Cristianofobia. Un altro anno di ordinario odio anticristiano nella civile Europa
595 i crimini contro la Chiesa documentati dall’Osce nel 2019:
agguati a sacerdoti, luoghi di culto in fiamme, profanazioni.
Per l’Italia, va subito detto che i casi di cristianofobia sono di gran lunga più numerosi (71) di quelli riguardanti gli omosessuali.
A ciò si aggiunga che, mentre i Testimoni di Geova segnalano puntualmente ogni violenza, la Chiesa Cattolica sembra distratta: eppure non mancano quotidiane violenze anche in Emilia-Romagna.
E non ci riferiamo solo ai c.d. “preti degli ultimi” (gli unici di cui si ha notizia), ma al parroco sotto casa, costretto a mettere impianti di sicurezza e telecamere ovunque.
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Per non parlare delle migliaia di discriminazioni subite dal laicato, dal posto di lavoro alla vita sociale.
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Agguati a sacerdoti, chiese date alle fiamme, statue della Vergine Maria decapitate, furto di ostie consacrate. Non si tratta di episodi di teppismo, ma di ostilità radicata al cristianesimo e, in particolare alla Chiesa cattolica, che nella civile Europa si è tramutata in crimine. Basti prendere i dati pubblicati in occasione della giornata mondiale della tolleranza dall’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa): sono 595 i crimini d’odio documentati contro i cristiani nel 2019, 459 attacchi contro luoghi di culto e 80 assalti violenti contro le persone. E a capitanare la classifica, con circa 144 “incidenti”, la maggior parte dei quali a danno di chiese cattoliche, c’è ancora la Francia, “figlia prediletta” della Chiesa.