Le TV di Berluscone succubi del socialismo.
Le IENE: Esaltare le porcherie porci, umiliare i buoni.
Il caso del coraggioso parroco mandato alla gogna mass-mediatica.
Un’operazione organizzata da un collega ecclesiastico invidioso?
Ma a Vanzaghello i laici sono organizzati, non giocano al “piccolo sacrestano”: e prendono in massa le difese del buon parroco sui mass-media.
—–
Caro direttore, i giorni scorsi su alcuni quotidiani nazionali, e stretto giro sul profilo social di una nota “opinionista”, sono apparsi stralci di titoli e pagine tratti del bollettino della Parrocchia di Vanzaghello (Mi), il Mantice.
Le frasi, estrapolate dal loro contesto, hanno dato vita ad un vero e proprio “linciaggio” social del parroco, don Armando, reo di aver pubblicato concetti “imbarazzanti e inammissibili nel 2020”, perché non in linea con alcune tendenze “politically correct”.
Per chi si fosse preso la briga di leggere fino in fondo gli articoli oggetto di scandalo, questi denunciano il relativismo imperante, contro cui spesso si è scagliato il magistero della Chiesa.
Possono non piacere a livello di tono o di contenuto, si può certamente dissentire e dibattere, ognuno liberamente può trarre la propria conclusione; sono articoli già presenti sul web, con una risonanza certo maggiore rispetto al bollettino parrocchiale di paese, ma non ci risulta che siano stati mai contestati in rete.
Ci sembrano quindi un pretesto per far diventare caso nazionale un dibattito interno ad un paese di 5.000 anime, con la speranza di far rimuovere il parroco dal suo incarico, come se dalla scelta di pubblicare articoli (oltre ai soliti avvisi e numeri utili) si possa giudicare l’operato di un pastore e lo stato di salute di una comunità.
Vorremo quindi provare a dare un minimo di contesto e fare luce sull’uomo e pastore don Armando.
Don Armando arrivò a Vanzaghello nel 1993 anni fa come coadiutore, per affiancare l’ormai anziano parroco del paese, di cui prenderà il posto tre anni dopo: finalmente dopo qualche anno si riaprivano i cancelli dell’Oratorio, la domenica quello che ormai era un luogo semi deserto si riempiva di bambini e giovani.
Don Armando chiarì sin da subito le sue posizioni e il suo modus operandi: l’oratorio, riprendendo i principi del suo fondatore Don Bosco, è un luogo di formazione, non solo di svago, veniva chiesta quindi un’iscrizione formale e la partecipazione assidua ad un percorso.
Un prete duro e distante quindi, si potrebbe pensare: tutt’altro. Chi ha avuto modo di bussare alla sua porta o al suo confessionale si è trovato di fronte un pastore comprensivo, sempre pronto ad ascoltare, a dare conforto sia spirituale che materiale. Un pastore accogliente anche nei confronti di persone immigrate e di altre religioni, che cercavano un confronto e un aiuto vero.
Tutto ciò non certo in nome del dilagante e sterile buonismo, ma con grande spessore culturale e con la profonda umanità di un pastore che vede e comprende le povertà della vita quotidiana alla luce della vera pietas cristiana. Come ama dire lui stesso: «Dal pulpito si tuona, dal confessionale si perdona».
“Dai loro frutti li riconoscerete”. Oggi, a Vanzaghello, ci sono circa 300 ragazzi iscritti all’oratorio domenicale, sono nate numerose associazioni parrocchiali sia di tipo contemplativo che caritativo; più di 300 persone che si turnano nella chiesetta di San Rocco per adorare il Santissimo Sacramento giorno e notte. Nel 2018 è stata riaperta la chiesa di Madonna in Campagna con una corona umana di 1300 persone. Attualmente due ragazzi sono in seminario e uno sta percorrendo il cammino per diventare Frate Domenicano.
Oltre alla forte spinta spirituale l’attenzione costante di don Armando verso i ragazzi (non per nulla anche da parroco ha scelto di risiedere in Oratorio) si è manifestata con ampliamenti, manutenzioni, ristrutturazioni, nuovi spazi e nuove attrezzature al passo con i tempi. Tanti giovani, oggi ormai adulti, hanno nel cuore le belle giornate del campeggio estivo, le fatiche delle camminate assieme, le serate davanti ai falò con don Armando che suona la chitarra elettrica (già talmente retrogrado che suona bene la chitarra elettrica!), le tende montate in qualche modo, le messe all’aperto, le gite in piscina, la caccia al tesoro per le vie del paese, il Giubileo del 2000, e un lungo elenco di fotogrammi pieni di gioia.
Se avete l’occasione di passare da Vanzaghello, fermatevi nella nostra bella chiesa, guardate come è ben curata, ascoltate il nostro maestoso organo ottocentesco rimesso in funzione dopo anni di inattività, andate a vedere il dipinto della Vergine delle Rocce della scuola di Marco d’Oggiono, la corona della Vergine di Lourdes fatta con gli ori offerti dei fedeli. Potete fermarvi a pregare il Santissimo sempre presente in San Rocco, ammirare la grande Croce Istoriata nel cortile della casa parrocchiale, proseguire nei cortili dell’oratorio per vedere la sala stampa e tante altre opportunità a disposizione dei ragazzi.
Tutto questo è segno di un lavoro spirituale e organizzativo costante, di una sintonia tra il pastore e il gregge.
Se qualcuno vuole dissentire dalle posizioni di don Armando chieda un confronto, ma la Chiesa di Milano sappia che Vanzaghello è, con tutti i limiti, una piccola oasi felice dal punto di vista della fede cattolica, guidata da un pastore che porta avanti la sua missione… con “qualche” frutto.
Con affetto e riconoscenza verso il nostro parroco,
Giovani e adulti parrocchiani
da: https://www.tempi.it/chi-e-don-armando-il-parroco-linciato-sui-social-network/
Abstract: Le TV di Berluscone succubi del socialismo.
Le IENE: Esaltare le porcherie porci, umiliare i buoni.
Il caso del coraggioso parroco mandato alla gogna mass-mediatica.
Un’operazione preparata da un ecclesiastico invidioso?
Ma a Vanzaghello i laici sono organizzati, non giocano al “piccolo sacrestano”: e prendono in massa le difese del buon parroco sui mass-media.