Giugno: mese del Sacro Cuore di Gesù
di Plinio Corrêa de Oliveira
Oggi è la vigilia di una grande festa: il Sacro Cuore di Gesù. Vi consiglio calorosamente di leggere e di meditare le Litanie del Sacro Cuore. È una vera meraviglia! Vorrei commentarne alcune con voi oggi.
In primo luogo, questa bella invocazione: Cor Iesu, in sinu Vírginis Matris a Spíritu Sancto formátum, Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Madre.
Il Cuore di Gesù è, nella sua realtà materiale e carnale, l’oggetto del nostro culto, come simbolo della volontà di Nostro Signore e, quindi, del Suo amore per noi. È il cuore più santo che possa esistere poiché è unito ipostaticamente alla divinità. Eppure, questo Cuore è stato formato nel grembo della Madonna Immacolata, esclusivamente con la materia che la madre dà per formare il corpo del bambino. Questo Cuore è carne di Maria. Il Preziosissimo Sangue che per Esso fluisce è sangue di Maria. Parlare del Sacro Cuore di Gesù è parlare del Cuore Immacolato di Maria.
Meditiamo su questo mirabile processo di generazione per il quale la madre dà se stessa per formare il corpo del figlio. Gesù fu generato per intero dal e nel corpo di Maria, in un rapporto così intimo che Ella si consumava in un incendio di amore e di adorazione verso questo Figlio che si andava formando nel suo grembo. Possiamo perciò capire come il Cuore di Gesù sia sostanzialmente unito al Cuore Immacolato di Maria. Questo ci porta a valutare la fiducia senza riserve che dobbiamo avere nell’efficacia dell’intercessione della Madonna, tenendo presente che Nostro Signore non può rifiutare niente a una Madre santissima e perfetta. Nei confronti della Sua Madre, Gesù ha il riguardo più superlativo (se mi permettete il pleonasmo) che il Creatore possa avere riguardo alla Sua più perfetta creatura. Tanto più che Egli sa che la Sua carne, ipostaticamente unita alla Seconda Persona della Santissima Trinità, è interamente carne della Sua Madre. Per noi che abbiamo una grande devozione alla Madonna, questa meditazione ha un grande significato.
Un’altra bella invocazione: Cor Iesu, maiestatis infinitae, Cuore di Gesù, di maestà infinita.
Sant’Agostino dice: “Ubi humilitas, ibi maiestas. Dove c’è l’umiltà, c’è la maestà”. Le due cose sono inseparabili. Possiamo quindi concludere che il Sacro Cuore di Gesù, che è un abisso di umiltà, è anche un universo di maestà. Come vorrei essere un artista per dipingere una figura di Nostro Signore che esprima non solo la maestosità, e nemmeno solo l’umiltà, ma la loro sintesi. Ogni immagine pia del Sacro Cuore di Gesù esprime, in un certo modo, ciò che la maestà ha in comune con l’umiltà, e ciò che l’umiltà ha in comune con la maestà. Nostro Signore è la più alta sintesi della santità, in cui entrambe le virtù si incrociano e si fondono.
Il Beau Dieu d’Amiens
Ricordo la figura detta il Beau Dieu d’Amiens, nel portale della cattedrale di Amiens, in Francia. Gesù non ha il Sacro Cuore sul petto, anche perché all’epoca tale devozione non esisteva ancora. Ma io lo trovo altamente espressivo in questo senso. È un Re il più meritevole, il più nobile, ma allo stesso tempo così sereno, così mansueto, così padrone di sé. Egli sembrerebbe capace di subire la peggiore ingiuria e di rimanere totalmente impassibile, tranquillo, sereno, senza la benché minima reazione del proprio amore ferito. Sempre che questo fosse l’atteggiamento più virtuoso in tale contingenza. Secondo me, l’immagine del Beau Dieu d’Amiens è quella che meglio rappresenta l’altissima sintesi fra la somma maestà e la perfetta umiltà.
Come figli della Contro-Rivoluzione, tenendo conto che la Rivoluzione fa una caricatura dell’umiltà e tace sulla maestà, dobbiamo chiedere al Cuore di Gesù che ci dia quella forma elevata e nobile di maestà, quel senso di regalità che è caratteristica essenziale dello spirito contro-rivoluzionario. Ciò implica un senso dell’ordine, dell’onore, della gerarchia che è maestoso, anche quando si tratta del più umile degli uomini.
Non posso non invocare a tale riguardo la straordinaria figura della beata Anna Maria Taigi (1769-1837). Era una semplice cuoca a Roma, non voleva spacciarsi per regina. Aveva, però, una tale maestà che era impossibile passarle a fianco senza esserne intimidito. Oppure santa Teresina di Gesù Bambino (1873-1897), così maestosa nella sua modestia e nella sua affabilità, che suo padre la chiamava “ma petite Reine”.
Un’altra invocazione: Cor Iesu, fornax ardens caritatis, Cuore di Gesù, fornace ardente di carità.
Il Cuore di Gesù è una fornace ardente dell’amore di Dio, perché la carità è propriamente l’amore di Dio. E il fatto che Egli ne sia una fornace ardente — cioè non solo un forno, che già darebbe l’idea di fuoco, ma una fornace ardente — rende chiaramente l’idea che Egli è al centro di tutto l’amore di Dio. La devozione al Sacro Cuore di Gesù, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, è fatta appositamente per coloro che, afflitti da tiepidezza spirituale, trascinano faticosamente la propria vita spirituale. Questa devozione comunica loro il fuoco della fornace ardente della carità. Se vogliamo, per noi e per gli altri, il vero amore di Dio; è questa una delle devozioni più adatte e più eccellenti.
Il valore della sofferenza
Un’altra invocazione molto importante per il nostro tempo: Cor Iesu, pátiens et multae misericórdiae, Cuore di Gesù, paziente e misericordioso.
Che cosa vuol dire, esattamente, essere paziente? Paziente è chi soffre. Possiamo quindi dire: Cuore di Gesù sofferente e misericordioso. Sofferente anche per i mali che noi Gli procuriamo. Il Cuore di Gesù disposto a soffrire fino in fondo, che ama la sofferenza perché ne comprende il valore, ci insegna che la sofferenza è la grande legge della vita. Una vita senza sofferenza non vale assolutamente nulla. Da un certo punto di vista, la vita dell’uomo vale nella misura in cui soffre e ama la sofferenza. Ciò è quanto ci insegna il Cuore di Gesù paziente.
Una delle espressioni più tipiche della capacità di soffrire è lo spirito di iniziativa, per cui l’uomo supera la pigrizia, vince la sonnolenza, affronta con successo la noia, calpesta l’egoismo e si butta nel lavoro, si lancia nella lotta, nel punto più arduo se necessario, pronto ad abbandonarla senza indugio nel caso gli interessi della Chiesa puntino nella direzione opposta. La forma più elevata di pazienza è lo spirito di combattività, per cui l’uomo rinuncia al proprio comfort per servire gli interessi della Chiesa. Ecco ciò che dobbiamo chiedere al Cuore di Gesù, paziente e misericordioso.
Essere misericordioso vuol dire avere pietà. Ecco un altro aspetto del Sacro Cuore di Gesù, che credo non sia sempre ben capito dalle generazioni più giovani: la misericordia divina perdona non una volta, né due, né duemila. La misericordia divina perdona sempre perché non vuol essere superata nel perdonare. Questo ci porta ad avere una fiducia illimitata nel Sacro Cuore di Gesù, per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria. Cuore di Gesù, paziente e misericordioso. Paziente con i miei difetti e con i miei peccati, misericordioso con le mie mancanze, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, abbiate pietà di me! È un’ottima invocazione da recitare molte volte al giorno, per non perdere la fiducia in Nostro Signore Gesù Cristo.
Ringraziamento dopo la Comunione
Ancora un’invocazione: Cor Iesu, propitiátio pro peccatis nostris, Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati.
A volte capita che ci sentiamo fondamentalmente indegni. Anche le anime più pure e più virtuose si sentono indegne. Capiscono che di fronte all’infinita giustizia di Dio noi non siamo nulla. Questa invocazione dà pace all’anima: il Sacro Cuore di Gesù è una propiziazione per i nostri peccati.
Che cosa vuol dire propiziazione? Io sono inutile. I sacrifici che faccio non valgono nulla perché vengono da me, che non valgo niente. Ma c’è una Vittima che vale tutto perché è senza macchia, senza difetti, è una Vittima unita ipostaticamente alla divinità stessa. Questa Vittima è Nostro Signore Gesù Cristo, che offre Se stesso per me. Tutto ciò che io non riesco a ottenere, questa Vittima ottiene per me.
Questa Vittima si è addossata i miei peccati, e li ha espiati per me. Perciò, se da una parte considero i miei peccati con enorme vergogna e contrizione, dall’altra li considero con un’immensa fiducia perché Qualcuno è morto per me, Qualcuno ha versato fino all’ultima goccia di sangue per me. Io non ho alcuna fiducia in me, ma questo Sangue infinitamente prezioso è stato versato per me.
Un’ultima invocazione: Cor Iesu, fons totíus consolationis, Cuore di Gesù, fonte di ogni consolazione.
La parola consolazione ha due sensi: rafforzare, o rinvigorire, e comunicare gioia. È la gioia, la soavità, l’unzione dello Spirito Santo. In entrambi i sensi, il Sacro Cuore di Gesù è la fonte di ogni consolazione. La nostra forza viene da Lui. È Lui che ci dà la forza quando ci sentiamo deboli, tiepidi, disorientati. Quando ci troviamo di fronte a qualche grande atto di generosità a cui siamo chiamati, senza il coraggio di realizzarlo, non facciamo “olimpismo”, non immaginiamo che bastino le nostre forze. No! Il Sacro Cuore di Gesù è la fonte di ogni forza. Attraverso il Cuore Immacolato di Maria, che è l’unico canale per arrivare al Cuore di Gesù, dobbiamo andare da Lui e chiedergli la forza, con la certezza che non ne usciremo frustrati. Con l’aiuto del Sacro Cuore avrò la forza che serve per fare anche le cose più ardue e più difficili nella vita spirituale.
Ecco alcune considerazioni che possiamo utilizzare quando facciamo il ringraziamento dopo la Comunione.
Quanto sarebbe utile, per esempio, meditare ogni giorno su un’invocazione del Sacro Cuore di Gesù durante il ringraziamento, tenendo conto che abbiamo appena ricevuto la Comunione, cioè la presenza reale di Nostro Signore. Possiamo meditare, per esempio, sul Sacro Cuore come fonte di ogni forza:
Signore, Voi siete la fonte di ogni forza. Io vorrei avere mille volte più forza di quanto ne ho, per servirvi meglio. So che questa fonte di ogni forza è adesso presente dentro di me; so che la fonte della forza siete Voi. Datemi forza contro i Vostri nemici esterni e contro le mie cattive tendenze, che sono pure nemiche Vostre. Abbiate pietà di me, Ve lo chiedo per mezzo del Cuore Immacolato di Maria.
Questo dovrebbe essere fatto seguendo liberamente i movimenti della nostra anima. Da parte mia, resta un suggerimento: quando, nel ringraziamento dopo la Comunione, sentite aridità, cioè quando non avete niente da dire a Nostro Signore, recitate una di queste invocazioni e meditate. Avrete fatto un eccellente Comunione, fonte di vere grazie.