialista e marxista.
• Il 7 settembre, il francescano Leonard Boff, teologo brasiliano “della liberazione”, viene convocato a Roma.
• Incontro a Roma i vescovi peruviani per chiarimenti circa una certa Teologia della Liberazione.
• In dicembre il generale dei gesuiti, p. Peter-Hans Kolvenbach, espelle dall’ordine p. Fernando Cardenal (fratello di Ernesto), ministro dell’educazione nel governo socialista nicaraguense.
• Con l’esortazione apostolica post-sinodale Reconciliatio et paenitentia (2 dicembre) il Papa ricorda la corretta prassi del sacramento della confessione e condanna gli abusi circa la “confessione comunitaria” come mezzo ordinario per confessarsi.
1985
• Padre Gyorgy Bulanyi, sacerdote ungherese delle Comunità “di base”, sostenitore dell’obiezione di coscienza al servizio militare – che egli ritiene intrinsecamente malvagio – viene chiamato a Roma dalla Cdf per un colloquio. Gli scritti di p. Bulanyi erano già stati vagliati dalla Congregazione per il Clero.
• Con una notificazione dell’11 marzo la Cdf dichiara che “le opzioni di Leonard Boff [contenute nel libro Chiesa, carisma e potere] sono tali da mettere in pericolo la sana dottrina della fede“.
• Alcune Congregazioni romane, su segnalazione di congregazioni religiose femminili fedeli all’ortoprassi cattolica, bloccano alcune deviazioni delle suore Carmelitane Scalze.
• Il controverso vescovo brasiliano Dom Helder Câmara viene sostituito da mons. José Cardoso Sobrinho, che provvede al riordino della diocesi attraverso una lunga serie di richieste di chiarimento – e, a fronte di ribellione, di allontanamento – di docenti, religiosi e sacerdoti vicini ad una certa Teologia della liberazione.
• Tra il 9 ed il 13 aprile, si svolge a Loreto il II Convegno della Chiesa italiana, dal titolo: “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini“. L’intervento del Papa a quel convegno segna l’inizio di una rinnovata cura pastorale di Giovanni Paolo II per la Chiesa che è in Italia. Un anno dopo, il 26 giugno 1986, Giovanni Paolo II nomina Mons. Camillo Ruini segretario della Cei. Il prelato svolgerà un delicato ruolo inteso all’adeguamento della cristianità italiana alle necessità della Nuova Evangelizzazione ispirata dallo Spirito Santo a Giovanni Paolo II. Per l’Azione Cattolica, tale adeguamento verrà svolto da mons. Antonio Bianchin, dal 1987 nuovo Assistente generale, che procede a un rinnovamento dei quadri direttivi nazionali, troppo sbilanciata sulla diocesi ambrosiana.
• Il 22 marzo è pubblicata l’Istruzione della Cdf Libertatis Coscientia su Libertà cristiana e liberazione, con una nuova messa in guardia verso l’influenza di socialismo e marxismo nella prassi pastorale.
• In una Notificazione del 15 settembre la Cdf afferma che “la concezione del ministero così come è esposta dal professor Schillebeeckx rimane in disaccordo con l’insegnamento della Chiesa su punti importanti“.
• La Cdf (25 luglio) dichiara “non idoneo all’insegnamento della teologia cattolica” il teologo statunitense Charles Curran, critico del Magistero dell’enciclica di Paolo VI Humanae vitae e confuso sostenitore di una presunta “legittimità del dissenso dall’autorità“.
• L’arcivescovo statunitense di Seattle, mons. Raymond Hunthausen, tramite una lettera, informa i suoi sacerdoti di aver rinunciato, su indicazione della Sede Apostolica, ai poteri pastorali nei seguenti importanti campi: tribunale diocesano, liturgia, formazione del clero, sacerdoti che hanno lasciato il ministero, questioni morali.
• Vede la luce la coraggiosissima lettera Homosexualitatis problema (1° ottobre) della Cdf, che ribadisce come “l’inclinazione [omosessuale] stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata“; e che in nessun modo può essere moralmente accettato l’esercizio della sessualità tra persone dello stesso sesso. Le forze infernali si scatenano in una violenta campagna di denigrazione di S. Em.za il card. Ratzinger.
1987
• L’abate della basilica romana di San Paolo fuori le Mura, P. Giuseppe Nardin, rassegna le proprie dimissioni e si ritira in un luogo di preghiera a seguito di osservazioni sulla di lui collaborazione con il precedente abate, Giovanni Franzoni, fondatore della Comunità “di base” di san Paolo e già fiancheggiatore del Partito Comunista.
• La Cdf consiglia mons. Mattew Clark, della diocesi statunitense di Rochester, di ritirare l’imprimatur a un manuale sulla sessualità di ausilio ai genitori per l’educazione dei figli scritto da cattolici.
• Ad aprile il comboniano padre Alex Zanotelli, su richiesta del prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli (ex Propaganda fide, da cui dipendono le Congregazioni missionarie), card. Josef Tomko, si dimette dalla direzione (assunta nel 1978) del mensile “Nigrizia”. Lo Zanotelli aveva dato un’impronta fortemente socialistica alla rivista, che da tempo non aveva più alcuna traccia del suo nativo carattere missionario.
• La Congregazione per i Religiosi provvede alla correzione di alcune fuorvianti interpretazioni del Concilio Vaticano II in merito a presunte “pari opportunità” di religiosi laici e religiosi sacerdoti nella guida degli Ordini e Istituti religiosi. L’Ordine dei Cappuccini si segnala tra i primi che provvedono a rettificare alcune disposizioni capitolari.
1988
• Su proposta della Cdf, sono destituiti i gesuiti José Maria Castillo e Juan Antonio Estrada dall’insegnamento universitario e il claretiano Benjamin Forcano dalla direzione del periodico “Mision Abierta“.
• La Congregazione per il Culto Divino il 2 giugno riafferma che non è in alcun modo ammesso offrire il sacrificio eucaristico in assenza di un sacerdote validamente ordinato.
• Con la costituzione apostolica Pastor bonus (28 giugno) il Santo Padre riordina l’organizzazione della Sede Apostolica romana, dando ad essa nuovo slancio nel coordinamento dell’episcopato e del Sinodo dei vescovi.
• Il 1° luglio la Cdf pubblica la “Professione di fede” e il “Giuramento di fedeltà“, ricordando, tra l’altro, il dovere di obbedienza in coscienza a “tutti i contenuti trasmessi dal Magistero ordinario e universale della Chiesa” e alle “verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi” e agli “insegnamenti del Pontefice” e “del collegio episcopale” quando “esercita il suo Magistero autentico“.
• Il decreto Dominus Marcellus Lefebvre della Congregazione per i vescovi, del 1° luglio 1988, commina la scomunica per scisma all’arcivescovo pseudo tradizionalista Marcel Lefebvre e ai suoi seguaci. Il Santo Padre con il Motu proprio “Ecclesia Dei” del 2 luglio, auspica che “si metta in luce la continuità del Concilio con la Tradizione“.
• Nella lettera apostolica Mulieris dignitatem (15 agosto) il Santo Padre riafferma il dogma sulla ordinazione sacerdotale riservata alle persone di sesso maschile.
• Il nunzio apostolico del Brasile, mons. Carlo Furno, consegna a mons. Pedro Casaldáliga, vescovo di São Felix do Araguaia, una lettera (Intimatio) in cui lo si ammonisce per le sue simpatie per la Teologia della Liberazione e si impongono limiti ai suoi compiti pastorali. Purtroppo il vescovo – talvota ripreso anche in abiti da guerrigliero – rifiuta la lettera.
1989
• Il 6 gennaio 163 teologi e teologhe di area germanofona firmano la “Dichiarazione di Colonia” in cui contestano il fatto che alla Sede Apostolica si debba obbedienza sia su alcune verità fondamentali della fede riguardanti Gesù Cristo che altre esposte dal magistero ordinario (in particolare relativamente all’enciclica di Papa Paolo VI Humanae vitae). Essi, inoltre, rivendicano una sorta di “votazione popolare” per la nomina dei vescovi. Il Santo Padre, direttamente o indirettamente, respingerà punto per punto le richieste dei ribelli.
• La Santa Sede pone il veto alla pubblicazione di un libro che avrebbe dovuto contenere gli atti di un congresso di moralisti cattolici svoltosi a Roma, all’Accademia alfonsiana, nell’aprile dell’88. Il volume avrebbe dovuto riportare una relazione del p. Bernhard Haering (già convocato dalla Cdf nel 1979), nella quale il discusso teologo criticava l’antropologia e la teologia che sottostanno all’enciclica paolina Humanae vitae, che nel pontificato di Giovanni Paolo II assume il ruolo di baluardo per la difesa della sessualità umana.
• Per intervento diretto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, la Pontificia Università Lateranense ritira al professor don Luigi Sartori – uno dei teologi italiani più alla moda – la cattedra di Ecumenismo. Don Sartori è uno dei promotori del manifesto di teologi italiani ribelli corrispondente alla “Dichiarazione di Colonia”.
• A marzo padre Eugenio Melandri lascia, dopo dieci anni, la direzione del mensile dei missionari saveriani “Missione Oggi“. Da tempo il periodico suscitava il dolore e la preoccupazione di S. Em.za il card. Josef Tomko, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, a causa della linea editoriale caratterizzata da una smaccata politicizzazione, per giunta di parte. Tale disorientamento si era manifestato in particolare con un numero tutto dedicato al regime socialista del Nicaragua e in occasione di una tornata elettorale, schierandosi apertamente con i partiti della sinistra.
• Il gesuita direttore di “Estudes”, Paul Valadier, uno dei 157 teologi francofoni firmatari di una lettera di solidarietà ai 163 ribelli della “Dichiarazione di Colonia”, si dimette dall’incarico.
• La Cdf, in novembre, alla vigilia dell’assemblea annuale della Conferenza episcopale statunitense, richiede la cancellazione dall’ordine del giorno della discussione di un ambiguo testo sul rapporto paritetico vescovi-teologi e sulle “Responsabilità ecclesiali del teologo”.
• Don Vittorio Cristelli, direttore del settimanale diocesano “Vita trentina”, si dimette dall’incarico. Il settimanale aveva pubblicato il documento dei 63 teologi italiani in sostegno della “Dichiarazione” dei ribelli di Colonia.
• La Congregazione per l’Educazione Cattolica decreta la chiusura in Brasile del seminario regionale del Nordeste 2 e dell’Istituto teologico di Refice, entrambi fondati da mons. Helder Câmara. La motivazione trova radice nell’educazione “non affidabile” in essi impartita.
• La Segreteria di Stato (7 agosto) riafferma che né la Joc (Gioventù operaia cristiana) né la correlata Joci (Gioventù operaia cristiana internazionale) sono più riconosciute come legittimi interlocutori dalla Santa Sede. La decisione trova ragione a causa di una smaccata politicizzazione di parte dei due organismi.
• La Congregazione per i Religiosi istituisce un coordinamento per la Clar (Conferenza Latinoamericana dei Religiosi) al fine di preservarla dall’influenza di una certa Teologia della liberazione.
• Il 19 settembre la Cdf pubblica l’Istruzione “I fedeli chiamati” che rinnova l’obbligo della pubblica professione di fede per quanti sono chiamati ad esercitare un ufficio in nome della chiesa. La precedente professione di questo tipo risale al Pontificato di san Pio X.
• Il 24 maggio la Cdf pubblica l’Istruzione “Donum veritatis” sulla vocazione ecclesiale del teologo, intesa risolvere alla radici fraintendimenti ed ambiguità diffuse nei mesi precedenti all’interno della Chiesa dai vari “Manifesti” di teologi ribelli.
• La Congregazione per l’educazione cattolica pone il veto alla Facoltà di Teologia dell’Università svizzera di Friburgo di dare la laurea “honoris causa” a mons. Rembert Weakland, vescovo di Milwaukee (USA), noto per alcune interpretazioni del Concilio Vaticano II che risentono di ambiguità tipiche del post-concilio.
1991
• La Sede Apostolica rimuove il vescovo messicano di Oaxaca, mons. Bartolomé Carrasco Briseno, compromessosi con alcune frange estremistiche della Teologia della Liberazione.
• La Santa Sede fornisce alla Conferenza latino-americana dei Religiosi un sostegno di coordinamento e verifica pastorale, in considerazione del dilagare di una certa Teologia della liberazione.
• Avvio del riesame dell’edizione della Bibbia stampata dalle Edizioni Paoline del Brasile, sostenuta da alcuni teologi della liberazione.
• Sostegno e coordinamento a “Vozes“, la più antica editrice cattolica brasiliana, che vede come direttore dell’omonima rivista Padre Leonardo Boff. Il religioso, in coerenza con le proprie idee, lascerà la rivista e l’ordine francescano l’anno dopo.
• Su indicazione della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il card. Aloisio Lorscheider, arcivescovo di Fortaleza, dimette tre sacerdoti sposati che insegnavano all’Istituto teologico e pastorale della città brasiliana.
• La Sede Apostolica interdice dall’insegnamento il teologo e psicanalista tedesco Eugen Drewermann, le cui opere risultano viziate da una subalternità verso la psicanalisi più faziosa e anti scientifica, nonché da banali quanto ingiustificate critiche all’organizzazione ecclesiastica e al celibato sacerdotale. Poco dopo viene proibita a Drewermann anche la predicazione. Purtroppo, in coerenza con il proprio pensiero del tutto secolarizzato, il teologo ribelle, a marzo, lascia il sacerdozio.
1992
• Il 31 gennaio la Cdf condanna un’opera del teologo moralista canadese André Guindon le cui tesi sui temi della sessualità conterrebbero “gravi dissonanze non solo con l’insegnamento del Magistero più recente, ma anche con la dottrina tradizionale della Chiesa“.
• L’ordine domenicano allontana il teologo Mattew Fox, che già era stato richiamato nel 1988 dalla Sede Apostolica, perché ribelle all’insegnamento morale sessuale di Cristo.
• La Sede Apostolica dichiara “fuori luogo” – cioè neanche da discutere – la proposta dell’arcivescovo di Milwaukee, mons. Rembert Weakland, di ordinare sacerdoti, in situazioni pastorali di “estrema necessità”, uomini sposati.
• Con la lettera Communionis notio (28 maggio), al Cdf ripropone la dottrina cattolica a fronte di alcune esagerazioni in tema di collegialità episcopale.
• La Santa Sede suggerisce un ripensamento sul nihil obstat a un’opera del domenicano p. Philippe Denis della Facoltà di Teologia cattolica di Strasburgo per ingiuste e false tesi sull’Opus Dei.
• Il 22 aprile la sala stampa vaticana rende nota la dichiarazione finale di un convegno organizzato in marzo dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Il testo – firmato tra gli altri dal card. Alfonso López Trujillo, presidente del Consiglio, e da mons. Dionigi Tettamanzi – riafferma che la contraccezione “corrompe l’intimità coniugale” e che la comunità cristiana deve opporsi alla legalizzazione del divorzio.
• In una lettera pastorale comune (10 luglio) tre vescovi tedeschi (tra essi mons. Karl Lehmann, vescovo di Magonza) si domandano se un divorziato/a risposato/a che sia in coscienza convinto/a che il suo precedente matrimonio sia irrimediabilmente naufragato possa accostarsi alla comunione eucaristica. La Cdf chiarisce in una lettera ai presuli che ciò non è lecito.
• Il 22 ottobre il Papa riafferma energicamente la legge del celibato sacerdotale per la Chiesa latina e, aggiunge, di fronte alle contestazioni e critiche, “bisogna ardire (conservando il celibato), mai ripiegare“.
• Il 28 ottobre, il nunzio apostolico in Messico, mons. Girolamo Prigione, annuncia la possibile rimozione dalla diocesi messicana di San Cristóbal de las Casas di mons. Samuel Ruiz.
1994
• Nel gennaio 1994 il quotidiano italiano “Avvenire” vede un nuovo direttore, Dino Boffo. Organi di stampa attribuiscono la designazione direttamente al Cardinale Runi, primate d’Italia.
• La Cdf pubblica il 20 dicembre la lettera circolare “A due anni“, destinata ai presidenti delle conferenze episcopali e riguardante le “opere di sintesi” del Catechismo della chiesa cattolica. Tale lettera trova ragione anche a causa di alcune traduzioni in inglese caratterizzate da un linguaggio troppo secolarizzato sulla concezione della donna.
• Con la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis (22 maggio) il Santo Padre, “in virtù del [suo] ministero di confermare i fratelli” dichiara che “la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale, e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli“.
• La Cdf, nella “Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati” (14 settembre) ribadisce l’impossibilità di dare la comunione ai cattolici divorziati e risposati.
• La Cdf interviene in merito alla nomina della teologa femminista Teresa Berger alla cattedra di Liturgia della Facoltà teologica dell’Università di Bochum, in Germania.
1995
• Secondo il settimanale inglese “The Tablet”, il prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, card. Pio Laghi, ha suggerito venisse cancellata una conferenza che il teologo della Liberazione Gustavo Gutiérrez avrebbe dovuto svolgere a Roma nel novembre ’94. Gutiérrez, nel 1990, aveva pubblicato un’edizione riveduta del suo “Teologia della Liberazione” che aveva in parte fugato i dubbi sulla sua ortodossia.
• La Congregazione per i Vescovi dimette mons. Jacques Gaillot, vescovo di Evreux (Francia), che con il suo ministero fortemente secolarizzato e la sua azione politicizzata provocava grave disorientamento tra i fedeli.
• Su indicazione del sostituto della Segreteria di Stato vaticana mons. Giovanni Battista Re, e del prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, card. Jozef Tomko, il missionario comboniano p. Renato Kizito Sesana viene rimosso dal suo incarico di direttore della rivista keniana “New People“, divenuta ormai del tutto priva di ogni finalità missionaria.
• Nell’enciclica Evangelium vitae (25 marzo) il Santo Padre definisce “democrazie totalitarie” i parlamenti che approvano leggi che consentono l’interruzione volontaria della gravidanza.
• La Cdf suggerisce ed ottiene dalle Superiore della congregazione delle “Sorelle di Nostra Signora” di mandare per due anni in Europa a studiare buona teologia la suora brasiliana Ivone Gebara, lasciatasi irretire da teorie di stampo femminista.
• Mons. Samuel Ruiz, vescovo del Chiapas, teorico di una chiesa indigena distinta da quella di Gesù Cristo, resta al suo posto, ma viene affiancato da un vescovo coadiutore con diritto di successione, mons. Raúl Vera Lopez.
1996
• Con un editoriale su L’Osservatore romano del 2 febbraio e firmato “***” (che per consuetudine è indicatore della massima autorevolezza dell’estensore), la Sede Apostolica condanna le opinioni di 16 teologi moralisti di area germanofona che in un libro avevano contestato l’enciclica Veritatis splendor “su questioni fondamentali della dottrina morale” (6 agosto ’93) ed affermato che essa era un tentativo di imporre una posizione teologica di parte. L’editoriale riafferma il ruolo del magistero papale e l’obbedienza ad esso dovuta.
1997
• La Cdf scomunica, con una “Notificazione” datata 2 gennaio il teologo Tissa Balasuriya, poiché con le sue teorie “scalza su punti essenziali la fede cristiana”. Sarà riabilitato, dopo un ‘mea culpa’, nel ’98. Osservazioni su un libro del p. Balasuriya, erano già state diffuse nel 1994.
• L’11 febbraio 1997 S. Em.za il Card. Ruini ottiene dal Papa un decreto inteso ad una maggiore vigilanza sulla Società San Paolo, la casa delle Edizioni Paoline: Giovanni Paolo II nomina mons. Antonio Buoncristiani delegato presso la Società S. Paolo, con l’incarico di “esercitare tutte le funzioni spettanti normalmente sia al Superiore generale che al Superiore provinciale“. Nel decreto si specifica “per completezza di informazione” che la sua autorità si estende sui Periodici “Famiglia Cristiana“, “Jesus“, “Vita Pastorale“, ecc. e sulle Edizioni S. Paolo. Alcuni religiosi paolini avevano rifiutato di rimettere alla direzione don Stefano Andreatta, sottomessosi alle indicazioni del Vicario di Cristo, da essi ingiustamente destituito. Dopo un dolorosissimo alternarsi di dichiarazioni e smentite da parte di alcuni paolini , nell’aprile del ’98, viene rimosso dalla guida di “Famiglia cristiana” il direttore, don Leonardo Zega, definitivamente allontanato dal giornale il 12 ottobre del ’98.
• La Santa Sede, dopo la visita apostolica condotta nel ’95 da mons. Xavier Lozano Barragân nei seminari dei gesuiti in Messico e dopo l’interessamento del prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica card. Pio Laghi, fa chiudere l’Istituto Interreligioso e il Centro di Studi cattolici di Città del Messico, dipendenti dalla Conferenza degli Istituti religiosi messicani (CIRM) nonché l’Istituto Teologico del Collegio Maximo de Cristo Rey con l’annesso Centro di riflessione teologica retto dalla Compagnia di Gesù. S. Em.za il card. Laghi indica nell’opzione a favore della Teologia della Liberazione la causa principale della “confusione e controversia” diffusa a piene mani dagli istituti.
• La Conferenza dei religiosi colombiani viene biasimata con una lettera inviata da mons. Tarcisio Bertone, segretario della Cdf, per le deviazioni riscontrate nella relazione del primo incontro nazionale di teologia della vita religiosa, svoltosi a Bogotà nell’aprile 1996 e pubblicate nella rivista “Vinculum” della Conferenza dei religiosi colombiani. La relazione contiene uno stile “rivendicativo, aggressivo e critico verso la stessa gerarchia ecclesiastica” e pretende di elaborare una teologia della vita religiosa “prescindendo da uno studio serio delle Scritture, della Tradizione e del Magistero“.
• Con una Istruzione interdicasteriale (firmata il 15 agosto dai responsabili di ben otto dicasteri e uffici della Curia Romana) la Sede Apostolica ristabilisce i giusti limiti della collaborazione dei laici al ministero dei sacerdoti.
• Il 20 settembre mons. Jorge Medina Estévez, pro-prefetto della Congregazione per il Culto Divino, scrive a mons. Anthony Pilla, presidente della Conferenza episcopale statunitense, per comunicargli che la traduzione inglese dei libri liturgici, compiuta dai vescovi USA, “non esprime accuratamente” il senso del testo latino e “non è esente da problemi dottrinali“. Sulla questione gli otto cardinali statunitensi si erano già incontrati a Roma con i cardinali Medina Estévez e Ratzinger.
• A seguito di una lettera inviata dal prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli Card. Josef Tomko, la Conferenza episcopale della Corea del Sud sancisce il divieto di pubblicazione per tre sacerdoti, p. John Sye Kong-seok, p. Paul Cheong Yang-mo (entrambi docenti dell’Università Sogang di Seul, tenuta dai gesuiti) e p. Edouard Ri Je-min (professore dell’Università cattolica di Kwangiu e direttore della rivista “Skinhak Chonmang”). I tre risultano sostenitori di idee “per nulla conformi alla dottrina cattolica“, in particolare su temi quali il sacerdozio femminile, il celibato dei preti, l’evangelizzazione e l’inculturazione.
1998
• La Cdf riapre ancora una volta la verifica sulla teologia del peruviano Gustavo Gutiérrez, che suscita problemi nella Chiesa latino-americana almeno dal 1983.
• La Cdf pone sotto osservazione il libro del teologo australiano Paul Collins “Il potere papale. Una proposta di cambiamento per il cattolicesimo del Terzo millennio“. Collins lascerà purtroppo il sacerdozio nel 2001, rilasciando dichiarazioni coerenti con le eresie contenute nelle sue opere.
• La Congregazione per il Clero, presieduta dal card. Darío Castrillón Hoyos suggerisce al vescovo inglese mons. Peter Smith il ritiro di un testo di religione per le scuole secondarie perché in esso si sostiene la Teologia della Liberazione.
• Con una Notificazione (24 giugno), la Cdf dichiara che il gesuita indiano Anthony de Mello ha sostenuto nelle sue opere “posizioni incompatibili con la fede cattolica“. Le opere del De Mello, benché deceduto da tempo, occupano le scansie di numerose librerie anche cattoliche.
• Giovanni Paolo II con il Motu proprio Ad tuendam fidem rende ancora più chiara l’applicazione della professione di fede del 1989. La lettera è accompagnata da una densa “Nota dottrinale illustrativa” della Cdf, che illustra come ciascun teologo debba esplicitamente impegnarsi ad accogliere “fermamente” verità proclamate “in modo definitivo” dal Magistero, senza che sia necessaria una esplicita “definizione dogmatica“. In tale categoria, precisa il testo, rientra l’insegnamento papale sull’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini.
• Con il motu proprio Apostolos suos (21 maggio) il Papa chiarisce la natura e i poteri delle Conferenze episcopali. Il documento trova ragione in casi di travisamento della natura pastorale e non precipuamente dottrinale delle Conferenze medesime.
• La Cdf richiede ed ottiene l’allontanamento dall’insegnamento presso la Pontificia Università Gregoriana del teologo gesuita Jacques Dupuis per il suo libro “Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso“. La condanna è pubblicata nel 2001 con una Notificazione (24 gennaio) nella quale si afferma che nel libro del gesuita vi sono “notevoli ambiguità e difficoltà su punti dottrinali di portata rilevante, che possono condurre il lettore a opinioni erronee o pericolose“.
• La Congregazione per l’Educazione Cattolica, presieduta dal card. Pio Laghi, allontana dalla cattedra di Filosofia del Diritto dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano il prof. Luigi Lombardi Vallauri che aveva imprudentemente diffuso su larga scala bizzarre tesi sull’inferno, sul peccato originale, sull’autorità del magistero e sulla morale sessuale.
• In Perù, a sostituire il cardinale gesuita Augusto Vargas Alzamora, da nove anni primate della Chiesa cattolica di Lima, è chiamato (nonostante una violenta pressione mass mediatica operata anche da alcuni ecclesiastici) un membro dell’Opus Dei, Mons. Luis Cipriani. Il Presule, nei dieci anni passati alla guida dell’arcidiocesi di Ayacucho, si era segnalato per la ferma carità pastorale verso i seguaci della Teologia della liberazione di stampo marxista e per la decisa condanna del terrorismo di matrice socialista.
• Il 6 aprile la Cdf corregge numerose “proposte di cambiamento” formalizzate da una specie di Sinodo denominato “Dialogo per l’Austria“, in particolare sulla contraccezione, la comunione ai divorziati risposati, il clero uxorato.
• Il 18 settembre la Segreteria di Stato e la Cdf dispongono il ritiro dei consultori cattolici germanici dal sistema statale dei consultori dai quali, per legge, ogni donna che voglia abortire deve ottenere il certificato di avvenuta consulenza.
• Domenica 27 giugno la Sacra Rota – così riferisce la stampa nazionale – ordina il sequestro e proibisce la traduzione di un ignominioso libello dal titolo “Via col vento in Vaticano“. Il portavoce e co-autore confesso del pamphlet, mons. Luigi Marinelli, è convocato dal dicastero; secondo fonti giornalistiche è avviato un procedimento inteso alla sua “sospensione a divinis”.
• A suor Jeannine Gramick ed a p. Robert Nugent – religiosi statunitensi – la Cdf vieta “permanentemente ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali“, perché i due, sin dall’inizio delle loro attività nel 1977, non condannano “la malizia intrinseca degli atti omosessuali“, mettendo inoltre “ripetutamente in discussione elementi centrali dell’insegnamento della Chiesa” in materia.
• Il 12 marzo 1999, la presidente dell’Azione Cattolica italiana Paola Bignardi rettifica in un’intervista al quotidiano Avvenire alcune dichiarazioni sulle cosiddette “coppie di fatto” rilasciate al quotidiano social-comunista l'”Unità”.
• Il 14 gennaio, in una lettera al presidente della Commissione Internazionale per la lingua inglese nella liturgia (ICEL), mons. Maurice Taylor, il segretario della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, mons. Francesco Pio Tamburrino, chiede di ritirare tutte le copie del Libro liturgico dei Salmi tradotto in inglese, perché contengono errori dottrinali che rischiano di arrecare un danno alla fede.
• Nel corso dell’anno, la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti approva – con 223 sì e 31 no – un decreto di applicazione della Costituzione Apostolica Ex corde ecclesiae di Giovanni Paolo II (del 15 agosto 1990), nella quale il Santo Padre chiedeva di prendere misure per rafforzare l’identità delle Università cattoliche e ai docenti delle stesse di ottenere, per insegnare, “referenze” del proprio vescovo. I vescovi americani dispongono così che “gli statuti delle università cattoliche istituite dall’autorità gerarchica, da istituti religiosi o altre persone giuridiche devono essere approvati dall’autorità ecclesiastica competente” (art. 3,3); nel Consiglio di amministrazione la maggioranza “dovrebbe essere composta da cattolici impegnati nella Chiesa” (art. 4, 2b); il presidente dovrebbe essere un cattolico (art. 4, 3a); l’università dovrebbe cercare di reclutare e nominare come docenti dei cattolici, in modo che “coloro che sono impegnati nella testimonianza della fede costituiscano la maggioranza del corpo docente” (art. 4, 4a); e, soprattutto, “i cattolici che insegnano discipline teologiche in un’università cattolica devono avere un mandatum da parte dell’autorità ecclesiastica competente” (art. 4, 4e, 1), ossia il vescovo della diocesi in cui si trova l’università. Questo mandato, che deve essere scritto, è “un riconoscimento da parte dell’autorità della Chiesa sul fatto che un docente cattolico di una disciplina teologica insegna in piena comunione con la Chiesa cattolica“, e riconosce l’impegno di tale docente a “astenersi dal proporre come dottrina cattolica qualcosa che è contrario al magistero della Chiesa“. Una volta ottenuto, questo mandato resta in vigore finché il professore è in carica e “a meno che non gli venga ritirato dall’autorità ecclesiastica competente” (art. 4, 4e, 4b). Questi temi erano stati efficacemente proposti da S. Em.za il card. Ratzinger nel corso di un ciclo di conferenze e incontri tenuti l’anno precedente, nel corso dei quali il Prefetto della Cdf aveva messo in guardia i cattolici impegnati nelle locali università da cedimenti nei confronti della modernità.
• In Messico la Sede Apostolica trasferisce alla diocesi di Saltillo mons. Raúl Vera López, che era già stato inviato alla diocesi di San Cristóbal de las Casas (Chiapas) come coadiutore con diritto di successione di mons. Samuel Ruiz. Mons. Vera López era stato inviato nel Chiapas nel ’95 per alcune difficoltà circa la cosiddetta “teologia india” di mons. Ruiz. Il turbinoso succedersi di eventi anche violenti e la pressione mass mediatica mondiale, confondono il vescovo designato e ne consigliano altra destinazione al compimento dei 75 anni di Mons. Ruiz.
• Nel giugno del 2000, durante un incontro a San Paolo su Aids e sfide per la Chiesa in Brasile, la stampa attribuisce al vescovo di Goiás, Eugene Rixen, una frase secondo la quale “tra il condom e l’espansione dell’Aids, siamo obbligati a scegliere il male minore“. Il presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, Mons. Lozano Barragán, suggerisce ed ottiene dalla Conferenza episcopale brasiliana la diffusione di una Nota di chiarimento, nella quale si riafferma che l’uso del preservativo, in qualunque circostanza, è contrario alla dottrina di Cristo.
• La Santa Sede protesta vivacemente presso il Governo italiano perché impedisca la celebrazione del cosiddetto Gay pride a Roma e, in particolare, perché le autorità impediscano la grande manifestazione degli attivisti omosessuali, che malvagiamente diffondono idee che provocano confusione e sofferenza verso la categoria di persone che falsamente pretendono di rappresentare. L’indomani, all’Angelus, il Papa esprime “amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno Duemila e per l’offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo“.
• Con la dichiarazione Dominus Iesus (6 agosto) la Cdf riafferma l’unicità salvifica di Cristo, richiamando implicitamente all’ortodossia una certa teologia “asiatica” (Cfr. ad es. i provvedimenti precedentemente adottati a carico del sacerdote dello Sri Lanka T. Balasuriya).
• A succedere al discusso cardinale brasiliano Paulo Evaristo Arns, esponente di punta di una certa Teologia della liberazione, che aveva solidarizzato con il tiranno socialista cubano Fidel Castro, è chiamato Mons. Claudio Hummes. La nomina del prelato (vicino al movimento carismatico e nominato appena due anni prima arcivescovo di Fortaleza, dove aveva provveduto a riordinare l’ex Diocesi del card. Aloísio Lorscheider secondo le indicazioni della Santa Sede) avviene nonostante le pressioni mass mediatiche, operate anche da ecclesiastici, che “esige” la nomina di uno dei vescovi ausiliari di Arns oppure dell’arcivescovo di Mariana ed ex presidente della Cnbb (Conferenza episcopale brasiliana) Mons. Luciano Mendes de Almeida.
• La Congregazione per il Culto Divino, il 28 luglio, pubblica una “Istruzione generale sul Messale romano“, che funge da introduzione alla nuova versione del Messale romano. In essa si ricorda, a fronte di alcuni casi di abusi, che i laici non possono avvicinarsi all’altare prima che il celebrante si sia comunicato; non possono mettere nella patena le ostie consacrate; che devono ricevere la patena dalle mani del celebrante e non prenderla da soli dall’altare; che il celebrante non può dare il segno della pace ai fedeli lasciando l’altare.
• Nel settembre 2000 cessa le pubblicazioni il settimanale dell’Azione Cattolica italiana “SegnoSette”, che in troppe occasioni aveva espresso posizioni divergenti dall’insegnamento cattolico su temi politici, ecclesiali e morali.
• La Cdf, con una Notificazione del 30 novembre, ottiene l’abiura del teologo austriaco Reinhard Messner che aveva tra l’altro sostenuto che “in caso di conflitto è sempre la tradizione, ovvero la teologia, che deve essere corretta a partire dalla Scrittura, e non la Scrittura che deve essere interpretata alla luce di una tradizione successiva (o di una decisione magisteriale)“.
2001
• La Cdf, con una Notificazione (22 febbraio) ottiene dal teologo redentorista spagnolo p. Marciano Vidal la ritrattazione delle sue tesi su contraccezione, aborto, omosessualità, che si allontanavano da quelle di Cristo.
• La Cdf inizia le verifica delle teorie del gesuita p. Roger Haight, nei cui scritti emergono ambiguità nella cristologia.
• La Sede Apostolica vieta a suor Joan Chittister, teologa benedettina statunitense, di partecipare in giugno, a Dublino, alla Conferenza della rete mondiale per l’ordinazione delle donne. La suora, purtroppo, si ribella.
• Con una Notificazione (17 settembre) le loro Em.ze i cardinali Ratzinger, Medina Estévez e Darío Castrillon Hoyos (prefetto della Congregazione per il Clero) ribadiscono l’impossibilità dell’ordinazione della donna-diacono. Il documento è da alcuni interpretato come un riferimento indiretto a mons. Samuel Ruiz che, nella diocesi messicana di San Cristóbal de las Casas, aveva ordinato circa quattrocento diaconi sposati, accompagnati all’altare, nella cerimonia dell’ordinazione, dalle loro mogli.
• Nell’esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Oceania il Papa (22 novembre) chiarisce ai presuli di quell’area geografica alcuni dubbi (ad es. circa l’atteggiamento verso i divorziati risposati) emersi nel corso del Sinodo per l’Oceania, celebrato a Roma nel 1998.
• Il 24 dicembre il Santo Padre riaccoglie nella comunione con la Chiesa i sacerdoti brasiliani divenuti pseudo tradizionalisti anche per reazione al clima imperante nella Chiesa che è in Brasile, che reggevano l’intera Diocesi di Campos. Tra questi sacerdoti, scomunicati perché seguaci del vescovo scismatico Lefebvre, è nominato il vescovo della Diocesi, Mons. Licinio Rangel. Si tratta di un gesto di grande portata ecumenica, che alcuni mass media indicano come inteso a rafforzare il dialogo con alcune chiese orientali scismatiche (c.d. “ortodossi”).
2002
• Il frate minore francescano svizzero Josef Imbach, docente di teologia fondamentale alla Pontificia Facoltà teologica San Bonaventura di Roma lascia l’incarico a seguito di osservazioni su un suo libro che poneva interrogativi circa la storicità degli eventi miracolosi narrati nel Nuovo Testamento.
• Con un Monitum del 5 luglio la Cdf preannuncia la scomunica – a meno di un ravvedimento entro il 22 luglio, che non avverrà – a sette donne che il 29 luglio, su un battello in navigazione sul Danubio, tra Austria e Germania, intendono farsi “ordinare prete” da un vescovo argentino già scomunicato.
• Un comunicato (17 ottobre) della Commissione teologica internazionale, presieduta dal card. Ratzinger, ribadisce che ragioni teologiche e storiche impediscono l’ordinazione diaconale delle donne. Alcuni media dell’area del dissenso intra-ecclesiale sostengono che tale chiarificazione è da mettere in relazione con dichiarazioni foriere di confusione attribuite a vari cardinali, come Carlo Maria Martini, l’ex arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli e il tedesco Karl Lehmann vescovo di Magonza.
• Il 22 novembre 2002 l’abate di Montevergine, padre Giovanni Tarcisio Nazzaro, emana nei confronti di don Vitaliano Della Sala – un controverso sacerdote segnalatosi per la sua attività come fiancheggiatore di socialisti, comunisti e “no global” – un decreto (preceduto da due ammonizioni canoniche nel 2000 e 2001) di rimozione dalla funzione di parroco. Nel provvedimento, fortemente voluto dalla Sede Apostolica, Dom Nazzaro implora il ribelle di cessare il pubblico dissenso dal Magistero dei Pastori e dalla Sede Apostolica, di interrompere la “frequenza di ‘centri’ e ‘associazioni’ ben noti per la diffusione di idee in contrasto con la dottrina e l’insegnamento della Chiesa e che non rifuggono neanche dalla violenza“, e lo invita a pentirsi di aver trascurato i suoi doveri parrocchiali.
• L’8 dicembre 2002, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, con la prefazione del prefetto del dicastero, il card. Alfonso Lopez Trujillo, presenta “Lexicon. Temi ambigui e discussi su famiglia vita e questioni etiche“, un pregevole volume nel quale, su tutti i problemi propagandati dai network di cattolici ribelli – come contraccezione, divorzio, omosessualità, rapporto tra princìpi etici cristiani e legislazione civile -, esprime autorevolmente ed argomenta con efficacia la dottrina proposta dal Magistero papale.
• Il card. Medina Estévez, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, in una lettera del 16 maggio ripete che è “assolutamente sconsigliabile“, “imprudente” e “rischiosa” l’ordinazione sacerdotale di omosessuali.
2003
• La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica comunica (15 gennaio) ai Superiori e alle Superiori generali che la Cdf ha ribadito di escludere i transessuali dalla vita consacrata.
• Con un decreto della Cdf (25 gennaio) – decreto emanato “dal sommo Pontefice Giovanni Paolo II, con suprema ed inappellabile decisione senza alcuna possibilità di appello” – don Franco Barbero delle Comunità “di base” (Pinerolo) viene “dimesso dallo stato clericale“. Il disgraziato sacerdote, nonostante ripetuti avvertimenti anche dell’Ordinario diocesano, aveva ripetutamente e pubblicamente benedetto “matrimoni” tra omosessuali e, ancor più, aveva predicato una ribellione generalizzata verso la Chiesa di Cristo, in particolare tra le Comunità sedicenti “di base”. La condanna, purtroppo, non ottiene l’effetto sperato tra le Comunità “di base”.
• Nella “settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, all’udienza del mercoledì, il Papa ribadisce che proprio il primato petrino è il garante di quest’unità.
• La Cdf propone ed ottiene dalla Commissione dottrinale della Conferenza episcopale spagnola di far sapere, in un documento, che le tesi su Gesù Cristo contenute in un libro del teologo Juan José Tamayo contengono gravi errori dottrinali.
• Con l’enciclica Ecclesia de Eucharistia (17 aprile) il Santo Padre riafferma la dottrina della transustanziazione – formulata dal Concilio di Trento – e vieta qualsiasi “intercomunione” (partecipazione di protestanti alla comunione durante la Santa Messa, e dei cattolici alla cena protestante) con le chiese di originate dalla rivolta protestante. L’enciclica ribadisce che i cattolici divorziati e risposati non possono accostarsi all’Eucaristia, lamentando inoltre gli “abusi” che, nel post-Concilio, si sono fatti in materia liturgica.
• Il 24 maggio, a nome del papa, il card. Castrillón Hoyos, celebra nella Basilica di S. Maria Maggiore in Roma la S. Messa nel rito cosiddetto “di San Pio V”, per le comunità “tradizionaliste” rimaste fedeli alla Sede Apostolica.
• La Cdf, con le chiarissime “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali” (3 giugno), chiede ai parlamentari e ai politici cattolici di tutto il mondo di impedire in ogni modo l’approvazione di leggi che ammettano una qualsiasi equiparazione tra il matrimonio e l’unione di due persone dello stesso sesso.
• Il 4 giugno viene sospeso a divinis padre Bernard Kroll, che in occasione del primo Kirchentag ecumenico della storia, davanti a più di 2.500 persone, aveva celebrato il 31 maggio “una specie di messa” con pastori protestanti, distribuendo la comunione a fedeli luterani e prendendo il pane e il vino della ‘cena’ evangelica nella chiesa protestante dei Gethsemani, situata a Berlino nel quartiere Prenzlauer Berg Nord.
• Giugno. Il Pontificio Consiglio per la Famiglia viene denunciato da esponenti radical-progressisti italiani per aver pubblicato il Lexicon. Termini discussi su famiglia, vita e questioni bioetiche (edizioni EDB), in cui è riportata e motivata (sia alla luce dei testi magisteriali, sia mediante la sola ragione) la riprovazione dell’omosessualità.
• Il 7 ottobre, l’arcivescovo scozzese di Edinburgo Keith Patrick O’Brien, in procinto di ricevere la porpora cardinalizia e oggetto di calunnie a mezzo stampa, recita una solenne professione di fede nella quale ribadisce l’obbligatorietà del celibato sacerdotale, l’immoralità degli atti omosessuali, la piena adesione al Magistero della Chiesa sulla contraccezione.
• Il 19 ottobre il nunzio vaticano per il Venezuela, Mons. André Dupuy, condanna il regime socialista di Hugo Chávez, intervenendo sul periodico “El Nacional” e definendo “una tragedia umana” la situazione in cui si trova il Paese.
• Sempre il 19 ottobre, a seguito dell’esclusione dell’On. Buttiglione da una importante carica nella Unione Europea in quanto cattolico, i cardinali Martino – “Ministro degli Esteri” della Santa Sede – ed Herranz – Presidente del Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi – segnalano che siamo “di fronte a un’ondata di fondamentalismo laicista […] il tentativo di fare del laicismo – non della laicità – una religione di Stato. Con il rischio di instaurare una forma di totalitarismo laico“.
• Il 22 novembre 2003 vede la luce un chirografo del Papa, Per il centenario del Motu Proprio Tra le sollecitudini sulla musica sacra. In esso il Pontefice sottolinea “la necessità di purificare il culto da sbavature di stile, da forme trasandate di espressione, da musiche e testi sciatti e poco consoni alla grandezza dell’atto che si celebra“; mette in guardia dalle innovazioni musicali: “È chiaro tuttavia che ogni innovazione in questa delicata materia deve rispettare peculiari criteri, quali la ricerca di espressioni musicali che rispondono ai necessario coinvolgimento dell’intera assemblea nella celebrazione e che evitino, allo stesso tempo, qualsiasi cedimento alla leggerezza e alla superficialità“, restando il canto gregoriano “il supremo modello della musica sacra“. Pertanto: “il sacro ambito della celebrazione liturgica non deve mai diventare laboratorio di sperimentazioni o di pratiche compositive ed esecutive introdotte senza un’attenta verifica“.
• Il 4 dicembre viene pubblicata la Lettera Apostolica Spiritus et Sponsa , di Giovanni Paolo II, per il XL anniversario della Costituzione conciliare sulla liturgia. In essa si ricordano la necessaria serietà dei riti liturgici e si mette in guardia sul fatto che “non rispettando la normativa liturgica, si giunge talvolta ad abusi anche gravi, che mettono in ombra la verità del mistero e creano sconcerto e tensioni nel Popolo di Dio”. Il Card. Prefetto Arintze spiega: “c’è una tentazione alla quale si deve resistere: cioè, quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione agli abusi liturgici“. Il Papa chiede inoltre che sia coltivata “con maggiore impegno all’interno delle nostre comunità l’esperienza del silenzio“, forma eccellente della partecipazione liturgica attiva raccomandata dal Concilio.
• Il 25 marzo la Congregazione per il Culto Divino pubblica l’Istruzione “Redemptionis Sacramentum”, un documento su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucarestia. In essa vengono elencati alcuni “abusi liturgici gravi“: si ricorda che non si possono sostituire i testi biblici con altri considerati più moderni, è necessaria più cautela con danze e balli in chiesa; è vietato ai laici rivestire ruoli che sono esclusivamente del sacerdote, pronunciando l’omelia o leggendo il Vangelo. I fedeli che dovessero riscontrare tali abusi sono autorizzati a denunciarli al vescovo o alla Santa Sede.
• Il 31 maggio la CdF pubblica la LETTERA ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, nella quale, tra l’altro, viene confermata la differenza tra i sessi e confutata la teoria del gender (genere), base teorica della legittimazione delle c.d. “unioni omosessuali”.
• 20 giugno, è rimosso dalla parrocchia di “Maria Santissima Assunta” a Rignano Garganico (diocesi di San Severo) don Fabrizio Longhi che, la notte del 24 dicembre, aveva affidato l’incarico di fare l’omelia a Pasquale Quaranta, giornalista e militante del movimento gay.
• Luglio; fonti giornalistiche non smentite svelano l’esistenza di una lettera della CdF contenente il divieto assoluto di dare la comunione ai politici cattolici americani che sono favorevoli all’aborto. La lettera – dell’inizio di giugno – è indirizzata, al card. Theodore McCarrick, arcivescovo di Washington e al presidente della Conferenza episcopale stessa, Mons. Wilton Gregory.
• In settembre, nella Diocesi basca di Deusto-San Ignacio a Bilbao, viene rimosso e destituito un sacerdote aderente al movimento “Noi Siamo Chiesa“, (We are church), don Aitor Urresti, fautore degli errori in materia morale – propri di quel movimento – circa la condotta pubblica e privata delle persone omosessuali.
• Il 7 ottobre, a conclusione di anno speciale dedicato al Santo Rosario, il Santo Padre indice l’Anno dell’Eucaristia. Nella Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine, il Pontefice torna sul dramma centrale di tutto il Suo Pontificato: “Mistero grande, l’Eucaristia! Mistero che dev’essere innanzitutto ben celebrato. Bisogna che la Santa Messa sia posta al centro della vita cristiana, e che in ogni comunità si faccia di tutto per celebrarla decorosamente, secondo le norme stabilite“. E torna ad invocare un maggiore silenzio nelle celebrazioni: “le norme ricordano — e io stesso ho avuto modo recentemente di ribadirlo — il rilievo che deve essere dato ai momenti di silenzio sia nella celebrazione che nell’adorazione eucaristica. È necessario, in una parola, che tutto il modo di trattare l’Eucaristia da parte dei ministri e dei fedeli sia improntato a un estremo rispetto“.
• Il 9 gennaio, il Nunzio Apostolico per il Brasile Mons. Lorenzo Baldisseri, chiede a dom Pedro Casaldáliga, il noto vescovo “di base” e guerrigliero di São Félix do Araguaia in Brasile, di lasciare la città prima dell’arrivo del suo successore.
• Il 10 gennaio, nel messaggio al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Papa antepone ad ogni altro problema dell’umanità, anche a quello della fame, “la sfida della vita”. Elencando i fattori di una “cultura della morte” in aborto, fecondazione artificiale, clonazione, eutanasia, unioni di fatto e omosessuali, il Papa precisa che: “lo Stato ha come suo compito primario proprio la tutela e la promozione della vita umana“.
• Il 13 gennaio il Santo Padre riceve e si congratula con il Presidente della regione Lazio, On. Francesco Storace esponente della destra politica italiana, e gli esprime il suo “ vivo compiacimento per l’approvazione dello Statuto della Regione Lazio. Esso infatti, oltre a sottolineare il ruolo di Roma come centro del Cattolicesimo, riconosce esplicitamente il primato della persona e il valore fondamentale della vita. Riconosce, inoltre, i diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e si propone di sostenerla nell’adempimento della sua funzione sociale, facendo esplicita menzione dell’Osservatorio regionale permanente sulle famiglie. Lo Statuto prevede anche che la Regione garantisca il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa“.
• Il 24 gennaio, ricevendo i vescovi spagnoli nella visita ad limina, il Santo Padre denuncia: “Nell’ambito sociale si sta diffondendo anche una mentalità ispirata dal laicismo, ideologia che porta gradualmente, in modo più o meno consapevole, alla restrizione della libertà religiosa fino a promuovere il disprezzo o l’ignoranza dell’ambito religioso, relegando la fede alla sfera privata e opponendosi alla sua espressione pubblica“.
• Il 7 febbraio la CdF rende nota la condanna del volume Jesus Symbol of God, scritto da Padre Roger Haight S. J., che implica la negazione della missione salvifica universale di Gesù Cristo e, di conseguenza, la missione della Chiesa di annunciare e comunicare il dono di Cristo salvatore a tutti gli uomini.
• Il 21 febbraio, in un messaggio alla Pontificia Accademia per la vita, il Santo Padre ribadisce con forza la condanna di aborto, fecondazione artificiale, eutanasia e ricorda che “la salute non è un bene assoluto“
• Il 22 febbraio viene sospeso a dinivis per sei mesi don Vitaliano della Sala, parroco italiano di S. Angelo a Scala, partecipante a manifestazioni assieme a comunisti e no-global.