CorSera – Entusiasmo a Milano per il nuovo arcivescovo

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il solenne ingresso del nuovo arcivescovo. Quindicimila in piazza, ottomila in cattedrale
Scola ai milanesi: «Ho bisogno di voi per svolgere il mio compito nella gioia»

Il cardinale Tettamanzi gli consegna il pastorale e cita Carlo Maria Martini: «Vedrai come sarà pesante»

MILANO – «Cercherò di far mie le parole che in tutta semplicità il Santo Padre ha rivolto a me e ai Vescovi Ausiliari mercoledì scorso consegnandomi il pallio: "L’arcivescovo viene da Milano e tutto il suo cuore sarà per Milano"».

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Avvenire – Don Puglisi, un esempio di pastore moderno

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Avvenire 19.9.2011

La Chiesa dell'antimafia

di mons.Cataldo Naro

Pino Puglisi non è il primo prete ucciso dalla mafia. Dalla fine dell’Ottocento ad oggi ne sono stati uccisi altri, circa dieci, nelle diocesi di Palermo, Monreale e Caltanissetta. Tuttavia nelle precedenti uccisioni non era mai apparso evidente il motivo dell’esercizio del ministero pastorale in quanto tale. Erano uccisioni che apparivano consumate per questioni "private", familiari o personali, non per vendetta di fronte ad una pubblica presa di posizione contro l’organizzazione e il costume mafioso in nome del Vangelo e dell’insegnamento morale della Chiesa. Anche in questi due o tre casi che fanno pensare fondatamente a motivi legati alle funzioni pastorali degli uccisi, furono fatte circolare ad arte voci che indirizzavano le indagini della polizia verso motivi "personali", più o meno onorevoli. Il motivo pastorale, se ci fu, risultò così oscurato. Senza dire, ovviamente, di quei casi in cui, invece, ci sono elementi per pensare ad una forte forma di collusione mafiosa degli uccisi.

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il Foglio – Cronache di quotidiana eresia

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I gesuiti lo fanno strano. Indossolubilità del matrimonio, unioni gay e progressismi vari. Storia della lunga (e cruenta) guerra tra i figli americani di Ignazio e l’ex Sant’Uffizio. La peggiore grana teologica di Ratzinger

di Paolo Rodari

il Foglio giovedì 15 settembre 2011

Non c’è soltanto parte della chiesa tedesca che, come dimostra la recente intervista rilasciata al settimanale Zeit dal capo dei vescovi Robert Zollitsch, chiede al Vaticano un ripensamento circa le norme adottate da tempo nei confronti dei divorziati risposati. Ci sono anche i gesuiti statunitensi a chiedere a Roma continue riforme fino a teorizzare, con più articoli pubblicati sul prestigioso mensile Theological Studies con sede a Milwaukee, la possibilità che la chiesa riveda interamente la dottrina circa l’indissolubilità del matrimonio.

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il Foglio – Chi darà da mangiare ai preti protestatari se escono dalla Chiesa?

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Aiuto, sta per scoppiare lo scisma nella chiesa del discepolo di Ratzinger

3/9/2011 – “E’ il momento della verità”, scrive il settimanale cattolico inglese Tablet in merito alle proteste dei 329 preti austriaci (tanti sono diventati da inizio luglio, quando erano soltanto in 150, a oggi) che ancora minacciano, a pochi giorni dall’arrivo di Papa Benedetto XVI nella vicina Germania, di uscire dalla chiesa cattolica se non vedranno Roma cedere alle loro richieste: sì alle donne prete, basta col celibato sacerdotale e con le misure restrittive per i divorziati risposati.

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Avvenire – Non perché gli importi dei poveri…

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Avvenire 27 agosto 2011
Laica cantonata
Campagna anticattolica
Da 4 anni le stesse bugie

Freezer e microonde sono il toccasana in tante cucine. E pure in certe redazioni. Proprio ieri un "settimanale di politica cultura economia" lanciava una roboante inchiesta dal titolo «La santa evasione», così riassunta: «I vescovi lanciano l’anatema contro chi non paga le tasse, ma i patrimoni della Chiesa vivono di agevolazioni ed esenzioni. Ecco la mappa di un tesoro che conta un quinto degli immobili italiani. E per legge sfugge alla manovra».

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Radicali: contro la Chiesa e aiutati da cattolici

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RADIO RADICALE ATTACCA LA CHIESA E I CRISTIANI,
MA POI RICEVE AIUTO DAI RAPPRESENTANTI DEL MONDO CATTOLICO

Clamoroso l'esempio di Eugenia Roccella (figlia del fondatore, insieme a Pannella, del Partito Radicale) la quale, pur essendo a tutt'oggi a favore del divorzio e dell'aborto è diventata portavoce del Family Day e poi editorialista di Avvenire e opinionista dell'Osservatore Romano
di Francesco Agnoli
 
 

E' bene, ogni tanto, dire le cose come stanno. Perché ci sono momenti in cui, a mio avviso, la misura è colma. In questi giorni radio radicale torna all'attacco, per incassare i suoi soliti 10 milioni di euro.

Crisi economica o meno, chissenefrega, 10 milioni di euro (all'anno, per 3 anni) sono e i radicali, quelli che si battono contro il finanziamento pubblico ai partiti (degli altri), li vogliono tutti: certo non saranno loro a preoccuparsi per i tagli che colpiscono, per esempio, le famiglie. Nessuno di loro ne ha una, e il loro unico impegno, si sa, è per distruggerne il più possibile.
Ebbene, si diceva, 10 milioni di euro! Per averli Pannella e Bonino sono andati a bussare a tutte le porte. E come sempre, le hanno trovate tutte aperte, a destra come a sinistra. E' sempre successo così. Alla fine i radicali hanno pochissimi voti, ma uomini dovunque: radicali veri; ex radicali ancora affezionati alla casa madre; radicali sotto mentite spoglie, come Della Vedova; radicali in prestito, come Daniele Capezzone…

L'elenco di queste personaggi sarebbe troppo lungo, poco meno dell'elenco incredibile di quelli che hanno prontamente firmato, come sempre, l'appello in favore della radio stessa. Tra i firmatari, come ha denunciato Danilo Quinto, molti "cattolici".

Cattolici dei miei stivali, verrebbe da dire, al cattolico rozzo e reazionario che scrive. Cattolici che ritengono essenziale che lo Stato versi milioni di euro all'uomo, Marco Pannella, che ha rovinato il paese con i suoi referendum nichilisti; alla radio che da anni e anni di batte per: aborto; divorzio; divorzio breve; "rientro dolce" dell'umanità da 6 a 2 miliardi; droga libera; eutanasia; tentativi di incriminare Benedetto XVI per pedofilia; manipolazione genetica; eliminazione seriale degli embrioni per scopi curativi; clonazione…

Li volete, questi nomi? Da Pierluigi Castagnetti a Giuseppe Fioroni, da Gianfranco Rotondi a Savino Pezzotta… E oltre a costoro: la focolarina Maria Letizia De Torre, Dario Franceschini, la prodiana Marina Magistrelli, Eugenia Roccella, Bruno Tabacci…

Se avete letto bene i nomi, forse ne avrete notati in particolare due: Eugenia Roccella e Savino Pezzotta. Qualcuno ricorderà bene: i portavoce del Family Day del 2007! Coloro che accettarono senza indugi di rappresentare oltre un milione di cattolici che manifestavano per la famiglia, contro le politiche radicali della sinistra. Queste stesse persone, che ora sostengono Pannella, Bonino e radio radicale, hanno costruito la loro carriera politica anche sul Family Day (grazie al quale sono stati in tv per lunghi mesi e dopo il quale sono entrati in Parlamento).

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il Foglio – Irlanda: paghi solo chi deve

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La chiesa alle prese con la tentazione giustizialista. Il vescovo di San Marino: “Cacciare i vescovi irlandesi non serve a nulla”. La linea dura di Weigel

La proposta avanzata dal prete e teologo Vincent Twomey di far dimettere tutti i vescovi irlandesi nominati prima del 2003 fa discutere gli uomini di chiesa. Anche in Vaticano c’è chi ritiene che la proposta sia da portare avanti, perché così si darebbe un segnale forte a un paese che dopo la pubblicazione del report governativo sulla diocesi di Cloyne vive in uno stato d’indignazione permanente. L’accusa è nota: i vescovi e le massime gerarchie cattoliche non avrebbero fatto nulla per impedire che nei decenni appena trascorsi alcuni preti diocesani commettessero abusi sessuali su minori. “Attenzione – dice al Foglio il vescovo di San Marino Luigi Negri – che il giustizialismo nella chiesa è letale tanto quanto lo è nella società. Azzerare i vertici della chiesa a cosa serve? A nulla. Ci possono essere dei vescovi che non hanno agito al meglio, ma il criterio dell’efficienza e della perfezione non può essere assunto in toto dalla chiesa. La chiesa deve rispettare gli uomini, finanche i suoi eventuali errori. La chiesa mira alla perfezione, certo, ma sa bene che questa perfezione è sempre da conquistare, da raggiungere, anche con errori e passi falsi”.

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Cresce la rivolta contro il Papa

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\"\"A 20 anni dalla "Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo"
Cresce la rivolta contro la Sede Apostolica

Dopo il lungo e glorioso Pontificato del Beato Giovanni Paolo II e l’attuale Pontificato di Benedetto XVI, vi è chi – inguaribilmente affetto da ottimismo – ritiene che la crisi del cosiddetto postconcilio (si legga: http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=594sia finito. Come si vedrà, la realtà, purtroppo, smentisce quella prospettiva.
Se in Italia la brace cova sotto la cenere, in altri paesi di antica cristianità, i venti di rivolta si fanno via via più forti e manifesti.
Due notizie di una gravità inaudita sono state sminuite dai mass media cattolici: eppure i dati quantitativi da esse riportate è impressionante.
Ve le riproponiamo senza commenti.

 

Germania: attacco a Ratzinger

A 20 anni dalla lettera di Giovanni Paolo II ai vescovi tedeschi (si legga: http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1168) si scopre che il cancro si è ulteriormente diffuso.

 

Un terzo dei professori di teologia in Germania, Austria e Svizzera hanno firmato una dichiarazione chiedendo l’ordinazione delle donne al sacerdozio e lamentandosi del "tradizionalismo" della liturgia. I 144 firmatari rilevano che l’anno scorso ha registrato una "crisi senza precedenti" … Nel loro messaggio la parola "libertà" appare dieci volte, includendo fra queste la "libertà del messaggio evangelico", "il biblico messaggio di libertà", e la "libertà di coscienza", i firmatari propongono che il sacerdozio venga dato agli uomini sposati, l’ordinazione femminile e la partecipazione dei laici alla scelta dei vescovi e dei preti. I teologi chiedono anche alla Chiesa di "non escludere" quelli che si sono risposati e quelli che vivono unioni omosessuali …

Non c’è stata una rivolta di teologi paragonabile a questa sin dal 1989, quando 200 teologi firmarono la "Dichiarazione di Colonia" in cui protestavano contro quello che definivano "lo stile autoritario" nel governo di Giovanni Paolo II.

Marco Tosatti (http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=1217&ID_sezione=396 )

 

Successivamente, un’agenzia di stampa catto-comunista ci ha informato che:

Non fa che crescere il numero di adesioni al drammatico appello dei teologi di lingua tedesca affinché la Chiesa, e in particolare quella tedesca (…) compia una svolta radicale per riacquistare la credibilità perduta, di fronte a se stessa e al mondo: i teologi firmatari, che erano inizialmente 143, sono diventati, al 15 febbraio, ben 250 (…)

Diversi i nomi noti tra le firme del "Memorandum" (…) tra cui quella di Dietmar Mieth, dell’Università di Erfurt e Tübingen, che nel gennaio 1989 fu, insieme a Norbert Greinacher, promotore della cosiddetta Dichiarazione di Colonia (…), firmata da 162 docenti di teologia cattolica di lingua tedesca (che diventarono nel giro di qualche mese più di 220): la Dichiarazione un tale seguito che, rapidamente, ne furono promosse di analoghe in Belgio, Francia, Spagna, Italia, Brasile e Stati Uniti; nella Repubblica Federale Tedesca fu sottoscritta da 16mila tra parroci e laici e in Olanda da 17mila.

Ma non ricompare solo Mieth, oggi, tra i firmatari del memorandum: a 22 anni di distanza, a esprimere la loro protesta ci sono anche Hans Küng, Johannes Brosseder, Ottmar Fuchs, Friedhelm Hengsbach, Peter Hünermann, Norbert Mette, Jürgen Werbick, Peter Eicher.

Era dal 1995, l’anno in cui sono state raccolte un milione e mezzo di firme per la petizione "Noi siamo Chiesa", che non si verificavano contestazioni massicce. Quella attuale, dunque, si presenta come una nuova occasione per ricompattare il mondo teologico accademico intorno ai temi ecclesiali più urgenti.

Sembrano essersene resi conto anche all’estero: sono cominciate ad arrivare al sito dell’iniziativa (…) le prime adesioni extra-mondo germanofono: tra le altre, quelle di Xavier Alegre, della Facoltà di Teologia di Catalogna e e dell’Università Centramericana di San Salvador; Jesus Asurmendi, dell’Institut Catholique di Parigi; Gregory Baum, della McGill University, Montreal; Alberto Bondolf, dell’Università di Ginevra; Anthony T. Padovano, dell’Immaculate Conception Seminary New Jersey; Walter Lesch, dell’Université catholique de Louvain; Paulo Suess, São Paulo; Marie-Jo Thiel, dell’Università di Strasbourg; Giuseppe Ruggieri, dello Studio Teologico S. Paolo di Catania.

 

Anche in Austria la ribellione infra ecclesiale del clero è tornata allo scoperto:

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il Foglio – Il card. Scola chiamato a radunare i figli del demo-cattolicesimo

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L’ultimo baluardo dei cattolici progressisti alle prese con Scola. Preoccupazioni (e qualche malumore) per l’arrivo a Milano di un arcivescovo chiamato a chiudere un’epoca

6 luglio 2011 –  Paolo Rodari


Non sono stati pochi coloro che hanno visto nella nomina di Angelo Scola ad arcivescovo di Milano uno “sfregio” al cattolicesimo ambrosiano e, in particolar modo, a quella parte di cattolicesimo che ha avuto nella diocesi di Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi un terreno fertile di sviluppo: il cattolicesimo democratico.

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