Rino Cammilleri: “Tutti i giorni con Maria”

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E’ uscita l’ultima fatica del grande apologeta cattolico.

Sapete che esiste pure una “Nostra Signora del 1° Maggio”?
L’elenco di tutte le volte in cui la Madonna è apparsa, quando, dove e a chi, nell’ultimo libro del grande apologeta Rino Cammilleri: “Tutti i giorni con Maria. Calendario delle apparizioni mariane” (Edizioni Ares).
Una serie preziosa di santuari e immagini cui raccomandarci in questo periodo di calamità (anche politiche…)


Diversi sono i libri e manuali che, negli ultimi decenni, stati pubblicati sulle apparizioni e le manifestazioni miracolose della Madre di Dio.
L’ultimo libro del giornalista e scrittore Rino Cammilleri, intitolato Tutti i giorni con Maria. Calendario delle apparizioni mariane (Ares, Milano 2020, pp. 760, € 19,90), ha il merito di elencare nei secoli a partire dall’anno 40, giorno per giorno dal 1° gennaio al 31 dicembre, tutte le date, i luoghi e il nome dei veggenti cui la Madonna è apparsa.
In duemila anni, infatti, la Vergine di Nazaret si è manifestata migliaia di volte, e ancora si manifesta.

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La riscoperta della liturgia del silenzio e del raccoglimento nel tempo del Coronavirus

di Cristina Siccardi

Nelle poche settimane di “reclusione” da Covid-19, la pagina YouTube della Fraternità di San Pietro ha superato i 6.000 iscritti.
Ogni giorno centinaia di italiani, come imprigionate in casa, han cominciato a dire il Rosario e seguire la S. Messa in latino.
Impressionati dall’elevazione spirtuale dei riti, dal silenzio, dal raccoglimento, si riscoprono significati messi in ombra dalla pastorale corrente.
Addirittura la stessa Libreria Editrice Vaticana pubblica e mette in vendita online il Missale romanum ex decreto SS. Concilii Tridentini.
Tratto comune di questo risveglio: costante e profonda devozione verso la Vergine Maria.
Stare isolati dagli altri, togliere i figli da scuola: le persone tornani a pregare, leggere, pensare?

Come sappiamo, il Signore scrive anche sulle righe storte e in questo tempo di isolamento ecclesiastico dovuto all’emergenza Coronavirus, senza Sante Messe pubbliche, battesimi, matrimoni e funerali, molti giovani sacerdoti, sia diocesani che appartenenti a congregazioni o ordini religiosi, approfittano del silenzio delle strade e delle chiese per celebrare quotidianamente, in privato o alla presenza di pochi fedeli, la Santa Messa in Vetus Ordo.

Un fenomeno davvero interessante, sul quale riflettere.

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L’omo-eresia spiegata da suor Lucia di Fatima

Alcune lettere della veggente parlano del «disorientamento diabolico» nella Chiesa, dei sacerdoti traditori che portano «alla perdizione delle anime», della necessità di reagire, dei pavidi che non hanno combattuto il male e della responsabilità del popolo che non «fa nulla per evitare l’inganno».
Poi elenca le armi della lotta e spiega perché se «la Chiesa non accoglie l’ultimo aiuto di Dio (il messaggio di Fatima) non ci sarà più possibilità di salvezza».

 

Mentre la situazione del clero e di chi ricopre ruoli di comando nella Chiesa si fa sempre più apertamente e così gravemente immorale da chiarire il perché dei mutamenti dottrinali e della diffusione dell’eresia (basti pensare all’accettazione della sodomia e dell’adulterio o alla predicazione sull’uguaglianza delle religioni), rileggere le lettere di Suor Lucia, la veggente di Fatima (alcuni testi sono reperibili presso l’Associazione Madonna di Fatima), serve sia a gettare luce su quanto sta avvenendo sia a comprendere l’unica via d’uscita possibile, sebbene ignorata dalla maggior parte dei vescovi e dei cardinali.

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A servizio di Maria Regina!

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Deus, qui in Corde beátæ Maríæ Vírginis dignum Sancti Spíritus habitáculum præparásti, concéde propítius, ut, eiúsdem Vírginis intercessióne, tuæ glóriæ templum inveníri mereámur. Per Dóminum..

 

La regalità di Nostra Signora è soprannaturale per carattere, perché la Madonna è la prima e la più alta delle creature di Dio. Non è la prima nell’ordine della natura, perché gli angeli sono naturalmente creature più elevate. Un angelo è puro spirito, e quindi è qualcosa di più di una creatura umana. Ma Maria è la prima creatura nell’ordine della grazia. Ha ricevuto un numero di grazie incomparabilmente maggiore degli angeli. E le grazie ricevute dagli angeli sono subordinate alle grazie ricevute dalla Madonna.

È anche la prima di tutte le donne. Il primo di tutti gli uomini è Nostro Signore Gesù Cristo; la prima di tutte le donne è Nostra Signora. Questo basterebbe da solo a conferirle di diritto il titolo di regina. Perché la regalità è una situazione “de jure” da cui scaturisce una situazione “de facto”. Chi è primo ha diritto di regnare e di essere servito, specialmente quando il suo regno è legato a un regno eterno che non avrà mai fine. Questo definisce la regalità di Maria.

Nostra Signora è la prima fra le creature perché è la Madre di Dio. Nessuna creatura ha avuto o potrà avere un’unione con la Santissima Trinità profonda come la sua. È la figlia prediletta del Padre Eterno, la madre ammirevole della Parola Incarnata, la sposa fedelissima dello Spirito Santo.

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Il Cuore Immacolato di Maria e la riparazione

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La devozione riparatrice dei cinque sabati
per il Cuore Immacolato di Maria

La Madonna di Fatima, apparendo il 13 giugno 1917 a Lucia dos Santos, le disse: «Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato».

E il 10 dicembre 1925 la Vergine riapparve a Lucia, insieme a Gesù Bambino, con un nuovo messaggio: «A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza».

Se tutti ben conoscono, per antica tradizione, la Grande promessa del S. Cuore di Gesù fatta a S. Margherita Maria Alacocque, questa di Fatima può certamente chiamarsi la Grande promessa del Cuore Immacolato di Maria.

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Vittorio Messori ricorda il mariologo Laurentin

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Lo scrittore cattolico italiano più famoso del mondo ricorda il mariologo di Lourdes.

Messori: i tuffi in Senna col mio amico Laurentin, il fastidio dei teologi e la certezza su Medjugorie

 

Mi piace pensare che adesso Maria stia abbracciando chi per cento anni l’ha difesa e fatta conoscere, l’ha amata con i suoi studi e per Lei abbia sofferto l’ostracismo accademico dei teologi à la page. Vittorio Messori guarda con commosso divertimento la pagina francese di Wikipedia, la voce René Laurentin è corredata da una foto in posa: “Siamo io e lui alla consegna del premio di Cultura Cattolica a Bassano del Grappa, chissà come l’hanno avuta i francesi?”. Però anche se è in posa, è una foto emblematica e delinea perfettamente i rapporti tra i due: seduto, ieratico il più grande mariologo di tutti i tempi, dietro, in piedi, quindi in posizione arretrata, ma più in vista, lo scrittore cattolico italiano. Laurentin è morto domenica all’età di 99 anni e Vittorio Messori, che di Laurentin è stato oltre che collaboratore e confidente anche, dice lui, “il suo quasi agente letterario” pensa che con l’Abbé parigino se ne va il suo terzo punto di riferimento dell’epoca contemporanea.

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Vescovi coraggiosi: Reggio Emilia e Fatima

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 Centenario Fatima, il vescovo consacra la Diocesi 

In occasione del centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima, il vescovo della diocesi di Reggio Emilia ha proclamato un solenne atto ci consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Si tratta di un'iniziativa unica nel suo genere, e per certi versi coraggiosa vista la ritrosia con la quale un'ampia parte di certa intellighentia cattolica ha liquidato in questi ultimi decenni la devozione mariana.

Il vescovo Massimo Camisasca ci pensava da tempo: vivere il 13 maggio non come un semplice anniversario sul calendario, ma come un rispondere ad una richiesta che la Vergine aveva espresso a Cova da Iria per il mondo intero e la Russia in particolare. 

"Fin dall'inizio del 2017 ho espresso il vivo desiderio di consacrare la nostra Diocesi e la nostra terra al Cuore Immacolato di Maria" ha scritto Camisasca nella bolla d'indizione del "giubileo" fatimita ripetendo così le parole espresse nel 1959 dal vescovo di Reggio Beniamino Socche, che al termine della Peregrinatio Mariae in terra reggiana, consacrò la diocesi al Cuore Immacolato.

E in processione, sabato 13 maggio, per le vie di Reggio Emilia sarà proprio una copia di quella statua, portata a spalla dalle confraternite locali. A testimoniare l'importanza di questo atto di consacrazione, che va ben oltre la semplice devozione, Camisasca vuole davvero tutta la diocesi: "Vescovo, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, consacrati, fedeli, Case della Carità, aggregazioni laicali e movimenti, ammalati e volontari dell’Unitalsi e del Cvs, membri dei gruppi di preghiera, in Piazza Duomo, davanti alla Chiesa madre di tutti i fedeli reggiano-guastallesi, pronuncerò l’Atto di affidamento a Maria, concluso dal canto dei fedeli e dal suono delle campane, invocando insieme per l’intercessione materna della Vergine la pace sul mondo intero".

Ma che cosa significa un atto di consacrazione? E perchè il vescovo ha preso questa decisione così importante? E che cosa significa, dunque perché è ancora decisiva, l'esperienza di Fatima nel mondo di oggi tanto da apparire a noi come un crocevia decisivo e profetico? La Nuova BQ lo ha chiesto proprio a Camisasca in questa intervista. 

L'atto di consacrazione è una manifestazione pubblica di fede che però nel corso degli ultimi 50 anni ha faticato ad "imporsi". Perché ha deciso come vescovo di celebrare i 100 anni delle apparizioni non un atto di culto pubblico? 

Mi sembra fondamentale che in un’epoca in cui la fede tende a ridursi a un atto privato, a un rapporto dell’individuo con Dio, essa possa mostrare il suo volto pubblico: la fede, per sua natura, è chiamata a trasformare la mente e il cuore delle persone, e perciò i loro rapporti e il volto della società. L’espressione forse più alta della valenza pubblica della fede si rivela proprio in quanto è nato dai richiami di Fatima: senza la conversione dei cuori, non vi sarà la fine delle guerre. Questo continuamente la Madonna ripete fino a oggi. Al suo richiamo fa eco il magistero dei Papi, da Pio XII a Francesco.

Ritiene che questa sia una richiesta della Madonna ancora valida o proprio oggi ancor più valida?

La richiesta della Madonna è più valida che mai. Consacrare se stessi, la Chiesa, il mondo, al cuore immacolato di Maria, vuol dire vedere in Maria, nel suo amore purissimo, tutto teso soltanto al bene dei suoi figli, una forza potente di intercessione presso Dio. Vuol dire chiedere la grazia della conversione e della vittoria contro Satana e contro tutte le forze del male che egli scatena nei confronti del regno di Dio.

Si tratta di un atto di devozione e basta o si inserisce invece in una dimensione ecclesiologica precisa?

Si tratta di un’ecclesiologia ben precisa, tra l’altro raccolta nella Lumen Gentium, che vede in Maria la madre della Chiesa. Essa sostiene la generazione del Verbo e lotta perché il corpo di Cristo sia difeso nella battaglia quotidiana contro chi vorrebbe eliminarlo. È anche la visione di Maria e della Chiesa che troviamo nel capitolo XII dell’Apocalisse.

Alla luce dell'atto di affidamento qual è il ruolo entro il quale un cristiano deve inserire la Madonna? Spesso anche in ambito cattolico si fa largo la tesi, tipicamente protestante, che il culto a Maria non sia lecito o che comunque non sia salvifico. Che cosa risponderebbe?

Maria è una delle strade fondamentali per comprendere chi sia il fedele nella sequela di Cristo. Ma anche colei che avendo generato Gesù di Nazaret nella sua umanità divina, ci aiuta a entrare nell’umanità di Gesù, che è la porta fondamentale per scorgere la sua divinità.

Lei ha mai conosciuto suor Lucia? E' stato a Fatima? Se sì quali ricordi ha di queste esperienze?

Non ho mai conosciuto suor Lucia personalmente, anche se sono stato tentato più volte di andarla a incontrare. Mi ha sempre trattenuto un senso di rispetto, forse esagerato, per la sua persona. Sono stato molte volte a Fatima, un luogo che conserva ancora oggi il clima di una periferia nascosta dell’Europa, il clima del silenzio e del mistero, del sacrificio e dell’offerta. Forse tutto ciò è accentuato dalle tombe dei tre veggenti, così semplici e familiari, e dalla corona di Maria in cui è incastonato il proiettile che ferì san Giovanni Paolo II.

Che cosa pensa del dibattito in corso nel mondo cattolico sul terzo segreto. E' davvero stato rivelato tutto o è possibile che alcune parti del terzo segreto, forse di difficile comprensione, siano state tenute segrete?

Non so assolutamente nulla a questo riguardo. Penso che la sostanza del segreto sia stata rivelata.

Quali risvolti può avere oggi il messaggio di Fatima alla luce delle dichiarazioni di Benedetto XVI nel 2007 sull'aereo di ritorno dal Lisbona?

Penso che le parole di papa Benedetto siano ancora attuali. La Chiesa ha bisogno permanentemente di riscoprire il suo volto in quello di Cristo, la sua missione in quella del Salvatore e di abbandonare tutto ciò che intralcia questa missione.

Il cardinal Caffarra ha sempre ricordato l'episodio dell'incontro con suor Lucia e posto l'accento sull'attacco alla famiglia. Che cosa possono dire a noi quelle parole?

Certamente la grave crisi della realtà della famiglia, che ha molte cause, è accentuata dall’attacco ideologico rivolto contro di essa da tutte quelle forze che preferiscono che l’uomo sia solo, per poter essere meglio soggiogato dai poteri mondiali che governano la nostra società capitalista.

La devozione a Fatima si inserisce nel solco delle devozioni mariane. A questo proposito che cosa succede a Civitavechia? Lei ha fatto la prefazione di un libro di monsignor Grillo. In che modo Civitavecchia è collegata Fatima?

Non so rispondere a questa domanda. Sono stato in quella casa a pregare. So che ci è stato anche Giovanni Paolo II. Lascio che sia la Chiesa a dire un parere definitivo.

Il terzo segreto di Fatima ci parla di una condizione di grave sofferenze per la Chiesa. Oltre alle persecuzioni e alla grave crisi morale di certi uomini di Chiesa, come nel caso della pedofilia, ci sono anche elementi per pensare a un messaggio che investa il rischio di apostasia della Chiesa? 

Credo profondamente alle parole di Gesù: non prebalebunt, non prevarranno (cfr. Mt 16,18). Se la condizione di vita della Chiesa è una condizione di lotta, come è la condizione di vita del cristiano, essa sa che è Cristo stesso al timone della sua nave. I segni della fede, della speranza e della carità sono molto presenti nella vita della Chiesa di oggi, attraverso i santi e i martiri più numerosi che nelle altre epoche della storia.

Che cosa significa alla luce del messaggio di Fatima leggere la storia e il presente secondo una logica profetica? Stiamo attraversando tempi profetici?

Il grande profeta è stato Gesù. Maria, con le sue apparizioni, ci invita continuamente a guardare e ascoltare la profezia che è suo Figlio. Ci invita alla preghiera, all’ascolto di Dio, alla penitenza, alla gioia.

Perché ci rivolgiamo a Fatima pensando che alla fine il Cuore immacolato trionferà? E' una consolazione che però ci spaventa. Significa che siamo spaventati perché la situazione nella Chiesa non va come dovrebbe? La fede è in calo in Occidente, le chiese chiudono, il mondo è sempre più scristianizzato e nemico della fede. Che cosa dovremmo fare noi per favorire questo trionfo?

Durante la mia visita pastorale trovo molti accenti di paura nelle persone. Invito tutti, senza un ottimismo vuoto, ma con realismo cristiano, a guardare con fiducia ciò che ci attende. Dio molte volte ha provato il suo popolo, ma, quando esso ha ascoltato il suo richiamo alla conversione, tanti nuovi germogli hanno segnato una nuova nascita, una nuova epoca.

 

di Andrea Zambrano10-05-2017, per http://www.lanuovabq.it/it/articoli-centenario-fatima-il-vescovo-consacra-la-diocesi-19789.htm

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Nuovo E-BOOK gratis: Messaggio di Fatima: tragedia o speranza?

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CENTENARIO DI FATIMA

In questo mese di maggio 2017 si celebrano i cento anni delle apparizioni di Maria Santissima a Fatima, un avvenimento giustamente definito "il più importante del secolo XX".

Per onorare questa ricorrenza, totustuus.it è lieta di offrire ai suoi utenti registrati il volumetto:

Antonio Borelli Machado

 Fatima: messaggio di tragedia o di speranza?

  Cortesia di: www.lucisullest.it 

scaricabile gratuitamente da: https://www.totustuus.it/modules.php?name=Downloads&d_op=viewdownload&cid=71

 

Fatima, l'avvenimento più importante del secolo XX

Nella prima parte del secolo XX, cioè fino al 1914, la società umana presentava un aspetto brillante. Vi era un indiscutibile progresso in tutti i campi. La vita economica aveva raggiunto una prosperità senza precedenti. La vita sociale era facile e attraente. L'umanità sembrava avanzare verso l'età dell'oro.

Tuttavia alcuni sintomi gravi non erano intonati ai colori ridenti di questo quadro. Vi erano miserie materiali e morali. Ma pochi misuravano in tutta la loro portata la importanza di questi fatti. La grande maggioranza si aspettava che la scienza e il progresso risolvessero tutti i problemi.

La prima guerra mondiale venne a opporre una terribile smentita a queste prospettive. Le difficoltà si aggravarono incessantemente in tutti i sensi finché, nel 1939, sopravvenne la seconda guerra mondiale. E così arriviamo alla situazione attuale, in cui si può dire che non vi è sulla terra una sola nazione che non sia alle prese, in quasi tutti i campi, con crisi gravissime.

In altri termini, se analizziamo la vita interna di ogni nazione, notiamo in essa uno stato di agitazione, di disordine, di scatenamento di appetiti e di ambizioni, di sovvertimento di valori, che, se non è ancora anarchia aperta, in ogni caso avanza in questa direzione.

Nessun uomo di Stato contemporaneo ha ancora saputo presentare una soluzione che sbarri il passo a questo processo patologico di portata universale.

L'elemento essenziale dei messaggi della Madonna e dell'Angelo del Portogallo a Fatima, nell'anno 1917, consiste proprio nell'aprire gli occhi degli uomini sulla gravità di questa situazione, nell'insegnare loro la sua spiegazione alla luce dei piani della divina Provvidenza, e nell'indicare i mezzi necessari per evitare la catastrofe.

La Madre di Dio ci insegna la storia della nostra epoca e, ancora di più, il suo futuro. L'Impero Romano d'Occidente si chiuse con un cataclisma illuminato e analizzato dal genio di quel grande Dottore che fu sant'Agostino. Il tramonto del Medioevo fu previsto da un grande profeta, san Vincenzo Ferrer. La Rivoluzione francese, che segna la fine dell'Evo Moderno, fu prevista da un altro grande profeta nello stesso tempo grande Dottore, san Luigi Maria Grignion di Montfort.

L'Evo Contemporaneo, che sembra sul punto di chiudersi con una nuova crisi, ha un privilegio maggiore. A parlare agli uomini è venuta la Madonna. Sant'Agostino non poté fare altro che spiegare ai posteri le cause della tragedia di cui era spettatore. San Vincenzo Ferrer e san Luigi Maria Grignion di Montfort cercarono invano di allontanare la tempesta: gli uomini non li vollero ascoltare.

La Madonna, nello stesso tempo, spiega i motivi della crisi e indica il suo rimedio, profetizzando la catastrofe nel caso che gli uomini non la ascoltino.

Da tutti i punti di vista, per la natura del contenuto e per la dignità di chi le ha fatte, le rivelazioni di Fatima superano, quindi, tutto quanto la Provvidenza ha detto agli uomini nella imminenza delle grandi burrasche della storia.

***

Per tutti questi motivi si può affermare categoricamente, e senza nessun timore di essere contraddetti, che le apparizioni della Madonna e dell'Angelo della Pace a Fatima costituiscono l'avvenimento più importante e più entusiasmante del secolo XX.

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Fatima, porta della speranza

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Fatima, porta della speranza

Il messaggio di Fatima non rappresenta solo un antidoto alla penetrazione degli errori del comunismo, apre anche i cuori alla speranza nel futuro della Chiesa e della società intera. Sei Pontefici hanno riconosciuto e onorato le apparizioni della Cova da Iria. Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI visitarono il Santuario da Papi, mentre Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I vi si recarono da cardinali. Pio XII vi inviò il suo delegato, il cardinale Aloisi Masella. Chi non è mai stato a Fatima non perda l’occasione di andarci, nel centenario di quest’evento. Chi c’è già stato, ci ritorni.
RC n.123 – aprile 2017 di Roberto de Mattei

Chi si reca in pellegrinaggio a Lourdes lo fa per immergersi nell’atmosfera soprannaturale di un luogo. La Grotta in cui la Madonna apparve a santa Bernadette nel 1858 e le piscine in cui i malati continuano ad essere immersi nell’acqua miracolosa, sono lembi di terra benedetta in una società ormai sconsacrata. Chi va a Fatima, lo fa invece per trarre refrigerio spirituale non da un luogo, ma da un Messaggio celeste: il cosiddetto “segreto”, che la Madonna affidò a tre pastorelli cento anni fa, tra il maggio e l’ottobre del 1917. Lourdes guarisce soprattutto i corpi, Fatima offre una direzione spirituale alle anime disorientate.

Il 13 maggio 1917, alla Cova de Iria – un luogo sperduto, tutto sassi e ulivi, vicino al villaggio di Fatima in Portogallo –, a tre bimbi che stavano badando alle loro pecore, Francesco e Giacinta Marto e la cuginetta Lucia dos Santos, apparve, secondo le loro parole, «una Signora, tutta vestita di bianco, più splendente del sole, che diffondeva una luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua pura, attraversato dai raggi del sole più ardente». Questa Signora si rivelò come la Madre di Dio, incaricata di portare un messaggio agli uomini, e dette appuntamento ai tre  pastorelli per il 13 del mese successivo e così via, fino al 13 ottobre. L’ultima apparizione si concluse con un grandioso miracolo atmosferico, detto la “danza del sole”, visto fino a oltre 40 chilometri di distanza, da decine di migliaia di testimoni.

Il segreto rivelato dalla Madonna a Fatima consiste di tre parti, che formano un insieme organico e coerente. La prima è la terrificante visione dell’inferno in cui precipitano le anime dei peccatori; a questo castigo si contrappone la misericordia del Cuore Immacolato di Maria, supremo rimedio offerto da Dio all’umanità per la salvezza delle anime.

La seconda parte riguarda una drammatica alternativa storica: la pace, frutto della conversione del mondo e dell’adempimento delle richieste della Madonna, oppure una terribile punizione che avrebbe atteso l’umanità, se questa si fosse ostinata nelle vie del peccato. La Russia sarebbe stata lo strumento di questo castigo.

La terza parte, divulgata dalla Santa Sede nel giugno 2000, dilata la tragedia alla vita della Chiesa, offrendo la visione di un Papa e di vescovi, religiosi, religiose e laici colpiti a morte dai persecutori. Le discussioni che si sono aperte negli ultimi anni su questo “Terzo Segreto” rischiano però di offuscare la forza profetica della parte centrale del Messaggio, riassunta da due frasi decisive: «la Russia diffonderà nel mondo i suoi errori» e «Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà».

Il 13 luglio del 1917, quando la Madonna rivolge ai fanciulli di Fatima queste parole, la minoranza bolscevica non ha ancora conquistato il potere in Russia. Ciò avverrà qualche mese dopo con la “Rivoluzione di Ottobre”, che segna l’inizio della diffusione nel mondo di una filosofia politica, che si propone di scardinare i fondamenti dell’ordine naturale e cristiano. «Per la prima volta nella storia – affermò Pio XI nella sua enciclica Divini Redemptoris del 19 marzo 1937 – stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta e accuratamente preparata dall’uomo contro tutto ciò che è divino (2 Tess. 1, 4)».  Non c’è stato nel Novecento crimine analogo al comunismo, per lo spazio temporale in cui si è disteso, per i territori che ha abbracciato, per la qualità dell’odio che ha saputo secernere. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica questi errori si sono come liberati dall’involucro che li conteneva, per propagarsi come miasmi ideologici a tutto l’Occidente, sotto forma di  relativismo culturale e morale.

Gli errori del comunismo sembrano essere penetrati all’interno della stessa Chiesa cattolica. Papa Bergoglio ha recentemente ricevuto in Vaticano gli esponenti dei cosiddetti “movimenti popolari”, rappresentanti della nuova sinistra marx-ecologista, e ha espresso la sua simpatia verso i regimi filo-marxisti dei fratelli Castro a Cuba, di Chávez e Maduro in Venezuela, di Morales in Bolivia, di Rafael Correa in Ecuador, di José Mujica in Uruguay, dimenticando le parole di Pio XI che, nell’enciclica Divini Redemptoris del 19 marzo 1937, definiva il socialcomunismo come «intrinsecamente perverso».

Il messaggio di Fatima rappresenta un antidoto alla penetrazione di questi errori. Sei Pontefici hanno riconosciuto e onorato le apparizioni della Cova da Iria. Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI visitarono il Santuario da Papi, mentre Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I vi si recarono quando erano ancora il cardinale Roncalli e il cardinale Luciani. Pio XII vi inviò il suo delegato, il cardinale Aloisi Masella.

Chi non è mai stato a Fatima non perda l’occasione di andarci, nel centenario di quest’evento. Chi è già stato una o più volte, faccia come ho fatto io: ci ritorni. Non troverà, almeno fino a Pasqua, una grande massa di pellegrini. Ignori il nuovo santuario, che nella sua bruttezza ricorda quello di san Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, e limiti la sua visita alla cappellina delle apparizioni, al vecchio santuario, che ospita le spoglie dei beati Giacinta e Francesco, e al colle del Cabeço dove, nel 1916, l’Angelo del Portogallo anticipò le apparizioni ai tre pastorelli. Fatima svela ai suoi devoti la portata della tragedia del nostro tempo, ma apre anche i cuori ad una invincibile speranza nel futuro della Chiesa e della società intera.

 

Radici cristiane: https://www.radicicristiane.it/2017/04/editoriali/fatima-porta-della-speranza/

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