I medici dell’ospedale francese CHU Sébastopol di Reims tornano alla carica e insistono: Vincent Lambert deve morire di fame e di sete.
È arrivato lunedì in serata l’ultimo capitolo di una lunga battaglia legale sul corpo di un tetraplegico 41enne che, se pur gravemente handicappato, non si può in alcun modo definire in fin di vita o “vegetale”, come scritto da molti giornali francesi.
Dopo cinque mesi di procedura collegiale, i medici guidati dal dottor Vincent Sanchez hanno concluso che continuare a nutrire e idratare Vincent Lambert costituisce una «ostinazione irragionevole».
Il caso di Vincent Lambert ha fatto il giro del mondo. L’uomo è entrato e uscito dal coma nel 2008, a 32 anni, in seguito a un incidente d’auto. Attualmente è in stato di coscienza minima e secondo numerose perizie può migliorare la sua condizione medica. Nonostante abbia subìto danni al cervello irreversibili, Vincent respira in modo autonomo, non è attaccato a nessuna macchina e risponde agli stimoli. Nel 2013 la moglie Rachel, che da anni non vive più in Francia accanto a Vincent, ha fatto interrompere l’alimentazione al marito senza informare nessuno. Quando i genitori l’hanno scoperto per caso, hanno ordinato ai medici di ricominciare a nutrirlo. Ne è nata una battaglia legale che continua da allora.