Avvenire – Se si vuol salvare la comunità occorre salvare la famiglia

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

Avvenire – 22 settembre 2014
Consiglio permanente Cei
Bagnasco: «Famiglia protagonista»

di Gianni Cardinale

Papa Francesco ha confermato fino alla scadenza del mandato in corso (che termina nel marzo 2017) di presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. La notizia è stata ufficializzata ieri dal porporato all’inizio della prolusione pronunciata all’inizio della sessione autunnale del Consiglio permanente. Il cardinale ha ricordato che nel corso dell’Assemblea generale di maggio «seguendo le indicazioni del Papa» – la Cei ha «rivisitato» il proprio Statuto e il Regolamento su alcuni punti. E ha spiegato come «i risultati sono stati prontamente presentati al Santo Padre che ha espresso piena soddisfazione». Le variazione dello Statuto hanno già «ricevuto la “recognitio” della Santa Sede», ha aggiunto il porporato. Specificando appunto che «le modifiche apportate andranno in vigore – per espressa volontà del Sommo Pontefice – alla scadenza dell’attuale mandato del Presidente» che, come noto, è stato rinnovato per un ulteriore quinquennio da Benedetto XVI il 7 marzo 2012.

(altro…)

Continua a leggereAvvenire – Se si vuol salvare la comunità occorre salvare la famiglia

CorSera – Superficialità ed errori nelle tesi di Kasper

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

CorSera

chiesa e famiglia
«No alla comunione ai divorziati» Cinque cardinali contro le aperture
Presa di distanza da Kasper, incaricato dal Papa di fare la relazione al Concistoro Müller (ex Sant’Uffizio): «Misericordia non è dispensa dai comandamenti»
M. Antonietta Calabrò

(altro…)

Continua a leggereCorSera – Superficialità ed errori nelle tesi di Kasper

Vescovo si prostra davanti al mondo

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

L’arcivescovo di Trento si prostra all’ideologia del secolo
(di Christian De Benedetto)

Giornali locali e nazionali, siti internet, blog, radio e televisioni hanno parlato, spesso disinformando, di quanto accaduto all’Istituto Sacro Cuore di Trento – scuola pubblica (non statale) paritaria cattolica – tra la direttrice suor Eugenia Liberatore e una dipendente a tempo determinato cui la scuola non ha rinnovato il contratto di lavoro.

Una questione assolutamente particolare, come è un rapporto di lavoro, è divenuta così un “caso nazionale” semplicemente perché l’insegnante cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro ha ritenuto di portare il proprio caso all’attenzione della stampa trovando in “Repubblica” una tribuna interessata a farne l’ennesimo spot sulla così detta omofobia. E si, perché l’insegnante in questione sarebbe lesbica e, proprio per questa sua omosessualità, sarebbe stata “discriminata” dalle suore che gestiscono l’Istituto Sacro Cuore.

Non si tratterebbe solo d’una insegnante lesbica ma, come ha ricordato madre Eugenia, d’una insegnante che, durante le ore di lavoro presso una scuola cattolica quale è l’Istituto Sacro Cuore, avrebbe ripetutamente espresso opinioni favorevoli all’omosessualità. Il tutto provocando l’indignata reazione di molti genitori che hanno rivolto forti lamentele alla direttrice chiedendo provvedimenti contro una condotta giudicata incompatibile con il progetto educativo della scuola.

L’Arcigay e la galassia LGBT hanno gridato alla persecuzione, i media laici hanno cavalcato la notizia sotto l’etichetta (ormai di moda) dell’omofobia, “Avvenire” e “Sir” si sono segnalati per la timidezza, la ministra Stefania Giannini ha inviato degli ispettori sentenziando: «Laddove ci trovassimo di fronte ad un caso legato ad una discriminazione di tipo sessuale agiremmo con la dovuta severità». Dalla CEI neppure una parola e così dai superiori di suor Eugenia. Le suore dell’Istituto Sacro Cuore di Trento sono state lasciate sole, mentre giornali e politica davano il peggio di sé.

Di fronte al terrorismo verbale che ha violentemente aggredito le suore “colpevoli di omofobia”, proprio quei Pastori che dovrebbero difendere il gregge loro affidato anche a costo della propria vita hanno mostrato il volto pusillanime d’una gerarchia sempre più prostrata al mondo.

In tanto timoroso silenzio l’Arcivescovo di Trento mons. Luigi Bressan ha, invece, parlato. Il buon cattolico penserà che il Vescovo di suor Eugenia abbia fatto sentire la sua forte voce in difesa della decisione presa dalle suore, per ricordare il diritto della Chiesa a educare e delle scuole cattoliche a selezionare i docenti secondo un progetto educativo conforme al Vangelo, per denunciare la violenza dei media e la follia giuridica che si nasconde dietro il termine “omofobia” come la diabolicità dell’agenda LGBT. Niente di tutto questo! «Non ci deve essere nessun tipo di discriminazione di tipo sessuale» queste, invece, le parole di mons. Bressan che ha subito convocato suor Eugenia «per chiarire le cose». Eppure san Giovanni Paolo II ricorda che la Sacra Scrittura «presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni» (CCC, 2357) e che la stessa inclinazione omosessuale è oggettivamente disordinata (CCC, 2358).

(altro…)

Continua a leggereVescovo si prostra davanti al mondo

Il fallimento della pastorale progressista

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

Il fallimento della pastorale progressista

(di Mauro Faverzani, per Corrispondenza Romana del 23 luglio 2014)

 

Se davvero a soffocare la frequenza alle Messe e le vocazioni nei Seminari fosse una Chiesa ricurva su sé stessa e conservatrice, come pontificano (a sproposito) molti soloni del post-Concilio, la Germania dovrebbe rappresentare in tal senso un “unicum”, una sorta di “isola felice”, un’esplosione di vitalità ecclesiale.

Ha la maggior percentuale di vescovi “ribelli”, ipercritici verso Roma, iperprogressisti ed aperti al nuovo purchessia (quindi, accesso ai Sacramenti da parte dei divorziati risposati ed omosessuali), a favore del celibato dei preti e del sacerdozio femminile. Cosa chiedere di più? Ma i numeri, ancora una volta, dimostrano il contrario.

Dimostrano come certi pastori, politicamente corretti ma spiritualmente distratti, non facciano presa, non rappresentino un modello convincente per i loro fedeli, non siano testimoni credibili ed autorevoli. Perdendo anime. Sono state diffuse dalla Chiesa cattolica tedesca le ultime statistiche ufficiali relative al 2013: in Germania i cattolici sono ancora oltre 24 milioni, quindi circa il 30% della popolazione complessiva. Alcuni cambiamenti strutturali, frutto delle scelte pastorali compiute nelle Diocesi, han comportato una flessione nel numero delle parrocchie, passate da 11.222 a 11.085.

Le prime note davvero dolenti riguardano i Sacramenti, che han registrato una netta contrazione, confermando così una tendenza già manifestatasi negli anni precedenti. Nel 2013 sono stati celebrati 164.664 battesimi contro i 167.505 del 2012; 43.728 i matrimoni contro i 47.161 del 2012. Nella Chiesa cattolica han fatto il proprio ingresso 3.062 persone, 6.980 quelle riammesse. Nulla però di cui entusiasmarsi, poiché gli abbandoni hanno avuto un’impennata, passando dai 118.335 del 2012 (cifra comunque preoccupante) addirittura ai 178.805 del 2013. La frequenza alle Messe lo scorso anno è ulteriormente calata, per la precisione del 10,8%: secondo le statistiche, solo 2,6 milioni di cattolici avrebbero partecipato alle funzioni domenicali, stima peraltro ritenuta da alcuni già ottimistica. Nel 2012 furono 2,9 milioni, nel 2011 furono 3 milioni.

Un’emorragia continua, crescente, inarrestabile. Crollo anche nel numero dei sacerdoti cattolici in Germania: sono 146 in meno su un totale già non entusiasmante di 14.490. In lieve aumento solo i cooperatori laici, passati dai 3.119 del 2012 ai 3.140 del 2013. Di necessità, virtù. Ma non possono certo sostituirsi al clero. Sono numeri, che lasciano veramente allibiti. Da leggersi con urgenza come un chiaro invito rivolto ai sacerdoti tedeschi, affinché recuperino – ed in fretta – credibilità, autorevolezza, coerenza morale e ideale tra la sana Dottrina e la prassi.

Poiché perder fedeli non comporta, come nel mondo dei media, solo un calo di audience. Significa perdere anime, impedir loro di giungere a quella Salvezza, cui solo la Chiesa può condurle. Significa in ultima istanza rendersene responsabili. Ed, un giorno, doverne rispondere di fronte a Dio. (Mauro Faverzani)

(altro…)

Continua a leggereIl fallimento della pastorale progressista

Galantino, buchi e toppe (peggiori…)

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

Galantino, buchi e toppe (peggiori…)

(di Marco Tosatti su La Stampa del 21-07-2014)

 

Galantino, buchi e toppe. Sono in un luogo in cui i collegamenti internettanti sono labili e discontinui, e vedo solo ora la notizia che Zenit riporta di un’intervista del Segretario generale della CEI, mons. Nunzio Galantino, al mensile “Sempre”.

Mons. Galantino risponde alle critiche che gli sono state rivolte. “Un’aggressione che in realtà mi ha fatto un po’ male”. Il riferimento, scrive Zenit, è alle polemiche seguite alle sue dichiarazioni in cui sosteneva di non identificarsi “con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche”. Il Segretario della Cei ritiene si sia trattato di un equivoco dovuto a strumentalizzazioni mediatiche. “L’intervista in questione – spiega – è nata in un contesto specifico: l’influenza che hanno i mezzi della comunicazione sociale. In quell’occasione dichiaravo che dobbiamo stare attenti soprattutto alla televisione nella quale si utilizzano solo le immagini che aiutano a sostenere la propria tesi personale. Citavo l’esempio di chi inquadra i volti più inespressivi di coloro che recitano il rosario davanti alle cliniche contro l’aborto”.

Un metodo mediatico che “intende depotenziare non solo il rosario recitato davanti alla clinica, ma anche il movimento, grande e straordinario, che c’è dietro”, afferma mons. Galantino. Per cui, il suo era piuttosto un monito a stare in guardia da simili strumentalizzazioni. La dichiarazione decontestualizzata dall’intervista è stata dunque la fonte dell’equivoco. “A volte – riflette il presule – gli esponenti di certi nostri movimenti non leggono l’intervista per intero, ma solo il titolo del giornale, che evidentemente ha tutto l’interesse a scegliere unicamente l’espressione che fa scandalo e crea problemi. Così partono 10.000 tweet o 15.000 post su Facebook contro il vescovo Galantino… “. In questo contesto di critiche che gli sono state rivolte contro, il segretario della Cei afferma di essere rimasto “impressionato” dalla “cattiveria sommaria di certe persone che dicono di recitare il rosario. È preoccupante sapere che chi recita il rosario poi è capace di esprimersi con questi toni, con questa violenza verbale”.

Ecco il brano dell’intervista del 12 maggio , riportata dal Quotidiano Nazionale. Domanda: Negli anni scorsi la Cei ha investito molto sui valori non negoziabili (vita, famiglia, educazione). Il Papa non ha a cuore questa espressione, anche lei? Risposta: “Pensiamo alla sacralità della vita. In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro”.

(altro…)

Continua a leggereGalantino, buchi e toppe (peggiori…)

Teologi agguerriti mettono in ginocchio la teologia di Kasper

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

Teologi agguerriti mettono in croce la teologia in ginocchio di Kasper

(di Matteo Matzuzzi su Il Foglio del 24-07-2014) 

 

Roma. “Consideriamo il recente volume del cardinale Kasper, basato sul suo discorso al Concistoro, come una tipica proposta sul divorzio e il nuovo matrimonio”.

A scriverlo, in un corposo articolo che sarà pubblicato sul numero di agosto della rivista Nova et Vetera, otto teologi statunitensi – tra cui sette domenicani – docenti alla Pontificia facoltà dell’Immacolata concezione di Washington, all’Ateneo dell’Ohio e alla Catholic University of America. “Le proposte del cardinale Kasper sono simili a quelle che, negli ultimi mesi, erano apparse sui media in quanto discusse dalla Conferenza episcopale tedesca”, notano prima di tutto gli estensori del saggio, aggiungendo che “sebbene di per sé relativamente semplici, tali proposte sollevano un’ampia gamma di questioni teologiche”.

Il punto di partenza per ogni discussione in vista del Sinodo, osservano, è che “un matrimonio rato e consumato tra due battezzati non può essere sciolto da alcun potere umano, incluso quello di vicario che è assegnato al Romano Pontefice”. E’ stato Giovanni Paolo II, prosegue il saggio, a chiarirlo “una volta per tutte”.

Se la chiesa “dovesse cedere alle crescenti pressioni che vorrebbero metterla a tacere sulla dimensione pubblica del matrimonio, ciò costituirebbe un passo verso uno sviluppo in negativo e vorrebbe dire abbandonare un elemento essenziale nonché la ragione stessa del matrimonio”.

Dallo studio delle proposte illustrate dal cardinale Kasper, si legge sulla rivista fondata nel 1926 dal futuro cardinale Charles Journet e da Jacques Maritain, e oggi diretta dal cardinale Georges Cottier, ciò che emerge è “una sfiducia nella castità”. “L’eliminazione dell’obbligo della castità per i divorziati – scrivono i teologi domenicani – costituisce la principale innovazione delle proposte medesime, dato che la chiesa permette già ai divorziati risposati, che per un motivo grave continuano a vivere insieme, di ricevere la comunione qualora accettino di vivere come fratello e sorella e non vi è pericolo di scandalo.

L’assunto delle attuali proposte, a ogni modo, è che tale castità sia impossibile per i divorziati. Forse che ciò non evidenzia una velata disperazione nei confronti della castità e del potere della grazia di sconfiggere il peccato e il vizio?”.

Smentita, poi, la tesi del porporato tedesco secondo cui il Primo concilio di Nicea abbia decretato l’ammissione dei divorziati risposati alla comunione: “Tale affermazione costituisce un’errata lettura del Concilio e travisa le controversie sul matrimonio del I e del III secolo”.

Niente da fare neppure per la prassi delle chiese ortodosse, pure citata dal Papa un anno fa conversando con i giornalisti a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dopo la settimana trascorsa in Brasile: “La chiesa cattolica ha più volte ribadito di non potere ammettere la prassi ortodossa” e, tra l’altro, “le proposte più recenti invocano ciò che neanche gli ortodossi d’oriente accetterebbero: la comunione per coloro che contraggono unioni civili non consacrate”, osservano i docenti di Teologia firmatari dell’articolo su Nova et Vetera, aggiungendo che “ammettere alla comunione richiederebbe inevitabilmente che la chiesa cattolica riconoscesse e benedicesse i secondi matrimoni dopo il divorzio, il che è evidentemente contrario alla dottrina cattolica già stabilita e a quanto espressamente insegnato da Cristo”.

(altro…)

Continua a leggereTeologi agguerriti mettono in ginocchio la teologia di Kasper

Chi è Mario Castellano?

  • Categoria dell'articolo:Chiesa

Chi è Mario Castellano, il terzo commissario dei francescani dell'Immacolata?

(di Emmanuele Barbieri)

 

A un anno di distanza dall’inizio del commissariamento dei Francescani dell’Immacolata, la sorte dell’Istituto è ormai in mano ad un triumvirato composto da padre Fidenzio Volpi, il commissario designato dalla congregazione dei Religiosi, dal padre Alfonso Bruno, il Francescano “parricida”, e da un eccentrico personaggio fino ad oggi in ombra, ma più che mai attivo come consulente dell’operazione poliziesca: il “professor” Mario Castellano. Chi è dunque costui?

Mario Castellano nasce a Imperia, nel 1949, da una famiglia benestante. Il padre Adolfo, ex rappresentante di commercio della riso Scotti, fu partigiano bianco e consigliere comunale DC; lo zio è stato l’arcivescovo di Siena Ismaele Mario Castellano. Il giovane Castellano dopo essersi laureato in Giurisprudenza, ha preso il titolo di avvocato, professione che non esercita. Le sue simpatie politiche sono sempre state di sinistra. Più precisamente proviene dalla sinistra Dc, e ad Imperia è noto come un cattocomunista. Si dice anche che, fin dagli Novanta, Castellano sia affiliato al Grande Oriente di Sanremo. Ci attendiamo che l’interessato smentisca questa notizia.

Pur non essendo mai stato professore, ha insegnato diritto all’università di Managua subito dopo la presa del potere dei sandinisti (fu per motivi ideologici che il nostro per un certo periodo si trasferì in Nicaragua, sposandosi ivi con una nicaraguense dalla quale si separò qualche anno dopo). Ha collaborato a vari siti e blog, di orientamento esoterico e pro-islamico, prima di divenire il “braccio destra” o, secondo alcuni “la mente sinistra” di padre Alfonso Bruno, che ha raggiunto nella casa di Boccea e ha seguito talvolta nelle ispezioni nelle case “ribelli”.

Fin dal 2005 Castellano scrive entusiasta: in difesa dei diritti dei musulmani in Italia; in favore della multiculturalità; sull’adeguamento del nostro sistema giuridico ai diritti dei musulmani sulla casa comune di tutti (credenti e non credenti, e credenti di tutte le Fedi)(cfr. I Musulmani e lo Stato, in http://www.ildialogo.org/islam/castellano19082005.htm).

Nel 2008 i dichiara a favore della rimozione dal Messale “tridentino” di tutto ciò che può offendere la sensibilità ebraica. L’Autore, inoltre, presenta in chiave positiva, benefica, l’esoterismo come uno dei tre motivi per cui noi cattolici non siamo «condannati in eterno» a combattere contro musulmani ed ebrei (cfr. Fratelli maggiori o “perfidos iudeos”, in http://www.ildialogo.org/Ratzinger/EnciclicheBXVI_1227792181.htm). Su Islam-online.it nel 2010 definisce le moschee islamiche «fattore di stabilità e sicurezza» (cfr. http://www.islam-online.it/2010/03/ben-vengano-le-moschee-fattore-di-stabilita-e-sicurezza/).

[continua]

(altro…)

Continua a leggereChi è Mario Castellano?