(il Giornale) L\'esposizione del corpo di S. Pio

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"Vi racconto com’è il corpo di Padre Pio"

di Andrea Tornielli

Il perito biochimico del Vaticano: "Abbiamo lavorato un mese e mezzo, ma il risultato è davvero soddisfacente". Domani a San Giovanni Rotondo l’ostensione della salma del santo

Roma – I fedeli che sfileranno davanti all’urna contenente le spoglie di Padre Pio potranno vedere parte delle mani del santo. Per coprire il volto è stata predisposta una maschera di silicone color carne, ma la decisione di applicarla sarà presa solo in queste ore. Lo rivela il settimanale Famiglia Cristiana in edicola domani, pubblicando un’intervista al professor Nazzareno Gabrielli, perito biochimico del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi, che in queste settimane ha continuamente fatto la spola fra Roma e San Giovanni Rotondo per «preparare» il corpo di Padre Pio in vista dell’esposizione ai fedeli. Un’esposizione che, spiega il vescovo Domenico D’Ambrosio, durerà almeno un anno e dunque non si concluderà il prossimo settembre, quarantesimo anniversario della morte, proprio per soddisfare le innumerevoli richieste dei fedeli provenienti da tutto il mondo.

«Il lavoro che abbiamo dovuto svolgere è stato impegnativo, ma il risultato finale è davvero soddisfacente», ha detto Gabrielli, che ha lavorato per un mese e mezzo insieme con gli altri quattro periti. La difficoltà maggiore, racconta, «è stata causata dal fatto che il corpo era molto bagnato. In più di trent’anni di esperienza non mi era mai accaduto, e dunque abbiamo tutti dovuto dare fondo alle nostre conoscenze tecniche per risolvere in breve tempo il problema». Padre Pio venne seppellito in una fossa che era stata intonacata soltanto il giorno precedente e ciò ha creato un microclima in cui l’umidità condensava e rievaporava costantemente, cadendo a pioggia sul corpo, dato che nel corso degli anni la cassa metallica si è ossidata e rotta, e quella di legno ha assorbito tutta l’acqua. Prosegue Gabrielli: «Ci siamo perciò meravigliati quando abbiamo constatato che il corpo non emanava cattivo odore. Nella ricognizione abbiamo riscontrato che i tegumenti sul volto ci sono tutti. Le fosse orbitarie e le pinne nasali ovviamente non si trovano mai, ma i padiglioni auricolari e le labbra li abbiamo trovati. Anche barba e baffi erano in buone condizioni e abbiamo potuto sistemarli bene. Quando è entrato il padre generale dei Cappuccini è rimasto di stucco: ha detto che sembrava stesse dormendo».

Soltanto tre giorni fa è arrivata a San Giovanni Rotondo la sottile maschera di silicone color carne che riproduce le sembianze di Padre Pio e che oggi si deciderà se applicare. Per estrarre Padre Pio dalla cassa e poterlo trattare, è stata svolta una delicata operazione di bloccaggio del corpo con una sorta di «ingessatura» realizzata con bende imbevute di paraffina: «C’è stato innanzitutto un bagno di alcool e formalina ad alta concentrazione, per sterilizzare completamente il corpo e insolubilizzare le proteine. Quindi il corpo è stato avvolto con bende e ovatta impregnata di una soluzione mummificante a base di creosoto, trementina, acido benzoico e altre sostanze. Una volta che il corpo ha assorbito questa soluzione, abbiamo tolto tutte le garze e lo abbiamo ventilato con aria filtrata».

Nella attuale bara, il corpo poggia su un piano di plexiglass forato e rivestito di tessuto. Al di sotto ci sono due contenitori in pvc pieni di gel di silice per la regolazione dell’umidità. Nella teca è stato immesso azoto per evitare reazioni ossidative.
Domattina l’esposizione sarà inaugurata con una messa celebrata dal cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.


"Veneriamo Padre Pio,ma senza fanatismo"

di Andrea Tornielli

José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, inaugura l’esposizione del corpo del frate di Pietrelcina


Roma –
Il giorno atteso dai devoti di Padre Pio è arrivato, da oggi le spoglie mortali del santo più amato, rimaste sepolte nella cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, saranno esposte alla venerazione dei fedeli. Molte polemiche hanno accompagnato questa decisione dei frati cappuccini. Il Giornale ne ha parlato con il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, alla vigilia della sua partenza per il Gargano: sarà lui che stamattina, alle 11, celebrerà la messa dando inizio all’esposizione del corpo del frate stimmatizzato.

Perché è importante venerare le reliquie di un santo?
«I santi sono stati uomini come noi, che hanno seguito Gesù nella via della perfezione quotidiana. Sono stati, come ognuno di noi è chiamato ad essere, templi dello Spirito santo, docili all’azione della grazia di Dio. Il cristianesimo, fondato sull’avvenimento dell’incarnazione, morte e resurrezione del Figlio di Dio su questa terra, accaduto in un preciso momento della storia dell’umanità ha sempre avuto molta attenzione e rispetto per i corpi. Anche le membra mortali dei santi sono state pervase dalla grazia. Per questo noi veneriamo le reliquie dei santi».

C’è chi giudica piuttosto macabra questa venerazione. Come risponde?
«Rispondo che nessuno è obbligato a venerare le reliquie di un santo. Ma rispondo anche che questa venerazione non è un culto spurio o il frutto di deviazioni: era ben presente fin dall’inizio nella primitiva comunità cristiana, che venerava le reliquie degli apostoli e dei martiri».

Non crede che vi sia un eccesso di attenzione mediatica sull’esposizione del corpo di Padre Pio? Non vede rischi di fanatismo?
«Siamo uomini, i rischi sono sempre presenti. Mi auguro davvero che nessuno scada nel fanatismo. È importante ricordare che Padre Pio è stato un grande santo perché ha donato la sua vita a Dio, ha saputo soffrire per Gesù, ha vissuto pregando e aiutando tantissime anime a ritrovare la fede e a sperimentare la misericordia divina. Chi lo venera, chi si metterà in fila per avvicinarsi all’urna che ne conserva le spoglie, questo lo sa bene. Ciò che conta è la fede in Dio, in suo figlio Gesù Cristo. Ciò che conta è avvicinarsi ai sacramenti, è pregare, è affidare la nostra vita al nostro Creatore. Venerare san Pio da Pietrelcina non serve se non porta a questo».

I fedeli ne sono coscienti?
«Io credo che i fedeli siano più maturi di quanto noi pensiamo, di quanto vengono dipinti certe volte. Il profumo di santità che il frate del Gargano emanava era un frutto della sua fede, non un suo potere magico: venerare i santi, conoscerli, imitarli, deve portarci a Gesù, non alla superstizione. Far vedere il loro corpo mortale, i loro resti, e venerarli, significa comprendere che Dio si serve di noi, della nostra fisicità, delle nostre debolezze per far passare l’annuncio del suo Vangelo».

Ci sono state polemiche a non finire su questa riesumazione ed esposizione. Perché è stata fatta?
«Era un’anomalia che non fosse stata ancora fatta. Prima della beatificazione di un servo di Dio si procede solitamente alla ricognizione canonica delle sue spoglie. Si prelevano le reliquie che verranno offerte al Papa. Con Padre Pio questo non è stato fatto, né per la beatificazione del 1999, né per la canonizzazione del 2002, in quanto vennero utilizzate come reliquie delle escare staccatesi dalle stimmate quando egli era ancora in vita, che i frati avevano conservato. Ora, nel quarantesimo anniversario della morte e nell’ottantesimo della manifestazione delle stimmate, è stata riesumata la salma. Possiamo dire che è stata fatta appena in tempo per conservare il corpo, che si stava deteriorando a causa dell’umidità».

Il corpo di Padre Pio rimarrà sempre visibile? Sarà trasferito nel nuovo grande santuario di San Giovanni Rotondo?
«La decisione in merito alla durata dell’esposizione spetta all’arcivescovo D’Ambrosio, il quale ha annunciato che, a causa delle innumerevoli richieste di fedeli intenzionati a sfilare davanti alle spoglie di Padre Pio, l’esposizione continuerà almeno per un anno. Per quanto riguarda il trasferimento, la Congregazione delle cause dei santi non ha ricevuto alcuna richiesta in questo