QUELLO CHE LE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI NON HANNO CAPITO IN COREA, VIETNAM, AFGHANISTAN, IRAQ:
se si va in guerra, si va per vincere, altrimenti, meglio stare a casa
di Rino Cammilleri
L’altra sera, vedendo al tg il solito servizio sulla situazione in Afghanistan (i talebani in forte ripresa; anzi, mai così forti), pensavo: è dal tempo della guerra di Corea che i media partecipano ai conflitti in cui sono implicate forze occidentali.
Queste ultime, rette da governi democratici, abbisognano del consenso popolare in patria, dal quale consenso dipendono i finanziamenti (le guerre costano, tanto).
Il risultato: la Corea del Nord è una minaccia nucleare per il mondo (senza contare i milioni di morti, anche per fame, nel Paese-Gulag); il Vietnam è tutto comunista (ricordate i boat-people? e il genocidio nella vicina Cambogia?), mentre i Paesi limitrofi languono sotto i regimi che sappiamo.
Bastò un’auto-bomba per far scappare gli americani dal Libano, e due cadaveri di marines trascinati da un camion per farli scappare dalla Somalia.
E’ dalla guerra di Corea, infatti, che gli occidentali sono costretti a combattere con una mano legata (regole d’ingaggio, rispetto per i civili, limitazione allo spasimo dei caduti…) contro un nemico che, invece, ne approfitta, un nemico per il quale i diritti umani sono solo una debolezza occidentale. E, infatti, è dalla guerra di Corea che gli occidentali perdono un conflitto dietro l’altro (pur essendo in grado di letteralmente asfaltare Corea, Vietnam, Afghanistan eccetera). (altro…)