“Noi ci vantiamo anche delle tribolazioni” (Rom 5, 3)
Milioni di cattolici nel cosiddetto mondo occidentale libero, nelle settimane o addirittura nei mesi a venire, e specialmente durante la Settimana Santa e la Pasqua, culmine dell’intero anno liturgico, saranno privati di qualsiasi atto di culto pubblico a causa della reazione civile ed ecclesiastica alla scoppio della malattia del Coronavirus (Covid-19). La più dolorosa e desolante di queste misure è la privazione della Santa Messa e della Comunione Sacramentale.
Si constata l’atmosfera di panico quasi planetario. Misure di sicurezza drastiche e sproporzionate, associate alla negazione dei diritti umani fondamentali come la libertà di movimento, la libertà di riunione e la libertà di opinione, sembrano essere quasi orchestrate a livello globale secondo un piano preciso.
Un importante effetto collaterale di questa nuova “dittatura sanitaria” che si sta diffondendo in tutto il mondo è il crescente e intransigente divieto di tutte le forme di culto pubblico. L’attuale situazione del divieto di culto pubblico a Roma riporta la Chiesa ai tempi di un divieto del culto cristiano emesso dagli imperatori pagani romani nei primi secoli.
I chierici che osino celebrare la Santa Messa alla presenza dei fedeli in tali circostanze potrebbero essere puniti o imprigionati.
Una tale “dittatura sanitaria” mondiale ha creato una situazione che respira l’aria delle catacombe, di una chiesa perseguitata, di una chiesa sotterranea, specialmente a Roma.
Papa Francesco, che il 15 marzo, con passi solitari ed esitanti, ha vagato per le strade deserte di Roma nel suo pellegrinaggio dall’immagine della Salus populi Romani nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Croce Miracolosa nella Chiesa di San Marcello, ha trasmesso un’immagine apocalittica. Ricordava la seguente descrizione della terza parte del segreto di Fatima (rivelato il 13 luglio 1917): “Il Santo padre attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena”.
Come dovrebbero reagire e comportarsi i cattolici in una situazione del genere?
Dobbiamo accettare questa situazione per mano della Divina Provvidenza come una prova, che ci porterà maggiori benefici spirituali che se non l’avessimo vissuta. Possiamo comprendere questa situazione come un intervento divino nell’attuale crisi senza precedenti della Chiesa. Dio ora usa questa situazione per purificare la Chiesa, per risvegliare i responsabili nella Chiesa, e prima di tutto il Papa e l’Episcopato, dall’illusione di un bellissimo mondo moderno, dalla tentazione di flirtare con il mondo, dall’immersione nelle cose temporali e terrestri. I poteri di questo mondo hanno ora forzatamente separato i fedeli dai loro pastori.
L’attuale divino intervento purificatore ha il potere di mostrarci tutto ciò che è veramente essenziale nella Chiesa: il sacrificio eucaristico di Cristo con il suo Corpo e il suo Sangue e l’eterna salvezza delle anime immortali. Questa improvvisa e inattesa privazione di ciò che è centrale faccia sì che nella Chiesa si inizi a vedere e apprezzarne più profondamente il suo valore.
Nonostante la dolorosa situazione di privazione della Santa Messa e della Santa Comunione, i cattolici non devono arrendersi alla frustrazione o alla malinconia. Dovrebbero accettare questa prova come occasione di abbondanti grazie che la Divina Provvidenza ha loro preparato. Molti cattolici hanno ora, in un certo senso, l’opportunità di sperimentare la situazione delle catacombe, della Chiesa sotterranea. Si spera che una tale situazione produca i nuovi frutti spirituali dei confessori della fede e della santità.
Questa situazione costringe le famiglie cattoliche a sperimentare letteralmente il significato di ciò che è la chiesa domestica.
In assenza della possibilità di partecipare alla Santa Messa anche di domenica, i genitori cattolici dovrebbero riunire intorno a sé le proprie famiglie.
Potrebbero assistere, in casa, a una Santa Messa trasmessa in televisione o su Internet o, se ciò non fosse possibile, dovrebbero dedicare un’ora di preghiera per santificare il Giorno del Signore e unirsi spiritualmente alle Sante Messe celebrate dai sacerdoti a porte chiuse, anche nella loro città o nel loro quartiere.
Di Domenica un’ora santa di una chiesa domestica potrebbe ad esempio essere fatta nel modo seguente: Preghiera del rosario, lettura del Vangelo della domenica, atto di contrizione, atto di comunione spirituale, litanie, preghiera per tutti coloro che soffrono e muoiono, per tutti coloro che sono perseguitati, preghiera per il papa e i sacerdoti, preghiera per la fine del’’attuale epidemia fisica e spirituale.
La famiglia cattolica deve anche recitare il pio esercizio della Via Crucis il Venerdì di Quaresima.
Inoltre, la domenica, i genitori possono radunare i loro figli nel pomeriggio o alla sera per leggere loro storie della vita dei santi, in particolare quelle tratte da periodi di persecuzione della Chiesa.
Ho avuto il privilegio di vivere un’esperienza simile durante la mia infanzia e mi ha dato le basi della fede cattolica di tutta la mia vita.
I cattolici che oggi, forse solo per un breve periodo di alcune settimane o mesi, sono privati della partecipazione alla Santa Messa e della Santa Comunione Sacramentale, possono pensare ai tempi di persecuzione, in cui per anni i fedeli non potevano assistere alla Messa o ricevere altri sacramenti, come ad esempio durante la persecuzione comunista in molti luoghi dell’Impero sovietico.
Possano queste parole di Dio rafforzare tutti i cattolici che attualmente soffrono per la privazione della Santa Messa e della Santa Comunione:
“Carissimi, non siate sorpresi per l’incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare” (1 Pietro 4, 12-13).
“Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2 Cor 1, 3-4).”
“Il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo” (1 Pietro 1, 6-7).
Al tempo di una crudele persecuzione della Chiesa, San Cipriano di Cartagine (+258) diede questo insegnamento edificante sul valore della pazienza:
“È proprio la pazienza a rafforzare saldamente le basi della nostra fede, ad accrescere ed elevare la nostra speranza. Essa guida il nostro agire, perché possiamo rimanere fedeli alla via di Cristo mentre camminiamo nella grazia della sua pazienza. Quanto è grande il Signore Gesù e quanto è grande la sua pazienza che Colui che è adorato in cielo non è ancora vendicato sulla terra! Amati fratelli, consideriamo la sua pazienza nelle nostre persecuzioni e sofferenze; offriamo l’obbedienza piena dell’attesa del suo avvento” (De patientia, 20; 24).
Vogliamo pregare con tutta la nostra fiducia la Madre della Chiesa, invocando il potere di intercessione del suo Cuore Immacolato, affinché l’attuale situazione di privazione della Santa Messa possa portare abbondanti frutti spirituali per il vero rinnovamento della Chiesa dopo decenni di notti di persecuzione dei veri cattolici, clero e fedeli, avvenuta all’interno della stessa Chiesa.
Ascoltiamo queste parole confortanti di San Cipriano:
“Se viene riconosciuta la causa di un disastro, la ferita viene immediatamente sanata. Il Signore voleva che la sua famiglia fosse messa alla prova; e poiché una lunga pace aveva corrotto la disciplina ecclesiastica che ci era stata divinamente consegnata, il rimprovero celeste ha risvegliato la nostra fede giacente quasi, direi, addormentata; e sebbene meritassimo di peggio per i nostri peccati, il Signore clementissimo ha disposto tutte le cose in modo che tutto ciò che è accaduto è sembrato più un processo che una persecuzione” (De lapsis, 5).
Possa Dio accordare che questa breve prova di privazione del culto pubblico e della Santa Messa ispiri nei cuori del Papa e dei vescovi un nuovo zelo apostolico per i tesori spirituali perenni divinamente loro affidati – vale a dire, lo zelo per la gloria e l’onore di Dio, l’unicità di Gesù Cristo e del suo sacrificio redentore, per la centralità dell’Eucaristia e il modo sacro e sublime di celebrarla, lo zelo per la maggiore gloria del Corpo eucaristico di Cristo e lo zelo per la salvezza delle anime immortali, lo zelo per un clero casto e pieno di spirito apostolico. Possiamo ascoltare queste incoraggianti parole di San Cipriano:
“Dobbiamo lodare Dio e celebrare le sue benedizioni e i suoi doni con un rendimento di grazie, mentre anche in tempi di persecuzione, la nostra voce non abbia smesso di ringraziare. Perché l’avversario non ha il potere di impedirci, che amiamo il Signore con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra vita e con tutta le nostre forze, di proclamare le sue benedizioni e le sue lodi sempre e ovunque celebrando la sua gloria. È venuto il giorno così ardentemente desiderato dalle preghiere di tutti; e dopo l’orribile e tetra caligine di una lunga notte il mondo risplende irradiato dalla luce del Signore” (De lapsis, 1).
19 marzo 2020
+ Athanasius Schneider,
vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santa Maria ad Astana
Fonte: https://www.lifesitenews.com/opinion/bishop-athanasius-schneider-on-how-to-go-on-living-when-masses-are-suspended traduzione a cura di https://www.atfp.it/biblioteca/conferenze-varie/1726-consigli-di-un-vescovo-in-tempi-di-coronavirus
Veramente grandi e profonde riflessioni, anche quelle di S. Cipriano di Cartagine di 1760 anni fa!
Grazie e reciproche preghiere.