«Un sacerdote non può essere presente quando viene eseguita l’eutanasia volontaria o il suicidio assistito».
Le parole dell’Arcivescovo di Utrecht Eijk in aperta opposizione a quelle pronunciate da Paglia (PAV)
Alle affermazioni del vescovo Paglia sul suicidio assistito, apparse come un implicito consenso alla scelta di porre fine alla propria vita, hanno già risposto alcuni teologi e sacerdoti, ribadendo come esse potessero contraddire il dono divino della vita umana ed in qualche modo giustificare l’atto del suicidio assistito e della eutanasia.
Nei giorni scorsi, è stato il Cardinale di Utrecht Willem Jacobus Eijk a tornare sull’argomento, inviando a tutti i sacerdoti un messaggio chiaro: «Un sacerdote dovrebbe parlare chiaramente con una persona che opta per suicidio assistito o eutanasia volontaria e chiarire che sta commettendo un peccato molto grave».
«Per lo stesso motivo, un sacerdote non può essere presente quando viene eseguita l’eutanasia volontaria o il suicidio assistito. Ciò potrebbe implicare che il sacerdote non abbia alcun problema con la decisione o addirittura che questi atti moralmente illeciti non siano tali in alcune circostanze secondo gli insegnamenti della Chiesa», ha ribadito nella sua intervista il cardinale che proprio sui temi della eutanasia aveva dedicato i suoi studi medici, prima della vocazione al sacerdozio.