il Foglio – 1 maggio 2012 – ore 06:59
Mattanza di cristiani in Nigeria
E’ in corso una pulizia religiosa da parte dell’islam. Criptarla non aiuta
Non passa un giorno senza che i cristiani vengano fatti a pezzi in Nigeria. Di fronte alle scuole, alle chiese, alle proprie case. Si tratta di un progetto di pulizia confessionale che non ha uguali al mondo e che fa impallidire persino le cronache da Iraq ed Egitto. Più di mille cristiani nigeriani uccisi soltanto nel 2011. I “talebani africani”, la setta qaidista Boko Haram, sono votati allo sterminio dei cristiani e all’imposizione in tutto il paese della sharia.
Delle guerre di religione l’occidente ha un remoto ricordo e fatica a decifrare quanto sta accadendo in Africa. La Nigeria ha 170 milioni di abitanti ed è il cuore pulsante della produzione petrolifera mondiale. E’ anche uno dei laboratori per la convivenza fra cristiani e musulmani: la popolazione è al 40 per cento cristiana, di cui il 20 per cento cattolica, l’altra metà è musulmana. Per questo sono apparse un po’ troppo timide le parole del nostro ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi. Il fondatore di Sant’Egidio ha detto che i cristiani sono presi di mira perché “simbolo del pluralismo” e che anche i musulmani sono vittime di questa ideologia mortifera. No, i cristiani sono uccisi in quanto “infedeli”, “maiali”, “adoratori della croce”, considerati “indegni di vivere” nella logica diabolica dell’islam politico.
Un dettato radicato nelle scritture e nei discorsi degli imam, cui si oppongono talora alcuni coraggiosi moderati: “Fai loro la guerra finché non esisterà più l’idolatria e la religione di Allah regnerà suprema”, “Allah umilierà i non credenti”, “Quando si concluderanno i mesi sacri, uccidi gli idolatri ovunque li troverai”. E’ bastato il suono delle campane perché i terroristi facessero esplodere due chiese a Maiduguri. All’indomani dell’11 settembre, le televisioni di tutto il mondo trasmisero uno spot di al Qaida. Un drappello di jihadisti fa irruzione in una casa, marcia sotto lo stendardo nero, si addestra e spara contro un bersaglio. Una croce cristiana. Ammansire la tigre islamista, criptare le radici del conflitto dicendo che è etnico e non religioso, non aiuterà a fermare il dissanguamento della Nigeria. Troppe stragi passano in cavalleria, inframezzate al massimo da qualche lite diplomatica fra i regimi islamici e la Santa Sede.
© – FOGLIO QUOTIDIANO
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AFRICA/NIGERIA – “Lo Stato deve essere maggiormente pro-attivo per contrastare Boko Haram che ha messo nel mirino la Chiesa” dice l’Arcivescovo di Jos
Abuja (Agenzia Fides)- “Questi attacchi sono una continuazione dello stato di insicurezza sul quale da tempo abbiamo espresso la nostra preoccupazione di Vescovi” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Ignatius Ayau Kaigama Arcivescovo di Jos a Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, commentando gli attentati del 29 aprile contro luoghi di culto cristiani a Kano e Maiduguri, nel nord della Nigeria. A Kano una bomba, esplosa in un edificio della Bayero University, dove si stava celebrando la Messa, ha provocato la morte di almeno 16 persone e il ferimento di altre 22. A Maiduguri invece un commando di terroristi ha aperto il fuoco sui fedeli raccolti in preghiera nella cappella della Church of Christ, uccidendo 5 persone.
“Avevano sperato che gli attentati cessassero invece stanno diventando sempre più mortali, provocando la morte di fedeli innocenti, di studenti innocenti e di giornalisti innocenti” afferma Mons. Kaigama ricordando gli attacchi del 26 aprile contro due sedi di quotidiani nella capitale federale Abuja e a Kaduna, nel nord.
“Boko Haram ha ampliato la lista degli obiettivi da colpire: posti di polizia, scuole, chiese, università, redazioni di giornali. La Chiesa, specie quella cattolica, è un obiettivo perché, agli occhi dei fanatici di Boko Haram, rappresenta quella cultura e quei valori occidentali che essi affermano di combattere, in particolare l’istruzione occidentale” continua Mons. Kaigama.
La setta cerca in questo modo di conquistate spazi in quella parte della società del nord della Nigeria che fa fatica ad accogliere il dialogo interreligioso. Come ricorda Mons. Kaigama “a Kano non è stata colpita una chiesa cattolica ma una comunità cattolica raccolta in uno spazio universitario per partecipare alla Messa. Questo perché a Kano i cristiani incontrano forti difficoltà a costruire le proprie chiese e luoghi di culto”.
Nonostante il massiccio dispiegamento di militari, i sequestri di armi ed esplosivi e la cattura di militanti, Boko Haram ha intensificato gli attacchi. “A mio avviso penso che il governo debba riconsiderare la strategia di contrasto al terrorismo. Ci si deve chiedere dove sarà il prossimo attacco? In un aeroporto? In un mercato all’aperto o in un altro luogo affollato? Penso che le nostre agenzie di sicurezza devono agire in maniera maggiormente pro-attiva cercando di anticipare le mosse dei terroristi” conclude l’Arcivescovo di Jos. (L.M.) (Agenzia Fides 30/4/2012)