Nella sua bimillenaria esperienza, il Corpo Mistico di Cristo (la Chiesa) ha sempre saputo individuare la causa delle epidemie e quali sono i rimedi da adottare in via prioritaria.
Li riproponiamo (tradotti dal latino) dopo il decreto che rende tutta l’Italia “zona arancio”, certi che saranno ben più efficaci.
Tutti i sacerdoti sapranno trovare il modo per inserirli nella propria S. Messa sine populo, anche nella forma ordinaria del rito romano.
I laici possono utilizzarli per capire cosa chiedere e, soprattutto, a Chi.
Santa Messa votiva per allontanare la mortalità e in tempo di peste.
Il flagello delle malattie epidemiche è una grave prova per l’umanità. La scienza ne ricerca le cause e con tutti i suoi mezzi cerca di arrestarne il progresso: ed è bene.
Ma bisogna pure alzare gli occhi a Dio, il quale permette il flagello perché l’uomo dall’esperienza della brevità della vita presente ritorni sulla retta strada e si prepari a comparire al Tribunale del Giudice Eterno, che a tempo debito interviene perché il male abbia termine.
L’antifona d’introito è una preghiera a Dio, perché ordini alle cause del male di cessare dal loro influsso pernicioso.
Introito. Ricordati, o Signore, della tua promessa, e dì all’Angelo che percuote: ritieni adesso la tua mano, e non venga desolata la terra, e non si perda anima vivente.
Colletta. O Dio, che non la morte ma la penitenza desideri dei peccatori, riguarda propizio il popolo che ritorna a te, affinché mentre esso ti presta l’omaggio del suo servizio, tu, clemente, allontani da lui i flagelli della tua ira.
Epistola. Re II, 24, 15-19 e 25 (cause delle calamità sono i peccati e specialmente i peccati pubblici: cioè quelli delle leggi contro Dio e la sua creazione. La penitenza è il mezzo efficace per placare l’ira di Dio).
Graduale. Il signore pronunziò la sua parola e li sanò; e li scampò dalla morte. Ringrazino il Signore per la sua misericordia e per i suoi prodigi in favore degli uomini.
Alleluia. Dio, salvami, perché sono penetrate le acque sino all’anima mia. Alleluia.
Vangelo. Lc., 4, 38-44 (guarigioni di Gesù).
Offertorio. Il Pontefice si drizzò dai morti e i vivi, tenendo in mano il turibolo d’oro; e offrendo il sacrificio di incenso, placò lo sdegno di Dio e cessò il flagello da parte del Signore.
Secreta. Ci soccorra, te ne preghiamo, o Signore, l’offerta del presente sacrificio; essa ci liberi efficacemente da ogni errore e ci salvi dal pericolo d’ogni sterminio. Per il Signore.
Prefazio comune.
Comunione. Una moltitudine di infermi e quanti erano tormentati da spiriti immondi, accorrevano a Lui: perché da Lui usciva una potenza che li risanava tutti.
Postcomunione. Ascoltaci, o Dio, nostra salvezza: e fa che il tuo popolo sia libero dai terrori della tua iracondia e sicuro per l’effusione delle tue misericordie.
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