Luigi Negri, Ripensare la modernità, Edizioni Cantagalli (tel.: 0577-42102), Siena 2003, pp. 166, € 8,80.
Don Luigi Negri, sessantaduenne sacerdote diocesano milanese, membro del Consiglio Internazionale di Comunione e Liberazione, docente di Introduzione alla Teologia e di Storia della Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, visiting professor di Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze e docente di Ecclesiologia presso il Seminario di Albenga, già autore di importanti testi fra cui False accuse alla Chiesa (Piemme, Casale Monferrato [Alessandria] 1997; giunto nel 2002 alla sesta edizione) e Controstoria. Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa (San Paolo, Cinisello Balsamo [Milano] 2000), è pure autore del volume dal titolo Ripensare la modernità, nato – come dichiara nella prefazione lo stesso don Negri – a seguito delle insistenze dell’editore Davide Cantagalli «come riflessione sulla possibilità – teorica e critica – di un dialogo tra laici e cattolici» (p. 21).
Un’ampia introduzione del presidente della Fondazione Liberal e direttore dell’omonimo bimestrale, Ferdinando Adornato, introduce le non molte ma dense pagine del libro, il quale sviluppa alcune interessanti questioni.
Posto che con il termine modernità si intenda indicare il mondo nato in Occidente a seguito dell’espulsione del cattolicesimo dalla vita pubblica, si nota come quest’epoca sia stata caratterizzata senza dubbio dal pensiero laicista. Tuttavia, la medesima epoca ha visto anche pensatori la cui visione globale del mondo non è incompatibile con il messaggio cristiano: un esempio in tal senso è quello di Alexis de Tocqueville (1805-1859). L’attenzione e il dialogo con le idee espresse da questi pensatori può rappresentare un passo verso il superamento delle derive della modernità «laicista» a favore di una «sana laicità», che può essere favorito anche dall’attenta lettura di autori cattolici poco noti ma importanti come il sacerdote roveretano Antonio Rosmini Serbati (1797-1855).
Il libro di don Negri supporta la tesi e l’auspicio della transizione verso una «sana laicità» prima analizzando la componente laicista della modernità e poi la componente – appunto – «sana» del pensiero laico, sottolineando peraltro l’importante ruolo giocato in epoca moderna dalla Chiesa cattolica, che si è prodigata nella difesa di alcuni principi fondamentali quali la priorità della persona e della società sullo Stato e la libertà religiosa.
Apprezzabilissimo inoltre il capitolo in cui l’autore offre in pochi ed efficaci tratti una panoramica schematica delle diverse tappe che hanno scandito la formazione del corpus costituente la Dottrina sociale della Chiesa.
Andrea Menegotto
(Recensione pubblicata originariamente in Il Domenicale. Settimanale di cultura, anno 3, n. 2, 10 gennaio 2004, con il titolo «La sana laicità»)
PREFAZIONE (pp. 21-22) dell’Autore
Ho ceduto alla fine alle insistenze dell’amico Davide Cantagalli a pubblicare questo libro come riflessione sulla possibilità – teorica e critica – di un dialogo tra laici e cattolici.
Sono arrivato alla età della vita in cui posso permettermi di scrivere tutto quello che penso, senza preoccuparmi degli “apparati critici” a sostegno della mia posizione. Per questo le note in questo volume saranno ridotte all’esenziale.
Non è un libro per specialisti: ma può servire a tutti quelli che intendono vivere con coscienza e passione questo tempo, così denso di crisi, per contribuire ad un futuro positivo e più positivo e più libero per la persona e per i popoli.
L’ideologia non è ancora morta: stende la sua ombra negativa sulla nostra vita e tende a ridurre, anche oggi, i margini di quella libertà in cui si può essere con verità uomini liberi, responsabili e creativi.
A tutti questi uomini dedico questa mia breve, e ultima fatica. Il mio pensierosi è formato e vive in “dialogo” permanente con i “grandi” che, fin dalla mia prima giovinezza, ho potuto frequentare e da qui ho ricevuto la sostanza più profonda del mio pensiero: fra tutti Newman, Guardini, De Lubac, Danielou, Von Balthasar, Gilson, Guitton, Ricci e tanti altri. Ma tutto si verifica quotidianamente nel dialogo costante e sempre più profondo con i due grandi maestri che vivono accanto a me: Giovanni Paolo II e Mons. Luigi Giussani.
Per avermi aiutato a stendere e corredare le note e la breve nota bibliografica i miei ringraziamenti vanno al Dottor Giulio Luporini.
Milano, 29 agosto 2002 LUIGI NEGRI
Con il permesso dell’Editore