Firma anche tu la Supplica ai vescovi dell’Emilia-Romagna: priorità alla famiglia!

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Si prega di firmare solo se cattolici residenti in Emilia-Romagna.
Le firme sono destinate a ciascuno dei 14 Vescovi della nostra Regione.
Più sotto il testo della lettera ai vescovi

Supplica ai vescovi dell’Emilia-Romagna: priorità alla famiglia naturale!

Le firme sono saranno inviate ai 14 Vescovi della nostra Regione

Eccellenze Reverendissime,
l’Avvenire del 28/11/20 ha diffuso l’idea secondo cui «le famiglie […] hanno smesso di essere un riferimento educativo».
Per converso, il disegno di legge liberticida dell’attivista LGBT On. Zan sarebbe «un’opportunità anche in chiave educativa».
L’aberrante tesi del quotidiano è l’ultima tappa di un processo connotato da ambiguità (vedansi le modalità di ricezione della Nota CEI del 10/6/20, ma non solo), ammiccamenti e cedimenti alla dittatura del relativismo.
Ora la famiglia si sente davvero sola davanti al Leviatano: di fronte allo tsunami ideologico e pratico che ogni giorno aggredisce genitori e figli, non riscontriamo alcuna efficacia nelle consuete “Feste della famiglia”, nelle gite comunitarie, nei “Progetti Culturali” che ignorano il male che ci circonda.
In modo franco e diretto, vorremmo ricordare a tutti presbiteri d’Italia – non solo a quanti ritengono che i genitori non siano più un riferimento educativo – che ogni volta che siedono a tavola è perché la famiglia li sostiene. Non solo con l’8x1000 ma con secoli di donazioni che ancora oggi portano rendite.
Senza la famiglia, tutto sarà perduto: né gli attivisti LGBT, né i migranti islamici, né gli ecologismi sosteranno la Chiesa che è in Italia, anzi.
Pertanto, ci sembra il tempo di fare scelte coraggiose e intransigenti.
Vi supplichiamo di dare una svolta alla Pastorale, ma a tutta la Pastorale: perché senza la famiglia, presto non ci sarà più possibilità di opere di carità materiale.
Un primo segno di concreta attenzione per la famiglia, potrebbe essere quello di mettere in guardia dalla lettura di Avvenire ovvero scoraggiarne la diffusione: perché evidentemente la responsabilità non è solo dell’autore dell’“analisi”.
Nostra Signora Vi ottenga la forza di andare contro corrente per riaffermare le verità naturali e difendere le nostre famiglie!
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E ora Avvenire apre anche al gender

Con un articolo apparso il 28/11/2020 il quotidiano dei nostri Vescovi apre

  • al DDL Zan sulle presunte discriminazioni di persone omosessuali,
  • all’educazione sessuale nelle scuole,
  • alla fede nello Stato-educatore dei nostri figli
  • ai rapporti omosessuali,
  • e dà la colpa alla famiglia per l’attuale deriva etica.

E’ l’ultimo cedimento di una serie impressionante, che nel 2020 ha visto:

Questa volta non si tratta di un’opinione o di una “lettera al direttore”, ma proprio di una “analisi” (sic!), comparsa in prima pagina e nell’inserto “Famiglia e vita”.

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Cristianofobia. Un altro anno di ordinario odio anticristiano nella civile Europa

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Milano, appiccato incendio in Chiesa a Villa Cortese: un uomo è entrato nella chiesa di San Vittore, in via Patrioti, e, mentre erano in corso alcune cerimonie di battesimo, ha dato fuoco ad un confessionale per poi fuggire.

595 i crimini contro la Chiesa documentati dall’Osce nel 2019:
agguati a sacerdoti, luoghi di culto in fiamme, profanazioni.

Per l’Italia, va subito detto che i casi di cristianofobia sono di gran lunga più numerosi (71) di quelli riguardanti gli omosessuali.
A ciò si aggiunga che, mentre i Testimoni di Geova segnalano puntualmente ogni violenza, la Chiesa Cattolica sembra distratta: eppure non mancano quotidiane violenze anche in Emilia-Romagna.
E non ci riferiamo solo ai c.d. “preti degli ultimi” (gli unici di cui si ha notizia), ma al parroco sotto casa, costretto a mettere impianti di sicurezza e telecamere ovunque.

Per non parlare delle migliaia di discriminazioni subite dal laicato, dal posto di lavoro alla vita sociale.

Agguati a sacerdoti, chiese date alle fiamme, statue della Vergine Maria decapitate, furto di ostie consacrate. Non si tratta di episodi di teppismo, ma di ostilità radicata al cristianesimo e, in particolare alla Chiesa cattolica, che nella civile Europa si è tramutata in crimine. Basti prendere i dati pubblicati in occasione della giornata mondiale della tolleranza dall’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa): sono 595 i crimini d’odio documentati contro i cristiani nel 2019, 459 attacchi contro luoghi di culto e 80 assalti violenti contro le persone. E a capitanare la classifica, con circa 144 “incidenti”, la maggior parte dei quali a danno di chiese cattoliche, c’è ancora la Francia, “figlia prediletta” della Chiesa.

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Vengono a Messa? “No, han perso l’abitudine”

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Qualche sabato fa ho avuto l’onore di fare da padrino di battesimo alla figlia di un amico. Giunto un’oretta prima ho trovato la chiesa deserta: eppure ero in una popolosa parrocchia dell’hinterland bolognese.
Il parroco si è avvicinato e, scambiati i convenevoli di rito, non ho potuto evitare di chiedergli: «Ma come mai non c’è nessuno in Chiesa?».
La risposta è arrivata subito, come fosse una cosa ovvia: «Ma a causa del Coronavirus! Le persone han perso l’abitudine di venire a Messa».

Basito, ho fatto altre domande per esser certo di aver capito bene. Mi ha spiegato e confermato:
«Nei mesi in cui non si poteva venire in parrocchia le persone han trovato altro da fare: jogging, la riscoperta dell’Appennino, il bricolage, la pesca sportiva …».
Dunque, i cattolici si son trovati improvvisamente con una decina di domeniche “libere” e… han trovato da far di meglio che andare a Messa. Compresi diaconi permanenti, accoliti e “importanti” membri eletti nel Consiglio Pastorale.

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Presidente Vescovi polacchi: NO all’aborto, NO anche a quello eugenetico

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Arcivescovo Gadecki: la proposta del Presidente per una legge sull’aborto è ‘una nuova forma di eutanasia’

Mentre proseguono i disordini a favore dell’aborto libero e le iniziative di preghiera per contrastarlo, in Polonia i vescovi ribadiscono gli aspetti eugenetici di qualunque forma di aborto legato alla salute del bambino non ancora nato. In questo articolo della CNA la parola all’arcivescovo di Poznań, Presidente della conferenza episcopale polacca nella nostra traduzione.

L’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della conferenza episcopale polacca,  lo scorso 3 novembre ha dichiarato all’agenzia di stampa cattolica polacca KAI che i cattolici dovrebbero opporsi a una modifica della legge che consentirebbe l’aborto in caso di diagnosi infausta di anomalie fetali.

Il presidente Andrzej Duda il 30 ottobre ha annunciato che avrebbe proposto un disegno di legge per consentire l’aborto in caso di “un’alta probabilità che il bambino nasca morto o abbia una malattia o un deficit incurabile che porterà inevitabilmente e direttamente alla morte del bambino”.
Duda ha avanzato la proposta a seguito delle manifestazioni di piazza tenutesi in tutta la Polonia in risposta ad una sentenza della Corte Costituzionale che il 22 ottobre ha deciso che una legge che consenta l’aborto per anomalie fetali è incostituzionale.

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Card. Muller: no unioni civili, anche lo Stato laico deve rispettare la legge naturale

Il card. Müller: La costituzione antropologica della persona umana non è rispettata in questa nuova antropologia Lgbt
«
Unioni civili per le coppie omosessuali? Io sono leale al Papa ma non è al di sopra della parola di Dio».
«Tutto questo ha creato una grande confusione, ho ricevuto centinaia di chiamate, i fedeli sono totalmente smarriti: che cosa voleva dire, il Papa? Possibile? Perché non si esprime chiaramente?».

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, 73 anni a fine dicembre, teologo e curatore dell’opera omnia di Ratzinger, fu nominato nel 2012 da Benedetto XVI prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è rimasto in carica fino al 2017.
«In Germania, con Benedetto, mi dicevano che ero troppo papista, adesso sono diventato un nemico del Papa! Una cosa assurda, per me: sono un cattolico, un sacerdote, ho scritto tanti libri sul primato del Papa, l’ho sempre difeso contro protestanti e liberali. Però…».

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Card. Burke: «tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali»

I notiziari di tutto il mondo hanno riferito, con grande enfasi, come un cambio di rotta, la notizia che Papa Francesco abbia dichiarato che le persone nella condizione omosessuale, in quanto figli di Dio, abbiano “diritto di essere in una famiglia” e che “Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo”.
Inoltre, hanno scritto che abbia dichiarato: “Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Queste dichiarazioni sono state rilasciate nel corso di un’intervista con Evgeny Afineevsky, regista del documentario Francesco, proiettato in anteprima il 21 ottobre 2020 in occasione del Festival del Film di Roma.

Dichiarazioni simili generano un grande smarrimento e sono causa di confusione ed errore fra i fedeli cattolici, dal momento che sono contrarie agli insegnamenti delle Sacre Scritture e della Sacra Tradizione e al recente Magistero tramite il quale la Chiesa custodisce, protegge e interpreta l’intero deposito di fede contenuto nelle Sacre Scritture e nella Sacra Tradizione.

Sono causa di stupore ed errore riguardo l’insegnamento della Chiesa alle persone di buona volontà che sinceramente vogliono sapere cosa la Chiesa Cattolica insegni. Impongono ai pastori delle anime il dovere di coscienza di apportare correzioni e dare necessari chiarimenti.

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Eutanasia, la Santa Sede mette in chiaro le cose. Finalmente!

di Tommaso Scandroglio

La dignità e la sacralità della vita permangono sempre, anche negli stati vegetativi o con minima coscienza; il suicidio assistito non è mai percorribile, niente assoluzione a chi lo pratica e chi partecipa o aiuta è complice.
La Congregazione per la dottrina della fede pubblica un documento sul fine vita che va in controtendenza rispetto a quello della Pontificia Accademia per la Vita.
Smentita la falsa compassione e il concetto di best interest.
E un monito: la prima causa di questa mentalità di morte è la mancanza di fede.

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Card. Eijk: abbiamo seguito il politicamente corretto e cercato il plauso del mondo, e oggi….

Il titolo è impegnativo perché, detta così, non lo diresti: «Dio vive in Olanda».
Ma come? Nel Paese europeo che si è scristianizzato per primo?
Nella terra dove la prostituzione è stata completamente liberalizzata, la cannabis promossa in tutti i modi?
La nazione dove l’eutanasia e l’aborto sono fenomeni endemici?
Eppure, è questo l’intento che si prefigge il cardinale arcivescovo di Utrecht Willem J. Eijk (foto in basso) che si è confidato con il giornalista Andrea Galli.

Il libro, in uscita in questi giorni per le edizioni Ares è il racconto – a tratti disincantato, a tratti speranzoso, ma di quella speranza come virtù cristiana – di come la Chiesa si sia ridotta in Olanda, ma anche di quelli che sono i germogli che si vedono nascere: «Il suo è il racconto che parla di una Chiesa che fu gloriosa e dopo il Concilio – fattasi avanguardia delle aperture più scriteriate – è finita in macerie», ha spiegato al Timone, Galli. «Però un piccolo resto è sopravvissuto alla catastrofe, un piccolo resto fedele alla dottrina cattolica, che è come un seme che fa intravedere un futuro… di rinascita. Quello che sta emergendo è che la Chiesa “progressista” si estingue, l’altra, anche se non può vantare  performance, resiste e si rigenera».

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Famiglia: mandiamo la CEI a ripetizione dalla CEP?

Documento dei vescovi polacchi: “Aiutare a ritrovare il normale orientamento sessuale

 

La Conferenza episcopale polacca ha rilasciato alla fine di agosto un documento di 27 pagine sui temi LGTB +, annunciandolo anche con un comunicato in cui si sottolinea che le persone con sentimenti omosessuali devono essere rispettate, ma allo stesso tempo è necessario essere in disaccordo con l’ideologia di genere e riconoscere che si tratta di posizioni incompatibili con gli insegnamenti cattolici su sessualità, famiglia e diritti dei bambini, ad esempio.

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