sulla dichiarazione promossa dalla francia manca la firma della santa sede
Gay, Obama abbandona la linea Bush. Appoggerà la dichiarazione dell’Onu
Il presidente americano appoggerà il documento contro la criminalizzazione dell’omosessualità
WASHINGTON – Sulla omosessualità il presidente americano Barack Obama si appresta a invertire rotta rispetto al suo predecessore George W. Bush: la nuova amministrazione, infatti, ha annunciato ufficialmente il proprio sostegno ad una dichiarazione dell’Onu che chiede la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità, mentre l’ex inquilino della Casa Bianca aveva scelto di non firmare il documento.
«NESSUN OBBLIGO LEGALE» – Il portavoce del dipartimento di Stato americano, Robert Wood, annunciando la decisione, ha sottolineato che questo non avrà comunque conseguenze giuridiche per gli Stati Uniti: «Il fatto di sostenere questa dichiarazione non ci dà alcun obbligo legale», ha precisato il portavoce americano. L’amministrazione Obama ha però poi lasciato intendere di volere abrogare la legge, molto controversa, che permette a gay e lesbiche di essere arruolati nelle forze armate a condizione di tenere sotto silenzio il loro orientamento sessuale. Si è palesata inoltre l’opposizione di Obama a un divieto costituzionale federale del matrimonio tra omosessuali, sostenendo d’altra parte il diritto delle coppie omosessuali all’adozione.
AMNESTY INTERNATIONAL – L’organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani ha espresso oggi soddisfazione per la decisione del presidente Barack Obama. «Ogni giorno noi ci battiamo per persone che rischiano la prigione, la tortura e anche la morte per la loro identità sessuale – afferma Amnesty in una dichiarazione -. Firmando la dichiarazione il presidente Obama darà un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente».
IL NO DELLA SANTA SEDE – Lo scorso dicembre, l’amministrazione Bush fu al centro di critiche per aver rifiutato di sottoscrivere il documento, al quale è stato dato l’appoggio tra gli altri dai paesi dell’Ue e da Giappone, Australia e Messico. Al momento sono 66, su 192, i membri dell’Onu che hanno firmato il documento. La Santa Sede ha scelto di non sottoscriverlo.
18 marzo 2009