IL MOTU PROPRIO di Benedetto XVI

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Agenzia FIDES – 1 agosto 2007

 

della Congregazione per l’evangelizzazione de popoli

DOSSIER FIDES

 

DOSSIER

A cura di

N. Bux e S. Vitiello

 

IL MOTU PROPRIO di Benedetto XVI

Summorum Pontifi*censura* cura

Possiamo concludere con un importante testo dell’allora Cardinal Ratzinger, che il 24 Ottobre 1998 diede una conferenza ai pellegrini venuti per celebrare il decimo anniversario del Motu Proprio Ecclesia Dei di Giovanni Paolo II:

"Il Concilio non ha, per se stesso, riformato (nel senso di inventare) i libri liturgici, ma ha disposto la loro revisione, e a tal fine ha dato alcune norme fondamentali. Prima di ogni altra cosa, il Concilio ha dato una definizione di cosa sia la liturgia, e tale definizione costituisce il termine di paragone per ogni celebrazione liturgica. Dove si scansano tali norme e si mettono da parte le normae generales che si trovano ai numeri 34 – 36 della Constitutio De Sacra Liturgia (SC), in tal caso certamente ci si rende colpevoli di disobbedienza al Concilio! E’ alla luce di questi criteri che le celebrazioni liturgiche devono essere valutate, sia che avvengano secondo i libri antichi sia che avvengano secondo i nuovi. E’ bene ricordare qui che il Cardinal Newman osservava che la Chiesa, durante la sua storia, non ha mai abolito o proibito le forme liturgiche ortodosse, cosa che sarebbe del tutto alinea dallo spirito ecclesiale. Una liturgia ortodossa, cioè quella che manifesta la vera fede, non è mai una compilazione di differenti cerimonie, fatta secondo criteri pragmatici, costruita in modo positivistico e arbitrario, oggi in una maniera e domani in un’altra. Le forme ortodosse di un rito sono realtà vive, sgorgate dal dialogo d’amore tra la Chiesa e il suo Sposo. Esse sono l’espressione della vita della Chiesa, che hanno nutrito la fede, la preghiera e la vera vita di tutte le generazioni, e che incarnano in forme specifiche sia l’azione di Dio sia la risposta dell’uomo. Tali riti possono finire, se quelli che li hanno usati in una particolare epoca dovessero scomparire, oppure se le condizioni di vita di quelle stesse persone dovesse cambiare. L’autorità della Chiesa ha il potere di definire e limitare l’uso di tali riti nelle differenti situazioni storiche, ma essa non può mai just puramente e semplicemente proibirli! Così il Concilio ha disposto la riforma dei libri liturgici, ma non ha proibito i libri precedenti" (Notiziario 126-127 di UNA VOCE).  

La rigidità e l’uniformità postulata anche da alcuni noti liturgisti, non è stata mai la prassi liturgica della Chiesa. L’Indulto voleva essere proprio un invito alla tolleranza, il Motu Proprio lo ha ampliato e, speriamo, più pienamente realizzato.

Links:

VATICANO – Lettera Apostolica del Santo Padre Benedetto XVI, in forma di Motu proprio, "Summorum Pontifi*censura*" sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970

(Fides del 9/07/2007)

Il testo integrale del Motu Proprio, in latino

http://www.evangelizatio.org/portale/adgentes/pontefici/pontefice.php?id=837

VATICANO – Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il "Motu proprio" sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970

Fides del 9/07/2007

Il testo integrale della lettera del Santo Padre, in diverse lingue

http://www.evangelizatio.org/portale/adgentes/pontefici/pontefice.php?id=836