Intervista con Michel Cuypers
D. – Fratel Michel Cuypers, ci parli della sua ricerca e del suo nuovo libro: "Il banchetto. Una lettura della sura al-Ma’ida".
R. – Da una dozzina d’anni porto avanti una ricerca sulla composizione del testo del Corano con il metodo chiamato “analisi retorica”, già sperimentato negli studi biblici. Questa ricerca beneficia di due secoli e mezzo di studi sulla Bibbia e da una ventina d’anni è stata sistematizzata in modo eccellente da Roland Meynet, gesuita, professore di teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Si tratta della riscoperta delle tecniche di scrittura e di composizione che gli scribi del mondo semitico antico utilizzavano per redigere i loro testi. La parola “retorica” si deve quindi in questo caso prendere nel senso preciso di “arte della composizione del testo” (che corrisponde a una parte soltanto di ciò che Aristotele intendeva con "dispositio", la retorica).
La retorica biblica e, più ampiamente, semitica differisce completamente da quella greca, che ha segnato tutta la nostra cultura occidentale e anche la cultura araba, dopo che essa si è aperta all’eredità di quella greca.
Essa è fondata su un principio semplice, la simmetria, che può prendere la forma di parallelismi sinonimici, antitetici o complementari (ossia i tre tipi di parallelismi che l’esegesi biblica, con Robert Lowth e le sue "Lezioni sulla poesia sacra degli ebrei", apparse nel 1753, ha messo in evidenza nei Salmi), o ancora la forma del chiasmo o “parallelismo inverso” (AB/B’A’), e infine il “concentrismo”, quando appare un elemento centrale fra due versanti simmetrici del testo (AB/x/B’A’).
Tali corrispondenze si presentano a diversi livelli testuali: membri, gruppi di membri ecc., fino a sette, otto livelli per testi importanti. L’individuazione di queste simmetrie permette di dividere il testo in unità semantiche e di evidenziarne la struttura, che ne orienta a sua volta l’interpretazione. Infatti lo scopo finale di questa tecnica d’analisi, come per tutte le esegesi, è comprendere il senso del testo. La mia ricerca è dunque assolutamente interdisciplinare, poiché applico al Corano un sistema d’analisi che proviene dagli studi biblici.
All’inizio non era che un’ipotesi di ricerca: si voleva verificare se effettivamente l’analisi retorica biblica fosse applicabile al Corano. Ho cominciato analizzando alcune delle sure brevi e presto è risultato evidente che questo sistema si adattava perfettamente all’analisi del testo coranico: a livello di teoria non cambiava nulla, tutti i principi si verificavano esattamente nel testo del Corano.
Dopo lo studio di una trentina di sure brevi, che sono attribuite all’inizio della profezia maomettana, ho voluto iniziare l’analisi di una sura lunga. Ho scelto la sura 5 (chiamata normalmente “La tavola imbandita”, in arabo al-Ma’ida), perché essa secondo la tradizione sarebbe l’ultima in ordine di tempo: in questo modo il metodo si sarebbe applicato sia per i testi dell’inizio cronologico del Corano sia per quelli della fine. Questo avrebbe permesso di trarre deduzioni ponderate e affermare che verosimilmente la totalità del Corano è costruita secondo questi stessi principi di composizione. (altro…)