CR n.1173 del 8/1/2011
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Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, quando il comunismo appariva ancora vincente, mentre l’Occidente e la Chiesa versavano in seria crisi d’identità, sulla scena internazionale emersero tre personalità rivoluzionarie.
I loro nomi erano Ronald Reagan, Giovanni Paolo II e Margaret Thatcher. Nel giro di dieci anni riuscirono a rovesciare le sorti dell’umanità con il risultato della sconfitta del blocco sovietico, del crollo del Muro di Berlino, della fine della guerra fredda e dell’apertura di una lunga stagione di pace e di sviluppo economico. Il tema è trattato in modo sistematico nel saggio storico Il Presidente, il Papa e il Primo Ministro (Editrice Pagine, 2010) di John O’Sullivan – noto giornalista e scrittore britannico, già consigliere speciale della Thatcher – recentemente tradotto in italiano. Il volume è stato presentato lo scorso 13 dicembre a Roma, presso la Fondazione Lepanto, alla presenza dell’autore, del presidente della Fondazione Lepanto, Roberto de Mattei, e dell’editore di Pagine, Luciano Lucarini.
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«Il tratto in comune di Reagan, Giovanni Paolo II e la Thatcher – ha spiegato O’ Sullivan – è il fatto di essere emersi in modo del tutto imprevedibile. Tutti e tre erano “outsider”, personaggi tutt’altro che di primo piano nella Chiesa Cattolica e nel mondo politico britannico ed americano. Troppo ‘americano’, il Presidente, troppo ‘cattolico’ il Papa, troppo conservatore il Primo Ministro». Tre personaggi che, di primo acchito, sembravano esprimere posizioni ormai superate, nei rispettivi ambiti, ma ai quali alla fine, la storia ha dato ragione. Due uomini e una donna estremamente coraggiosi che non hanno cercato il consenso a tutti i costi (pur avendo guadagnato tutti una notevole popolarità) e che, provvidenzialmente, sono tutti sopravvissuti ad attentati contro la loro vita.
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