il Foglio – La Chiesa austriaca sull’orlo dello scisma

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I preti d’Austria vogliono le ordinazioni femminili e lo dicono coi manifesti
1 luglio 2011 – di Paolo Rodari

Un anno fa fece parecchio scalpore una notizia proveniente dall’Austria, la terra del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, discepolo e amico di Papa Benedetto XVI: non era semplicemente una minoranza a chiedere che i preti potessero sposarsi e avere una loro famiglia, o che persone sposate potessero diventare preti. Era ben l’80 per cento dei parroci del paese a dichiararsi favorevoli all’abolizione del celibato ecclesiastico.

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News.va – I 150 anni dell’Osservatore Romano: Non praevalebunt

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Lettera di Benedetto xvi per il centocinquantesimo anniversario di fondazione dell’«Osservatore Romano»

All’Illustrissimo Signore Prof. Giovanni Maria Vian
Direttore de «L’Osservatore Romano»

Per un giornale quotidiano centocinquant’anni di vita sono un periodo davvero considerevole, un lungo e significativo cammino ricco di gioie, di difficoltà, di impegno, di soddisfazioni, di grazia.

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OR – Il primo tweet di un Papa sul nuovo sito news.va

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Il primo tweet di un Papa

2011-06-29 L’Osservatore Romano
Dear friends, I have just launched http://www.news.va/. Praised be Our Lord Jesus Christ. With my prayers and blessing. Benedictus XVI ("Cari amici, ho appena lanciato http://www.news. va/. Sia lodato Nostro Signore Signore Gesù Cristo. Con le mie preghiere e benedizioni. Benedetto XVI").

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VI – Il Patriarca di Venezia sarà il nuovo arcivescovo di Milano

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Il Papa ha scelto il patriarca di Venezia come successore di Tettamanzi sulla cattedra di Sant'Ambrogio

Andrea Tornielli

Il Papa ha scelto il cardinale Angelo Scola come successore di Dionigi Tettamanzi sulla cattedra di sant’Ambrogio. L’annuncio è previsto a mezzogiorno di oggi, vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo, e sarà dato contemporaneamente dal bollettino della Sala Stampa vaticana e dalle curie di Milano e di Venezia: il cardinale Tettamanzi diventerà amministratore apostolico della diocesi ambrosiana fino al momento dell’ingresso del suo successore, che avverrà con molta probabilità nella seconda metà di settembre.

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AsiaNews – Come ci si comporta con le ordinazioni illecite?

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AsiaNews – VATICANO – CINA

Ordinazioni illecite in Cina: la Santa Sede spiega cosa fare con i vescovi scomunicati

di Bernardo Cervellera
Su richiesta di molti fedeli cinesi, sotterranei e ufficiali, il Vaticano pubblica una Dichiarazione per spiegare le questioni legate alle ordinazioni illecite e alla conseguente scomunica dei vescovi (ordinanti e ordinato). I colpevoli devono fare un gesto pubblico di penitenza, astenersi dall’eucarestia, da altri sacramenti e dal governo delle diocesi. Il tutto è una cura “medicinale”, per essere reintegrati nella comunione cattolica. Il testo completo della Dichiarazione.

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il Foglio . La missione è nelle nostre città

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il Foglio

Tendenza Vallini. Nella diocesi di Roma crescono i battesimi tra gli adulti

14 giugno 2011 – La città eterna, sede del successore di Pietro e centro della cristianità mondiale, tiene ancora. Lo dicono i dati relativi ai battesimi e alle conversioni diffusi dal vicariato ieri, nelle ore in cui Papa Benedetto XVI apriva il Convegno ecclesiale diocesano con una catechesi dedicata proprio al tema chiave della trasmissione della fede: “L’impegno per una rinnovata stagione di evangelizzazione è compito non solo di alcuni ma di tutti i membri della chiesa” ha detto il Papa.

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Il cedimento dei cattolici all’omosessualismo

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\"\"Il cedimento dei cattolici all’omosessualismo

       

        Il 17 maggio, ci informa la news agency catto-comunista Adista, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia diverse città italiane e straniere hanno visto lo svolgersi di veglie di preghiera «per ricordare le vittime dell’omofobia». In spregio alle direttive della Congregazione per la Dottrina della Fede, (1) in più di un'occasione i momenti di preghiera collettiva sono stati ospitati da parrocchie cattoliche: a Milano, dove la Curia ha concesso per il terzo anno consecutivo la disponibilità di una chiesa, a Padova, Genova, Firenze, Bologna e Cremona, dove l’anno passato la veglia fu addirittura presieduta dal vescovo locale. (2)

        Occorre davvero una massiccia dose di ingenuità per non comprendere la portata, la profondità e l’incisività del graduale mutamento del senso comune e della mentalità dei cattolici apportate da simili iniziative. La crescente legittimazione dell’omosessualità all’interno della Chiesa non è ovviamente una novità del giorno d’oggi, ma si inserisce all’interno di un processo di «lunga durata» di cui chi scrive non ha la minima pretesa di fornire un resoconto esauriente, nemmeno a grandi linee, ma che nondimeno è palese ed evidente. (3) 

Un collasso episcopale 

        Forse ancora più clamoroso, trattandosi di un principe della Chiesa, è però il cedimento dottrinale all'ideologia – per non dire il vero e proprio collasso – palesato nel corso degli anni da parte di monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, ex presidente di Pax Christi, già cantore delle «benemerenze» del comunismo. (4)

        Già nel 2000, in occasione del Gay Pride svoltosi provocatoriamente a Roma in sfregio all’anno giubilare, tanto da essere significativamente bollato da Giovanni Paolo II come «affronto» e «offesa» ai valori cristiani della città, il presule si lanciava in queste sconcertanti dichiarazioni: «La dottrina della Chiesa ritiene che la sessualità debba essere rivolta soltanto alla procreazione. Forse però non si è tenuto conto che la sessualità ha anche altre espressioni, come quelle che possono manifestarsi verso persone dello stesso sesso. E anche la dottrina potrebbe evolversi». (5)

        Nel 2008 Bettazzi si è invece espresso a favore delle unioni omosessuali: «Per tanto tempo abbiamo detto che il fine primario del matrimonio è la procreazione, fino al punto di negare il sacramento a chi è impotente, ma io credo che il fine del matrimonio sia l’amore. E se ci sono due persone dello stesso sesso che si amano, pur non chiamando la loro unione matrimonio, dobbiamo aiutarle a stare insieme» (6). 

L'insidia dell'ideologia

        La forza e la capacità di penetrazione delle «parole d'ordine» dell'ideologia gay in seno al mondo cattolico non devono certo stupire. Come ha mostrato Alain Besançon, è proprio delle moderne ideologie, gnostiche e totalitarie, imporre «le proprie classificazioni, il proprio linguaggio e il proprio modo di affrontare i problemi». (7) Quelle «macchine di pensiero» che sono le moderne ideologie creano la realtà, non contemplano un ordine dell'essere poiché «l'attività contemplativa e l'attività morale dello spirito sono ormai sublimate nella sola attività che sia «veramente» umana: l'attività poetica (dal greco poiein: fare) o l'attività costruttrice di un mondo nuovo, di un uomo nuovo, di un dio nuovo». (8) 

        La cifra filosofica delle ideologie di ieri, oggi e domani è il relativismo. Si ha relativismo quando si nega la presenza di essenze e nature immutabili e, conseguentemente, l’esistenza di atti «intrinsecamente cattivi». (9) George Orwell ha sottolineato infatti che «l'aspetto più terrificante del totalitarismo non sono le sue “atrocità”, ma il fatto che esso attacca il concetto di verità oggettiva» (10).

Il precedente tedesco

Una volta incorporati i contenuti veicolati dall'artificioso linguaggio ideologico, la battaglia culturale è già persa in partenza. È sempre Besançon a ricordare come sotto il nazismo molti vescovi tedeschi avessero accettato alla stregua di un dato «naturale» quella che era in realtà un prodotto dell'ideologia nazista, ovvero la «codificazione razziale» dell'umanità, la sua fondamentale divisione in ariani ed ebrei. Ciò diede adito a numerosi «tentativi di imitazione» da parte cattolica, nei confronti dei quali meglio sarebbe stato diffidare. (11) 

        L'idea soggiacente era quella di individuare degli elementi «naturali» nella dottrina nazionalsocialista, mostrando al tempo stesso come il pensiero cattolico avesse già «tutto quello che può offrire la concorrenza, ma di qualità migliore». (12) Rasse, Blut und Boden (razza, sangue e suolo) diventarono così «beni naturali preziosi creati da Dio e affidati da Lui a noi tedeschi» mentre manuali pubblicati sotto il controllo dell'episcopato difendevano «il diritto di ogni popolo di salvaguardare la purezza della propria razza adottando a questo scopo misure moralmente ammissibili» e insegnavano che «la razza e il cristianesimo non sono concetti in contraddizione l'uno con l'altro: sono due ordini di natura differente che si completano a vicenda». (13) 

        Non mancarono le numerose conseguenze pratiche di questi «adattamenti» dottrinali, non ultima delle quali l'indifferenza pubblica manifestata nei confronti degli assassinii di molte figure del mondo cattolico avverse ai nazisti. Tra le più curiose e comiche, ma non meno tragiche anche se in apparenza più «innocue», vanno annoverate le preoccupazioni «pastorali» del cardinale Bertram, arcivescovo di Berlino, che arrivò a consigliare ai fedeli di origine ebraica di frequentare le funzioni di culto nelle ore di minor afflusso, così da non infastidire o urtare i loro correligionari ariani. (14) «Fin dall'istante in cui questa concezione del mondo veniva accettata come un dato di fatto, – scrive nuovamente Besançon – come una base razionale oggettiva dalla quale bisognava determinarsi moralmente, la volontà della Chiesa non era più libera, ma condizionata dal quadro aberrante in cui si era rinchiusa». (15) 

        La capitolazione dottrinale consegue all’adozione delle parole-talismano dell’ideologia. (16) Una volta ammessa come «esistente» la «realtà» della lotta di classe, al massimo si può chiedere che i «borghesi», o coloro che il potere indicherà come tali, siano trattati con moderazione e decenza. Si può cercare di «battezzare» la società senza classi o di edificare un «comunismo cristiano». Allo stesso modo, una volta «metabolizzata» l’esistenza di un fenomeno di nome «omofobia» senza riconoscerne l'origine ideologica, le conseguenze sono quelle sopraelencate: l'omofobia diventa un'«odiosa discriminazione» e opporvisi un «valore cristiano», perseguito oltretutto col ridicolo ed eccessivo zelo del neoconvertito alla causa. (17) 

L'eterna tentazione del clericalismo

        Al fondo di questi atteggiamenti remissivi si trova, con ogni probabilità, l’antica e mai sopita tentazione del clericalismo e la sua ansiosa ricerca di un «accordo con l’«ala marciante» della storia» nel tentativo di inserirvisi. (18)

        Nel frattempo, mentre le parrocchie si stracciano farisaicamente le vesti, organizzano veglie e deplorano le «discriminazioni» omofobiche, monta una campagna intimidatoria contro gli avversari dell’ideologia omosessualista. L’ultimo episodio, l’irruzione di un gruppo «antagonista» nella parrocchia milanese di san Giuseppe Calasanzio durante la celebrazione della Messa. (19)

        Trova così conferma la profonda verità, ben nota a G.K. Chesterton, secondo la quale il cristianesimo autentico, non certo quello sfigurato dagli idoli e inneggiante alle ideologie dominanti, «è sempre fuori di moda perché è sano, e tutte le mode sono insanità». (20) 

di Andreas Hofer (E.F.)
Raccolto su facebook

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Avvenire – Consacrati a Dio: per sempre giovani

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Avvenire 8 giugno 2011
I sacerdoti sempre orientati al futuro. Anche da anziani
Fare il prete, un «mestiere» che non finisce mai
 
di Piero Gheddo
 
I sacerdoti anziani sono sempre più numerosi, sono una riserva di santità, di umanità e di esperienza e sono anche una preziosa risorsa per la nuova evangelizzazione della nostra Italia. Il prete ha, infatti, una longevità sconosciuta ad altre "professioni", è sacerdos in aeternum e anche da anziano, a volte purtroppo non più autosufficiente, può sempre dimostrare con la sua vita, le sue preghiere e parole, i suoi scritti, la grandezza e bellezza della fede e della vocazione sacerdotale.

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AsiaNews – Beato il patriarca brianzolo della Birmania

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AsiaNews

IL NUOVO BEATO CLEMENTE VISMARA, PATRIARCA DELLA BIRMANIA

di Piero Gheddo

Domenica 26 giugno in Piazza Duomo a Milano verrà beatificato padre Clemente Vismara (1897-1988), che nel 1983, quando compì i suoi sessant’anni di missione in Myanmar, la conferenza episcopale del luogo proclamò “Patriarca della Birmania”.

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Il Foglio – Il disastro della Chiesa olandese

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Il salesiano pro pedofilia e gli ultimi fuochi della rivoluzione olandese

24 maggio 2011

di Paolo Rodari

Tutti parlano di lui. Del salesiano olandese di 73 anni – si conoscono soltanto le iniziali, padre van B. – salito agli onori della cronaca in quanto dichiaratamente appartenente alla Martijn, un’associazione legalmente riconosciuta in Olanda e che sostiene le relazioni pedofile: “Sono perfettamente legittime” dicono, “seppure discriminate dalla società”

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