(CorSera) L’ora islamica: per eliminare quella cattolica?
CorSera 19-10-2009
L’idea (disastrosa) dell’ora di Islam e il rischio della scuola coranica
di Vittorio Messori
CorSera 19-10-2009
L’idea (disastrosa) dell’ora di Islam e il rischio della scuola coranica
di Vittorio Messori
I fedeli accusati dagli estremisti musulmani di aver strappato pagine del corano
Il racconto del frate francescano
«Ho visto bruciare i miei parenti»
Padre Hussein Younis e il pogrom anticristiano avvenuto in Pakistan (altro…)
Secondo un sacerdote genovese, è preferibile non segnarsi per non disturbare la sensibilità altrui. Ma noi non ci stiamo …
Di fronte a certe cose ci sentiamo rabbrividire. Se poi queste affermazioni arrivano da un sacerdote cattolico, che avrebbe dovuto conoscere alla perfezione il significato della parola “conversione”, il disagio cresce e lascia senza parole. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un prete progressista che pur di ammaliare per il suo falso progressismo, invita i propri fedeli a non farsi il segno della croce, durante una preghiera interconfessionale.
Poi, dopo essersi fatto fotografare, in una posa comoda sdraiato accanto all’altare (certamente un’immagine poco rispettosa verso l’abito che indossa e il luogo in cui si trova), fa marcia indietro e cerca di ammorbidire la situazione, facendo sapere che il suo invito era rivolto ai cattolici durante la lettura del Corano. Il fatto, riportato da numerosi quotidiani ed agenzia di stampa, è avvenuto a Genova, al Legaccio, quartiere di periferia dove qualcuno pensa che tutto possa essere concesso.
INCONTRO CON I CAPI RELIGIOSI MUSULMANI,
CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON I RETTORI
DELLE UNIVERSITÀ GIORDANE
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Moschea al-Hussein bin-Talal – Amman
Sabato, 9 maggio 2009
Islam d’Algeria. C’è chi difende la libertà di conversione
di mons. Henri Teissier ex arcivescovo di Algeri
da "Oasis" Anno IV N.8 Dicembre 2008
Radio Vaticana 28/2/2009
Iraq. Mons. Najim: più timori che speranze dal ritiro Usa
Timori e speranze accompagnano l’annuncio, ieri a Washington, del ritiro definitivo delle truppe americane dall’Iraq. Incontrando i marines in partenza per l’Afghanistan, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha assicurato che entro il 31 agosto del 2010 l’esercito americano lascerà il Paese, a ben sei anni dall’inizio della guerra. Il rimpatrio dei 142 mila militari americani avverrà in due tappe per ragioni di sicurezza, ma il piano del ritiro suscita da più parti perplessità: il timore è che il Paese venga lasciato senza controllo in condizioni di instabilità e violenza.
Claudia Di Lorenzi ne ha parlato con mons. Philip Najim, visitatore apostolico per i fedeli Caldei in Europa: (altro…)