“Avvenire”, 17.10.2002
===> Così cambia la preghiera mariana: ecco i cinque misteri «della luce»: le tappe della vita pubblica di Gesù la novità introdotta nella lettera «Rosarium Virginis Mariae»
===>La festa dei 25 anni: «Andrò avanti fino in fondo» Pubblichiamo il testo integrale dell’udienza generale di ieri, durante la quale, nell’anniversario della sua elezione, Giovanni Paolo II ha firmato la Lettera apostolica «Rosarium Virginis Mariae» e proclamato i prossimi dodici mesi Anno del Rosario.
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Durante il recente viaggio in Polonia, mi sono così rivolto alla Madonna: «Madre Santissima, […] ottieni anche a me le forze del corpo e dello spirito, affinché possa compiere fino alla fine la missione assegnatami dal Risorto. A te rimetto tutti i frutti della mia vita e del mio ministero; a Te affido le sorti della Chiesa; […] in Te confido e a Te ancora una volta dichiaro: Totus tuus, Maria! Totus tuus! Amen» (Kalwaria Zebrzydowska, 19.8.2002). Queste parole ripeto oggi, rendendo grazie a Dio per i ventiquattro anni del mio servizio alla Chiesa nella Sede di Pietro. In questo particolare giorno, affido nuovamente alle mani della Madre di Dio l a vita della Chiesa e quella tanto travagliata dell’umanità. A Lei affido anche il mio futuro. Depongo tutto nelle sue mani, affinché con amore di madre lo presenti al suo Figlio, «a lode della sua gloria» (Ef 1, 12).
2. Il centro della nostra fede è Cristo, Redentore dell’uomo. Maria non l’offusca, né offusca la sua opera salvifica. Assunta in cielo in corpo e anima, la Vergine, la prima a gustare i frutti della passione e della risurrezione del proprio Figlio, è Colei che nel modo più sicuro ci conduce a Cristo, il fine ultimo del nostro agire e di tutta la nostra esistenza. Per questo, rivolgendo alla Chiesa intera, nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, l’esortazione di Cristo a «prendere il largo», ho aggiunto che «ci accompagna in questo cammino la Vergine Santissima, alla quale […], insieme a tanti vescovi […], ho affidato il terzo millennio» (n. 58). E invitando i credenti a contemplare incessantemente il volto di Cristo, ho desiderato tanto che di tale contemplazione fosse per tutti maestra Maria, sua Madre.
3. Oggi intendo esprimere questo desiderio con maggiore chiarezza mediante due gesti simbolici. Firmerò tra poco la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Inoltre, insieme a questo documento, dedicato alla preghiera del Rosario, proclamo l’anno che va dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 «Anno del Rosario». Lo faccio non soltanto perché questo anno è il venticinquesimo del mio pontificato, ma anche perché ricorre il centoventesimo anniversario dell’Enciclica Supremi apostolatus officio, con la quale, il 1° settembre 1883, il mio venerato predecessore, il Papa Leone XIII, dette inizio alla pubblicazione di una serie di documenti dedicati proprio al Rosario. C’è poi un’altra ragione: nella storia dei Grandi Giubilei vigeva la buo na usanza che, dopo l’Anno Giubilare dedicato a Cristo e all’opera della Redenzione, ne venisse indetto uno in onore di Maria, quasi implorando da Lei l’aiuto per far fruttificare le grazie ricevute.
4. Per l’esigente, ma straordinariamente ricco compito di contemplare il volto di Cristo insieme con Maria, vi è forse strumento migliore della preghiera del Rosario? Dobbiamo però riscoprire la profondità mistica racchiusa nella semplicità di questa preghiera, cara alla tradizione popolare. Questa preghiera mariana nella sua struttura è in effetti soprattutto meditazione dei misteri della vita e dell’opera di Cristo. Ripetendo l’invocazione dell’«Ave Maria», possiamo approfondire gli eventi essenziali della missione del Figlio di Dio sulla terra, che ci sono stati trasmessi dal Vangelo e dalla Tradizione. Perché tale sintesi del Vangelo sia più completa e offra una maggiore i spirazione, nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae ho proposto di aggiungere altri cinque misteri a quelli attualmente contemplati nel Rosario, e li ho chiamati «misteri della luce». Essi comprendono la vita pubblica del Salvatore, dal Battesimo nel Giordano fino all’inizio della Passione. Questo suggerimento ha lo scopo di ampliare l’orizzonte del Rosario, affinché sia possibile a chi lo recita con devozione e non meccanicamente penetrare ancor più a fondo nel contenuto della Buona Novella e conformare sempre più la propria esistenza a quella di Cristo.
5. Ringrazio voi, qui presenti, e coloro che in questo singolare giorno sono a me uniti spiritualmente. Grazie per la benevolenza, e specialmente per l’assicurazione del costante sostegno della preghiera. Affido questo documento sul Santo Rosario ai Pastori e ai fedeli di tutto il mondo. L’Anno del Santo Rosario, che vivremo insieme, produrrà certamente benefici frutti nel cuore di tutti, rinnoverà e intensificherà l’azione della grazia del Grande Giubileo dell’Anno Duemila e diventerà sorgente di pace per il mondo. Maria, Regina del Santo Rosario, che vediamo qui esposta nella bella immagine venerata a Pompei, conduca i figli della Chiesa alla pienezza dell’unione con Cristo nella sua gloria!
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In San Pietro oltre ventimila fedeli all’udienza generale tra cori e acclamazioni per fare gli auguri al Pontefice
«A Maria mi rimetto per compiere fino alla fine la missione assegnatami». Così ieri la preghiera del Papa all’inizio del suo venticinquesimo anno di Pontificato
da Roma Salvatore Mazza
«Madre Santissima, ottieni anche a me le forze del corpo e dello spirito, affinché possa compiere fino alla fine la missione assegnatami dal Risorto. A te rimetto tutti i frutti della mia vita e del mio ministero; a Te affido le sorti della Chiesa; in Te confido e a Te ancora una volta dichiaro: Totus tuus, Maria! Totus tuus! Amen» La stessa, intensa preghiera pronunciata dal Papa lo scorso 19 agosto al santuario di Kalwaria Zebrzydowska, nell’ultima visita in Polonia, sono tornate a risuonare ieri sulle labbra di Giovanni Paolo II all’inizio dell’udienza generale caduta nel giorno del 24° anniversario della sua elezione al trono di Pietro: «Queste parole ripeto oggi – ha spiegato alle migliaia di pellegrini presenti nella piazza inondata da un tiepido sole – rendendo grazie a Dio per i ventiquattro anni del mio servizio alla Chiesa nella Sede di Pietro. In questo particolare giorno, affido nuovamente alle mani della Madre di Dio la vita della Chiesa e quella tanto travagliata dell’umanità. A Lei affido anche il mio futuro. Depongo tutto nelle sue mani, affinché con amore di madre lo presenti al suo Figlio, “a lode della sua gloria”». Nel ripetere il suo Totus tuus a Maria, Papa Wojtyla ha dunque nuovamente ribadito di essere determinato a proseguire la sua missione, allontanando ulteriormente qualunque illazione sulle sue dimissioni, come del resto è sempre stato evidente a chiunque abbia avuto modo di sbirciare la sua agenda di lavoro, sempre zeppa di impegni (e tra l’altro si torna a parlare del viaggio a Manila, nel gennaio prossimo, per l’incontro mondiale delle famiglie). In buona forma, ieri Giovanni Paolo II ha affidato questa sua determinazione ai pellegrini giunti a Roma per l’udienza e per esprimergli i loro auguri per la ricorrenza. Tra gli altri, circa quattromila polacchi, ai cui cori a voci spiegate il Papa ha unito la propria per oltre cinque minuti. Giunto in piazza San Pietro a bordo del fuoristrada bianco con cui ha percorso i corridoi tra le transennature, salutato da applausi e un interminabile agitare di bandierine e fazzoletti, nel discorso rivolto alla folla, avendo accanto il quadro della Vergine di Pompei, Giovanni Paolo II ha voluto sottolineare i due gesti con i quali ha inteso segnare l’anniversario del pontificato, la pubblicazione della Lettera sul Rosario e l’indizione di un anno dedicato al Rosario: «Dobbiamo riscoprire la profondità mistica racchiusa nella semplicità di questa preghiera, cara alla tradizione popolare – ha spiegato – Questa preghiera mariana nella sua struttura è in effetti soprattutto meditazione dei misteri della vita e dell’opera di Cristo… Perché tale sintesi del Vangelo sia più completa e offra una maggiore ispirazione, nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae ho proposto di aggiungere altri cinque misteri a quelli attualmente contemplati nel Rosario, e li ho chiamati “misteri della luce”. Essi comprendono la vita pubblica del Salvatore, dal Battesimo nel Giordano fino all’inizio della Passione. Questo suggerimento ha lo scopo di ampliare l’orizzonte del Rosario, affinché sia possibile a chi lo recita con devozione e non meccanicamente penetrare ancor più a fondo nel contenuto della Buona Novella e conformare sempre più la propria esistenza a quella di Cristo». Dopo aver ringraziato i presenti e quanti «mi sostengono con la preghiera», il Papa ha auspicato che «l’Anno del Santo Rosario, che vivremo insieme, produrrà certamente benefici frutti nel cuore di tutti, rinnoverà e intensificherà l’azione della grazia del Grande Giubileo dell’Anno Duemila e diventerà sorgente di pace per il mondo».