Mons. Cavina: «Una società dove i diritti di Dio e la preghiera non sono più ritenuti necessari è destinata alla rovina»
Un microscopico virus sta paralizzando il mondo e la presunzione dell’uomo di essere padrone del proprio destino si trasforma immediatamente in schiavitù. Una entità talmente piccola, che nemmeno vediamo, ci domina e manda in pezzi il sogno di volere costruire il paradiso in terra.
Si tratta di un evento che, ancora una volta, ci porta a confrontarci con la verità della condizione umana, in quanto ne mette a nudo la debolezza e la fragilità. Nello stesso tempo, esso costituisce un richiamo all’esercizio della virtù dell’umiltà, la quale – quando è vera – ci porta ad inginocchiarci davanti al Signore per comprendere chi è veramente l’uomo.
Dostoevskij nell’opera I Demoni fa dire a Kirillov che la perdita di Dio da parte dell’uomo non è la morte di Dio, ma dell’uomo, che si manifesta nella paura. E l’uomo che vive nella paura è già uno sconfitto perché non è più libero. Una società dove i diritti di Dio e la preghiera non sono più ritenuti necessari è destinata alla rovina. La Chiesa ha la missione di richiamare il primato di Dio, non per la difesa di Dio – che non ha bisogno di essere difeso – ma per la difesa dell’uomo, che privato dell’adorazione, diviene un uomo mutilato.
Scrive il filosofo Gustave Thibon: «Chiudere il cerchio, per l’uomo religioso, significa compiere il ciclo che riporta a Dio ciò che è uscito da Dio. Tutto ciò che i santi di una volta sapevano della creazione era che essa deve ritornare a Dio, e la meta era più importante del cammino. Oggi conosciamo molto meglio la strada della creazione, l’abbiamo picchettata, spianata, resa carrozzabile, ma abbiamo dimenticato la meta e corriamo, precipitati alternativamente dalla falsa speranza alla vera disperazione, su una strada che non conduce da nessuna parte perché gira attorno all’uomo». (In Il tempo perduto, l’eternità ritrovata, D’Ettoris 2019, 266).
Quando l’umanità diventa vittima della grande tentazione di bastare a sè stesso, per una specie di orgoglio collettivo, pretende, poi, di risolvere in assoluta autonomia i suoi problemi. Ma non è così! Un mondo ridotto solo a lavoro, organizzazione, tecnica e scienza, in cui manca la preghiera e la contemplazione, diventa una sorta di inferno.
La prova che stiamo vivendo deve portare i cristiani ad affidare i bisogni dell’umanità ferita al Signore per l’intercessione della Beata Vergine Maria. Per questo invito tutti i lettori de Il Timone, il mercoledì delle Ceneri, a pregare il santo Rosario perché anche questa sofferenza si trasformi in grazia […]: «la vera città è quella in cui gli uomini hanno la loro casa e dove Dio ha la sua casa». In altre parole un’espressione visibile della dimensione dell’adorazione all’interno della società è indispensabile perché la società sia veramente umana.
Lodiamo, dunque, il Signore per la Sua grandezza; ringraziamoLo per i Suoi doni; rivolgiamo a Lui la nostra supplica perché soccorra le nostre povertà, perdoni i nostri peccati e i nostri errori e ci faccia conoscere la gioia di ritornare a Lui, sorgente della vera vita e compimento di ogni desiderio.
+ Francesco Cavina, vescovo emerito di Carpi
da: http://www.iltimone.org/news-timone/richiamo-del-coronavirus-deboli-bisognosi/
Il vescovo emerito di Carpi, monsignor Francesco Cavina, propone ai lettori del Timone una breve meditazione sulla situazione di epidemia da Corona virus che si è venuta a creare in Italia. Vi invitiamo a leggerla e accogliamo l’invito che Cavina rivolge a tutti i lettori di pregare il Rosario insieme mercoledì prossimo, giorno della ceneri, «per i bisogni dell’umanità ferita».
Per questo, pur lasciando libertà di pregare in base alle proprie disponibilità di tempo, indichiamo due orari in cui recitare il Rosario: alle 15:00 e alle 21:00
Chi aveva dubbi sul livello di scristianizzazione di questo paese è servito. Le chiese sono ormai solo musei. Dio ci perdoni!
L’uomo si è sostituito a Dio, questo è ciò che sta raccogliendo : menzogna, egoismo, potere, indifferenza …… Se penso ai Santi che hanno dato la vita per ns. Signore mentre oggigiorno l’unica cosa che interessa è il potere, il dio denaro. VERGOGNA!!! Il demonio ha creato in terra il suo paradiso e l’uomo senza DIO ha perso l’anima, meglio perdere un occhio, un braccio, una gamba ma NON L’ANIMA. Si raccoglie ciò che si semina, perciò non lamentarsi se le cose vanno male. NON SI POSSONO SERVIRE DUE PADRONI. CONVERTITEVI O PERIRETE TUTTI!!! Giustamente
Un cristiano sofferente
Dopo un lungo periodo di sconforto per la chiusura delle chiese in questo tempo di coronavirus, dopo tanto soffrire e non capire il perché di tale decisione, oggi comincio a chiedermi se, quando tutto questo sarà passato, avrò ancora la forza di andare in chiesa, se avrò ancora il desiderio di incontrare e ascoltare quei sacerdoti che se ne sono andati, come si fossero nascosti prima ancora di fare un solo gesto d’amore e di abbracciare questo popolo sofferente che Dio ha loro affidato. È proprio la situazione che mi trovo a vivere che mi fa sentire così fortemente tutto questo dolore. Mi confonde nel profondo tutto questo spazio dato alle “capacità umane” di guarire senza Dio, negando, in effetti ogni speranza in Dio, tanto da sospendere l’unica nostra fonte di forza: l’Eucarestia.
Avrebbero potuto chiedere modalità ordinate di accesso alle funzioni in chiesa, ma non vietarle. Invece siamo invitati ad accendere la televisione o accedere ad internet per poter assistere alla S.Messa e così, questi mezzi diventano punto di riferimento anche per la fede e per chi crede…
Questa cosa mi destabilizza. In nome dell’obbedienza e del “buon senso comune” ci è stato chiesto di relegare Dio ad un incontro privato, perché, anche a causa di Dio e delle nostre preghiere in comunità potrebbe diffondersi il virus! Da quando Dio è così poca cosa? A cosa si riduce la nostra fede?
Io che, come tutti sto vivendo questa precarietà, mi sento infinitamente abbandonata…Al di là di tutte le parole e gli slogan social che girano, vedo tanta ipocrisia e la verità è che è la fede che sta vacillando! Stanno girando tanti appelli sui social, tanti slogan, ci sono tante richieste di diffusione degli stessi ma io, l’unico appello che desidero davvero diffondere è questo… Io ho bisogno di Dio e mi stanno negando questo. Con Dio tutto è possibile, anche fermare il peggiore dei mali. Questa solitudine che si crea negando la libertà della comunione mi fa …morire.
Tutta la forza del mondo la trovo e la sperimento in Dio. È in Dio la fonte della carità con cui desidero agire con i miei fratelli, nel rispetto di tutte le regole e le precauzioni che mi diranno i medici ma, per favore, non toglietemi la fede certa e testimoniata . Dio ci ama e ci chiama.
Se la nostra fede è così debole che non resiste al dovere stare in casa per il bene di tutti (e per non rischiare di aggiungere malati e moribondi in ospedali già saturi, con medici e infermieri, eroi al collaso), vuol dire che dobbiamo pregare di più, pur stando a casa. Auguri